Dal senato l'ok a 106 miliardi di dollari per le missioni all'estero. E niente soldi per la chiusura di Guantanamo.
di Emanuele Bonini
Dal Senato degli Stati Uniti 106 miliardi di dollari per finanziare le missioni in Iraq e Afghanistan. Il ramo del congresso ha infatti approvato il provvedimento che garantisce la copertura finanziaria delle spese militari fino alla fine di settembre. Washington si accinge quindi a spendere oltre 35 miliardi al mese per i prossimi tre mesi. Con 91 voti favorevoli e appena 5 contrari, i senatori mandano al presidente Obama- chiamato adesso ad apporre la firma al testo- un messaggio chiaro: l'impegno Usa in Asia prosegue. Così come non si torna indietro sul carcere di Guantanamo, divenuto dopo gli attacchi dell'11 settembre simbolo della lotta al terrorismo: nel testo licenziato dal senato non figurano gli 80 milioni di dollari che il presidente degli Stati Uniti aveva chiesto per coprire le spese di chiusura del carcere statunitense a Cuba. Insomma, se i proclami e le intenzioni di Obama incontrano consensi in giro per il mondo, non suscitano certo entusiasmo negli Stati Uniti, dove l'inquilino della Casa Bianca deve fare i conti con i 'suoi': a votare per il provvedimento, infatti, anche democratici. Segno che all'interno del partito qualcuno comincia a manifestare insofferenza per certe scelte del presidente.
di Emanuele Bonini
Dal Senato degli Stati Uniti 106 miliardi di dollari per finanziare le missioni in Iraq e Afghanistan. Il ramo del congresso ha infatti approvato il provvedimento che garantisce la copertura finanziaria delle spese militari fino alla fine di settembre. Washington si accinge quindi a spendere oltre 35 miliardi al mese per i prossimi tre mesi. Con 91 voti favorevoli e appena 5 contrari, i senatori mandano al presidente Obama- chiamato adesso ad apporre la firma al testo- un messaggio chiaro: l'impegno Usa in Asia prosegue. Così come non si torna indietro sul carcere di Guantanamo, divenuto dopo gli attacchi dell'11 settembre simbolo della lotta al terrorismo: nel testo licenziato dal senato non figurano gli 80 milioni di dollari che il presidente degli Stati Uniti aveva chiesto per coprire le spese di chiusura del carcere statunitense a Cuba. Insomma, se i proclami e le intenzioni di Obama incontrano consensi in giro per il mondo, non suscitano certo entusiasmo negli Stati Uniti, dove l'inquilino della Casa Bianca deve fare i conti con i 'suoi': a votare per il provvedimento, infatti, anche democratici. Segno che all'interno del partito qualcuno comincia a manifestare insofferenza per certe scelte del presidente.
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