Sunday 30 September 2012

Mad in Italy, rubrica pseudo-politica da ridere (vol. 57, SolLazio!)

Spazio dedicato a cosa succede in Italia. Chi fa che cosa, dove, come e soprattutto perchè. Protagonisti e comparsate nel paese dove tutto (ma proprio tutto!) è davvero possibile.

di Emiliano Biaggio - Per un Berlusconi che torna c'è qualcun altro che va. Alla regione Lazio, infatti, vanno via tutti. A cominciare da Franco Fiorito, consigliere regionale del Pdl, che finisce indagato per peculato. L'uomo del cavaliere è accusato di aver usato a fini personali i fondi destinati al Popolo della libertà: 'Non è vero', dice Fiorito. C'era «chi andava a donne e chi si faceva pagare le vacanze, chi organizzava festini e chi mangiava a sbafo». Ah, ecco. I colpevoli sono altri. Certo, «io non ho rubato. I ladri sono altri», sostiene Fiorito. Peccato che le toghe rosse gli contestano di aver spostato 747 mila euro sui propri conti correnti italiani e ben 314 mila su quelli spagnoli per un totale di un milione e 61 mila euro. Sì vabbè, «io ho trasferito alcuni soldi sui miei conti perché pensavo fosse regolare». Evidentemento no, visto che gli inquirenti parlano di «un sistema senza un serio controllo che spesso avveniva con violazione di legge». Questi spostamenti di denaro sono serviti a mascherare approprazione indebita di fondi del Pdl per falsi rimborsi spesa e acquisti di auto e ville. «Io non ho rubato», ribadisce Fiorito. No, ha solo comprato una villa costruita abusivamente nella riserva naturale del Parco del Circeo con 800.000 euro in contanti. Embè? Che c'è di male? Per uno che guadagna 300.000 mila euro l'anno... C'era «un accordo di ripartizione dei fondi fra tutti i gruppi che destinava ad ogni consigliere 100 mila euro l'anno per finalità politiche», ammette  ai magistrati lo stesso Fiorito. E la cifra, in base all'accordo, «poteva lievitare grazie ad un accordo all' interno del Pdl in base all'assegnazione degli incarichi ricoperti». 'Roma ladrona!', tuonano i leghisti. 'Zitti, che è meglio', gli rispondono dal partito. L'opposizione attacca: «Con tutto quello che è già emerso, che altro deve venir fuori perchè la Polverini si dimetta?», domanda il capo dei senatori dell'Idv, Felice Belisario. «Quanto ancora dovremo aspettare prima che la governatrice faccia quel passo indietro obbligato e necessario?». «Non mi dimetto», mette in chiaro Renata Polverini, signora e padrone del Lazio. «Perché Bersani non lo ha fatto dopo Lusi e Penati?». Fiorito si incazza. «Non mi piace essere paragonato a Luigi Lusi». «Non sapevo dei 300.000 euro di Fiorito perchè non avevo alcun titolo a saperlo», si difende renatona nostra gajarda e tosta. Veramente «Renata Polverini sapeva perfettamente come funzionava», corregge subito Fiorito. «Non poteva ignorare che si fosse deciso di assegnare 100.000 euro ad ogni consigliere che però potevano essere aumentati fino a 300.000». Fiorito viene sostituito, al suo posto arriva Francesco Battistoni, seguace di Antonio Tajani e berlusconiano di ferro. «Il Pdl non è fatto di tanti Fiorito», spiega al popolo elettore Angelino Alfano, segretario del Pdl. «Noi siamo di un'altra pasta». Certo, quella di Carlo De Romanis, consigliere regionale Pel nel Lazio ideatore di un festa in maschera con lui vestito da Ulisse che torna da Itaca. I maldicenti sostengono che abbia organizzato un festa costata almeno 20.000 euro per festeggiare il suo rientro a Roma dal Parlamento europeo. De Romanis mica smentisce: «Alcuni possono pensare che sia sta un’occasione trash, ma era solo una goliardata, pagata di tasca mia, e ribadisco di tasca mia, che non c’entra niente con la festa a Cinecittà millantata da Fiorito per il Natale di Roma e annullata perché costava oltre 40.000 euro».
Intanto Fiorito racconta agli inquirenti che il nuovo capogruppo Pdl alla Regione Lazio, Battistoni, ha presentato ricevute false dichiarando rimborsi spese falsi. Battistoni si dimette. «Non voglio che in questa vicenda venga tirato dentro tutto il Gruppo regionale del Pdl, tantomeno mi prendo responsabilità per il resto del mondo», dichiara andondosene via. L'opposizione torna a chiedere la testa di Polverini. «Per salvare le istituzioni ormai c'è una sola cosa da fare: tutti a casa», dice il presidente della Provincia di Roma, il Pd Nicola Zingaretti. Anche il capogruppo Pd alla regione Lazio attacca. «Polverini resta, restano i vitalizi ai suoi sodali che in trent’anni - denuncia Esterino Montino - ci costeranno quasi 20 milioni di euro e i suoi 14 assessori esterni che pesano sulle tasche dei cittadini per 5 milioni l’anno». «Dimissioni? Mi chiedo perchè dovrebbe dimettersi un presidente che in questa vicenda è parte lesa», sostiene Alfano. Anche Gasparri sostiene Polverini. «Siamo tutti convinti che non debba dimettersi e mi auguro non lo faccia», commenta il capo dei senatori del Pdl. «Avanti con Polverini». Avanti!, grida il leader della Destra, Francesco Storace. Ma da ancora più a destra giunge l'anatema di donna Assunta Almirante. Polverini «non ha avuto le palle per controllare questi ladri, questi rubagalline e io non ci credo che non sapeva. Faceva finta di non sapere. Pensavo che una donna potesse dare una mano a questa Regione invece mi ha mortificato. Vuole continuare a fare politica? Ma torni nel sindacato, che è meglio». IL 24 settembre 2012 Polverini annuncia le dimissioni, tre giorni più tardi le firma. «Niente mi avrebbe convinto a restare in una situazione imbarazzante. La Giunta è pulita, prendetevela con il consiglio», le parole di Polverini, che accusa i suoi ex colleghi politici. «Questa storia nasce da una faida interna al Pdl. Da domani racconterò tutto quello che ho visto». Intanto riempie Roma di manifesti con su scritto «Questa gente la mando a casa io. Ora facciamo pulizia». Forse che candidano Mastro Lindo? «Il Pdl ha i suoi problemi da risolvere, non c'è dubbio», critica Storace. «No, non siamo allo sbaraglio», assicura Silvio da Arcore. «Occorre un forte rinnovamento per tornare alla politica come servizio e non come fonte di guadagno per i singoli». «Se le forze politiche, in particolari situazioni, dovessero ritenere di chiedermi di servire il Paese, valuterò la situazione», fa sapere Mario Monti, capo del governo tecnico e leader dei catto-banchieri. «Ci devono ancora essere le elezioni», si limita a dire Berlusconi. Bersani, leader del Pd, è ancor più chiaro: «Monti è una risorsa del Paese. Ma se vuole continuare senza maggioranza politica, gli dico che non è possibile». E Bersani, questo, lo sa bene...

Friday 28 September 2012

FACT SHEET/ Share contribution of Euro countries to ESM


Entra in vigore il nuovo fondo salva-stati

La Germania ha ratificato il testo che istituisce l'Esm. Il Meccanismo di stabilità in funzione da inizio ottobre, avrà 700 miliardi per salvare l'Euro.

di Emiliano Biaggio

 Entra in vigore il trattato che istituisce l'Esm, il nuovo fondo salva stati dell'Unione europea. Con la ratifica del trattato da parte della Germania il Meccanismo europeo di stabilità (questo il significato dell'acronimo Esm) prende vita. Le clausole prevedevano che il fondo, per essere operativo e utilizzato, dovesse aver ricevuto la ratifica di quei paesi dell'Eurozona che insieme rappresentano il 90% delle dotazioni finanziarie complessive del fondo. Un risultato che senza l'adozione della Germania sarebbe stato impossibile. Il presidente della Repubblica federale tedesca, Joachim Gauck, ha firmato il documento di ratifica definitiva del fondo salva-Stati Esm. Al testo votato dal parlamento tedesco è stato affiancato un documento che impegna il governo a non superare il tetto di 190 miliardi stabilito per l'Esm senza il consenso dei deputati, come richiesto dalla Corte costituzionale di Karlshrue. Ora si aspetta solo la ratifica dell'Estonia, ultimo paese dell'area Euro a non aver adottato il testo, per l'approvazione formale di tutti i diciassette paese.
Con i suoi 700 miliardi di euro sarà il più grande fondo finanziario internazionale. Di questi, 33 saranno erogati già a ottobre, mentre altri 80 miliardi saranno versati già a inizio 2014. Nell'Esm confluiranno le risorse attualmente a disposizione dell'Efsf, l'attuale fondo salva-stati dei paesi dell'Euro. L'8 ottobre l'Esm entrerà in funzione, quando Juncker terrà la prima seduta del consiglio direttivo. «Confermo che terrò la riunione inaugurale dei governatori dell'Esm l'8 ottobre a margine della riunione dell'Eurogruppo», ha fatto sapere il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, commentando la ratifica del trattato dell'Esm da parte della Germania. «Non vedo l'ora di continuare a lavorare con Klaus Regling (attuale presidente dell'Efsf, ndr), a breve nominato direttore esecutivo dell'Esm», ha aggiunto. L'Esm, ha sottolineato Juncker, «è una pietra miliare negli strumenti anti-crisi dell'Europea e un risultato storico per l'integrazione europea». Il presidente dell'Eurogruppo si è quindi detto «contento» per l'entrata in vigore del trattato dell'Esm dopo la ratifica della Germania. «Nei prossimi giorni anche l'Estonia ratificherà il trattato chiudendo il processo di adozione dei diciassette paesi dell'Eurozona».

Tuesday 25 September 2012



(Non mi fido dei cammelli e di chiunque possa stare una settimana senza un drink)

Monday 24 September 2012

La dignità perduta

Tutti vedono la crisi come un problema economico, ma nessuno si accorge di come realmente si paga una crisi. Che ferisce più nell'orgoglio che nel portafogli.

l'e-dittoreale

Se quello che scrive LaPresse è veroc'è di che preoccuparsi. Se è vero che ci sono sempre più studentesse e sempre più casalinghe, se ci sono, quindi, sempre più donne costrette a prostituirsi per andare avanti, allora la situazione è più grave del previsto. Per più ragioni. In primo luogo perchè vuol dire che il nostro paese si sta sempre più impoverendo. In secondo luogo perchè si nasconde una certa presunta tenuta alla crisi dietro un velo di doppia vergogna, quella delle menzogna e del degrado umano e sociale. In terzo luogo perchè non si vede, e forse non si vuole vedere, una realtà tragica. Ancora, perchè si costringono donne - e quindi essere umani - all'umiliazione. A livello giuridico, si ledono i principi fondamentali e i diritti basilari dell'uomo. A livello sociale, si celebra il funerale del femminismo: quel grande movimento che ha saputo rivendicare come nessun altro i propri diritti e le proprie libertà, facendo sentire la propria voce e facendosi vedere compatte e numerose per le strade e le piazze, ormai non c'è più. Le superstiti e le eredi di quel movimento accettano passive e rassegnate la loro condizione, complice l'indifferenza di quel mondo maschile che dimostra quanto fosse stato amato quel movimento. Del resto si sa, l'uomo è sempre attratto dalla femminilità ma non dal femminismo.
Se quello che scrive la Presse è vero, abbiamo almeno sei motivi per cui essere preoccupati. Sei motivi che offrono un quadro desolante. Ma c'è un ulteriore motivo che certo non contribuisce ad essere sereni. La generale rassegnazione di un paese e di un popolo al declino. Che non è solo economico, ma soprattutto sociale e culturale. Quando in una società vengono meno i valori la società crolla, perchè non ci sono più leggi che sorreggono. E nessuno si spaventa più di nulla nè si scandalizza di niente. Tutto diventa permesso, ogni cosa diviene possibile. Ma una cosa del genere è davvero possibile? E' possibile avere donne costrette a prostituirsi perchè non c'è uno stato che le protegga? In democrazia è inammisile.

Saturday 22 September 2012

bLOGBOOK

Resoconti introspettivi e retrospettivi di un individuo scappato da casa. Come parlare di sè in quarta persona per confondere le idee al lettore. E all'analista.

Si guardò allo specchio. Aveva una ruga. Non si era mai soffermato a contemplarsi su quella parete riflettente: tale era la sua disistima che non aveva mai voluto guardarsi nè in faccia nè tanto meno negli occhi. In tutta la sua vita aveva usato lo specchio solo per le procedure della rasatura, procedure che - va detto - egli non conosceva neanche troppo bene, date le ferite che si infliggeva ogni volta. Ma quel giorno, per puro caso, qualcosa attirò la sua attenzione: quella ruga. Non era una vera e propria ruga, quanto un solco ormai profondo e incolmabibile tra le sopracciglia, proprio sopra il naso. Era la fossetta che si formava ogni qual volta corrugava la fronte, ogni qual volta si crucciava di qualcosa. Ogni qual volta si incupiva. «Ridi di più», sussurrò ripetendosi ciò che gli disse l'amica prima della sua partenza. «Ridi di più. Ma cosa c'ho da ridere?»
Quella telefonata gli aveva lasciato i dubbi di sempre, regalandogli una certezza in più. Pensò a sè stesso e alla sua tristezza. «Non ho niente per cui ridere», disse a voce a bassa, parlando a sè stesso come sovente gli capitava. Neanche l'autoironia riusciva a strapparlo da quella sua condizione. Pensò a quel suo solco tra le due ciglia, e gli riaffiorò alla mente un ricordo d'infanzia. Una maestra delle elementari che gli diceva «Non corrucciare così la fronte, altrimenti a lungo andare ti si formerà una ruga che poi non toglierai più». Davvero aveva riso così poco in tutta la sua vita? Forse sì, a giudicare da quella cicatrice sul volto. Magari qualcuno l'avrebbe trovata interessante, ma lui sapeva che di interessante c'era ben poco. La ruga era anche una testimonianza del trascorrere del tempo. Era già così vecchio? Cosa aveva fatto per tutto quel tempo? Non gradì la risposta che si diede. E in preda alla rabbia, si allontanò da quello specchio, per non guardare in faccia, ancora una volta, quello che era.

(2. continua)

In Tibet cresce il giro d'affari. A scapito dei tibetani

Numeri da capogiro per la Tar, regione sempre più importante da un punto di vista economico. A cui Pechino non rinuncerà.

di Emiliano Biaggio

Una volta il Tibet fu terra di contemplazione, pace e armonia, oggi ciò che resta del cuore del Tibet è terra di business. La trasformazione imposta dalla Cina ha fatta della Regione autonoma tibetana (Tar) una delle regioni più floride del Paese. Nel 2011, il volume di import-export per il la sola Tar ha raggiunto gli 1,36 miliardi di dollari, con un incremento del 62,5% rispetto all'anno precedente. Si tratta di un nuovo record, fanno sapere orgogliose le autorità tibetane. Il grosso di questo business di deve al miracolo cinese in Tibet: la realizzazione delle infrastrutture (ferrovie, strade, aeroporti) ha permesso il costante aumento delle relazioni commerciali tra la Tar e i paesi confinanti, in particolare India, Nepal e Myanmar.
Nella Cina del capitalismo comunista, la Tar è diventata la gallina dalle uova d'oro a cui Pechino non solo non intende rinunciare ma addirittura intende dare ancor più un indirizzo di partito. Il destino della causa tibetana è sempre più irrimediabilmente segnato: con l'economia che cresce, la Cina non rinuncerà certo ai profitti tibetani. E gli uomini d'affari tanto meno. Il grosso del business tibetano è infatti privato: il commercio con l'estero è cresciuto di circa il 280% nei primi otto mesi del 2011, toccanto quota 1,7 miliardi di dollari. Una volta il Tibet fu terra di contemplazione, pace e armonia. Una volta.

Thursday 20 September 2012

Breviario

POST N°1000

«Non ho rubato nulla, ma se ho sbagliato pagherò».
Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl della Regione Lazio indagato per peculato, rispondendo agli inquirenti (19 settembre 2012)

Wednesday 19 September 2012

Georgieva lancia la Protezione civile dell'Ue

La Commissione europea propone l'istituzione dei Corpi volontari europei per gli aiuti umanitari (Evcha), per assistenza e prevenzione da calamità naturali.

Il commissario Ue Kristalina Georgieva
di Emiliano Biaggio

Maglia azzura, la scritta "we care, we act" (ci prendiamo cura, ci adoperiamo), il simbolo dell'unione europea: è la divisa dei Corpi volontari europei per gli aiuti umanitari, la Protezione civile dell'Unione europea lanciata in grande stile dal commissario europeo per la Cooperazione internazionale e gli aiuti umanitari, Kristalina Georgieva. L'Ue finanzierà la formazione di uomini e donne in tutto il territorio dei ventisette stati membri per creare un nuovo "corpo scelto" chiamato a fornire assistenza in quei paesi colpiti da calamità naturali o appena usciti da un conflitto. Non solo. Gli Evcha (questo il nome dei corpi volontari, dall'acronimo inglese per European Voluntary Corps in Humanitarian Aid) saranno chiamati a svolgere azione di prevenzione. «Gran parte di queste persone - spiega Georgieva - sarà impiegata in situazioni post-catastrofe e di prevenzione delle catastrofi, perchè oggi in molte parti del mondo non si fa abbastanza attenzione alla prevenzione». Mai e poi mai gli Evcha saranno inviati in teatri di guerra, assicura il commissario Ue.
L'obiettivo dell'esecutivo comunitario è creare un nucleo tra i 150.000 e i 200.000 uomini, tutti volontari. «L'ultimo sondaggio Eurbarometro indicava che l'88% dei cittadini europei aveva detto di essere d'accordo a istituire corpi». Questi corpi volontari, sostiene Georgieva, saranno un vantaggio per tutti. «Sarà un vantaggio per i cittadini dell'Ue, che potranno fare del bene; sarà un vantaggio per l'intera Unione europea, che potrà vantare di persone formate da schierare dove serve; sarà un vantaggio per quelle popolazioni colpite da calamità». Per Georgieva l'iniziativa della Commissione Ue è quasi un obbligo. Dati alla mano «dagli anni Settanta ad oggi il numero delle calamità naturali è aumantato di cinque volte, e l'impatto è aumantato di intensità». Da qui l'idea della Protezione civile dell'Ue, che lavorerà nel mondo in stretta cooperazione con la croce rossa internazionale.

Il "made in China" entra in Parlamento europeo

Denuncia di Morganti (Lega/Efd): «Nei nostri uffici messi telefoni cinesi».

Claudio Morganti
di Emiliano Biaggio

Sorpresa, in Parlamento europeo i telefoni sono "made in China". Proprio così. Nonostante la concorrenza sleale del paese asiatico e l'impegno comunitario a tutelare il mercato unico dai prodotti provenienti da est, i prodotti cinesi sono giù arrivati. E nel cuore dell'Ue. La denuncia arriva dall'eurodeputato della Lega nord, Claudio Morganti, che lamenta un'operazione di restyling condotta durante l'estate, quando - all'insaputa di tutti - sono stati sostituiti i telefoni. Con apparecchi cinesi. «Rientrando nei nostri uffici dopo la pausa estiva sono rimasto molto perplesso nel trovare dei nuovi telefoni dell'azienda americana Cisco», esordisce Morganti. I telefoni di Cisco, spiega, «ovviamente sono realizzati in Cina, dove, come tutti ben sanno, non si rispettano affatto gli standard sociali dell'Ue». Per l'Itec, la direzione generale che si occupa di fornire assistenza tecnologica all'Europarlamento, non c'è nulla di strano: quando si sostituisce qualcunque apparecchio si provvede a rifornirsi ad un fornitore diverso, così da garantire la concorrenza tra i diversi produttori. Una spiegazione che non convince il parlamentare europeo della Lega. «Ritengo che questa istituzione dovrebbe dare, per prima, l'esempio, e specialmente in questo momento, quando possibile, aiutare le aziende europee piuttosto che quelle di Paesi extra-Ue». Da qui l'invito ad evitare certi tipi di sostituzioni. «Mi auguro - auspica Morganti - che sempre meno prodotti tecnologici che usiamo in Parlamento vengano realizzati in quei Paesi terzi, come la Cina, che sono tra i principali concorrenti sleali dell'Ue».

Tuesday 18 September 2012

La marijuana fa bene

Arrivano nuove conferme: combatte il cancro
 
fonte foto: wired
fonte: wired

Con nuovi studi a confermarne l'efficacia, aumenta tra i ricercatori la convinzione che il cannabidiolo (Cbd) presente nella maijuana rallenta la crescita delle cellule tumorali e inibisce la formazione di cellule che nutrono i tumori, contribuendo così a combattere il cancro e le metastasi. Già note, poi, le capacità di queste sostanze di ridurre il dolore, la nausea e altri effetti correlati alla malattia e alla chemioterapia. Come riporta il Newsweek, già nel 2007 uno studio del California Pacific Medical Center mostrava come il cannabidiolo uccida le cellule tumorali nei pazienti con cancro al seno, distruggendo i tumori maligni e "spegnendo" il gene ID-1, una proteina che gioca un ruolo chiave nel diffondere il male alle altre cellule.
Questo gene, nei soggetti sani, è attivo solo durante lo sviluppo embrionale. Ma nei malati di tumore al seno, e di molti altri tumori maligni in stato avanzato, si è visto che questo gene è attivo e provoca le metastasi, favorendo il passaggio della malattia alle cellule sane. "Ci sono dozzine di tumori aggressivi che attivano questo gene", hanno spiegato i ricercatori, e il cannabidiolo riesce a fermarlo, presentandosi quindi come una cura potenzialmente senza precedenti: ferma il male come la chemioterapia ma, a differenza di quest'ultima, che uccide ogni genere di cellula che incontra e devasta il corpo e lo spirito dei malati, riesce a bloccare solo "quella" particolare cellula maligna.
"Il cannabidiolo offre la speranza di una cura non tossica per migliaia di pazienti", ha detto lo studioso McAllister, a capo del gruppo di ricerca. Da allora però non sono ancora stati condotti test clinici, indispensabili per confermare nell'uomo l'effetto visto in laboratorio. McAllister insomma sta ancora cercando fondi per testare sui malati di tumore l'effetto di questa cura. Nel frattempo, il suo gruppo di studio sta analizzando in laboratorio se è possibile e fruttuoso combinare una cura a base di Cbd con una blanda chemioterapia. Le sue ricerche hanno già mostrato che l'effetto del cannabidiolo viene in questo modo  potenziato: i chemioterapici diventano allo stesso più potenti e meno tossici, perché è possibile ridurli drasticamente.
La scoperta dell'efficacia di queste sostanze si deve a Cristina Sanchez, una giovane biologa della Complutense University di Madrid. Stava studiando il metabolismo cellulare, analizzando le cellule tumorali del cervello, che crescono molto più velocemente delle cellule normali. Per caso, notò che queste morivano ogni volta che erano esposte ai tetracannabinoidi, il famoso Thc che provoca gli effetti psicoattivi della marijuana. Proseguì le sue ricerche e nel 1998 pubblicò i suoi studi, dimostrando che il Thc induce l'apoptosi, ovvero la morte delle cellule di una forma particolarmente aggressiva di tumore cerebrale. Successivamente furono molte le conferme, condotte in diversi Paesi, che il Thc e altri derivati della marijuana — i cannabinoidi — hanno effetti direttamente antitumorali (eccone un esempio riguardo al tumore al polmone). (leggi tutto)

Sunday 16 September 2012

Portfolio (immagini da Amsterdam)





bLOGBOOK - Amsterdam

Amsterdam

Si mostra ogni giorno
nello specchio
dei suoi mille canali,
si ammira tutte le volte
nel suo unico splendore.
Radiosa e vitale,
conquista chiunque col
fascino che le è proprio.
Ora si erge tra vie affollate
ora si cela negli angoli nascosti.
Sfugge,
ma poi ti accoglie
per abbracciarti e
trasmettere il suo respiro vitale.
Ti prende e ti fa sua,
rapisce e non ti lascia.
E nell'aria, odore di libertà...

(2005)

Leggi anche: 
- Amsterdam sotto la neve

Friday 14 September 2012

Sul sistema Italia

Breve video satirico sulla situazione nel nostro paese. Considerazioni agro-dolci su ciò che è e, soprattutto, su ciò che non sarà.





AS Grifondoro, maggica giallo-rossa

Le scarpe di Potter le voglio anch'io

Giallo-rossi dalla testa ai piedi. Da oggi mai detto sarà più vero per i sostenitori del Grifondoro, grazie alle scarpe ufficiali concepite per il tifoso della squadra più popolare di Hogwarts. All'insegna dello slogan "le scarpe di Potter le voglio anch'io" la società ha lanciato l'ultimo prodotto del merchandising giallo-rosso (nella foto qui sopra). L'idea è del nuovo presidente della squadra, Joe Pallamatt's, un mago mezzosangue proveniente dagli Stati Uniti che ha deciso di rinnovare l'ambiente del quidditch ed esportare il marchio anche al di fuori del regno della magia. Alcuni accaniti sostenitori del Grifondoro sono stati visti allo stadio con ai piedi scarpe con i colori del Grifondoro, ma la nuova dirigenza ha subito capito che si trattava di scarpe prodotte nel regno dei babbani i per i tifosi di una squadra di calcio, la Roma, che sarà anche magica ma che nulla ha a che fare col mondo della magia. Joe Pallamatt's (guardate che coincidenza, statunitense proprio come il nuovo proprietario della Roma) ha quindi avuto un'idea: creare un altro prodotto ufficiale da mettere in vendita nei Gryffindor store e fermare la proliferazione dei falsi (foto a destra). Ma non finisce qui, perchè con una magata (e non poteva essere diversamente!) il neo-presidente del Grifondoro ha esportato il brand anche tra i babbani, mettendo proprio il mondo dei babbani al servizio della magia. Forse a Hogwarts sarà sfuggito a qualcuno, ma come si vede a produrre e commercializzare il prodotto è un'azienda molto nota e diffusa nel mondo dei babbani. Come c'è riuscito? Facendo credere di essere il presidente di una squadra di baseball di un paesino sperduto del Vermont ha commissionato alla nota multinazionale di abbigliamento sportivo un piccolo stock di scarpe, portato poi ad Hogwards e moltiplicato con una semplice formula magica. E da oggi tutti potranno dire di essre giallo-rossi dalla testa ai piedi.

Wednesday 12 September 2012

«Avviare indagini sulle prigioni Cia in Europa»

Lo chiede una risoluzione approvata dal Parlamento Ue. «Fino a oggi poca trasparenza»

di Emiliano Biaggio

Fare chiarezza sulle presunte prigioni della Cia in Europa una volta per tutte e aprire un'inchiesta che faccia luce su una questione ancora tutta da chiarire. Questa la richiesta del Parlamento europeo agli stati membri dell'Ue, non obbligatoria ma comunque ufficiale. L'organismo comunitario riunito a Strasburgo per la sessione plenaria ha infatti approvato una  risoluzione legislativa non vincolante in cuyi si stabilisce che «gli Stati membri dell'UE devono condurre indagini per scoprire se ci siano state prigioni segrete o strutture sul loro territorio nelle quali fossero detenute - nei primi anni del 2000 - persone del programma segreto della Cia di consegna e detenzione». Adottata con 568 voti favorevoli, 34 contrari e 77 astensioni, la risoluzione rivolge un invito esplicito a Lituania, Polonia e Romania, paesi che il Parlamento Ue ritiene debbano essere «incoraggiati ad aprire, o riprendere, indagini indipendenti». Ci sarebbero infatti «nuove prove» sui collegamenti aerei tra Romania e Lituania all'interno del programma dell'agenzia d'intelligenze degli Stati Uniti tali da indurre a ripartire con gli accertamenti. Non solo: addirittura la Romania ospiterebbe «presunti siti di detenzione segreta della Cia» su cui il Parlamento Ue invita il governo di Bucarest ad indagare. Alla Polonia si chiede invece di «proseguire l'indagine penale in corso sulla detenzione segreta».
   La risoluzione non si rivolge però solo a questi tre paesi: i deputati europei esortano infatti Cipro, Danimarca, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Polonia, Portogallo, Romania e Spagna a «rivelare tutte le informazioni su piani sospetti collegati alla Cia e al loro territorio». La risoluzione, spiega la relatrice del testo, Helene Flautre (Verdi/Ale), «sostiene l'esistenza di un vasto e segreto sistema illegale che ha portato alla tortura e sparizioni forzate». Tutto si basa su «fatti nuovi, in particolare sui dati aerei gestiti da Eurocontrol», l'organizzazione civile-militare responsabile del controllo e della gestione del traffico aereo in Europa. Il problema, denuncia Flautre, è che fino a oggi sulle presunte prigioni Cia in Europa c'è stata «mancanza di trasparenza, mancanza di rigorose tecniche investigative e di cooperazione».

Tuesday 11 September 2012

In Italia insegnanti vecchi e scuole senza soldi

La fotografia scattata dall'Ocse nel rapporto "Education at a glance 2012"

foto: eunews
fonte: eunews

Insegnanti vecchi, pochi contributi pubblici per l’istruzione e indicatori sotto la media Ocse: l’Italia è fanalino di coda in termini di performance di sistema scolastico. Lo rileva l’Ocse, nel rapporto ‘Education at a glance 2012′, lo studio sullo stato dell’istruzione e dell’educazione diffuso oggi. Dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico arriva per il nostro paese una brutta notizia: nel settore dell’istruzione non c’è spazio per i giovani. Solo l’1% degli insegnanti attivi nella scuola primaria (elementari) e secondaria (medie, licei e istituti tecnici) ha meno di trent’anni, contro la media Ocse, rispettivamente de 13% e dell’11%. Nel nostro paese le cattedre sono affidate a cinquantenni e ultra cinquantenni: nella scuola primaria la quota è al 46% degli insegnanti, e la soglia tocca il 59% nella scuola secondaria, dove sei professori su dieci hanno quell’età. Numeri da capogiro se si considera che la media Ocse è del 30% per gli insegnanti dai cinquant’anni in su nella scuola primaria e del 36% la quota di insegnanti con almeno cinquant’anni nelle scuole secondarie. Non solo: in Italia alle elementari l’83% dei maestri ha almeno quarant’anni, e tra scuole medie e istituti superiori il numero dei docenti dai quarant’anni in su rappresenta il 90% del totale.
(leggi tutto)

Monday 10 September 2012

Libertà di culto in Egitto, il silenzio dell'Ue

In sala stampa si chiede se Barroso ne parlerà al presidente egiziano, ma non si sa.

di Emiliano Biaggio

Rispetto per le minoranze religiose? Sì, no, forse. Su un tema tanto delicato quanto attuale la Commissione europea riesce a non sbilanciarsi, non dicendo se giovedì anche di questo parleranno Josè Manuel Barroso e Mohamed Morsi. Il presidente della Commissione Ue riceve infatti il presidente dell'Egitto, paese di religione in prevalenza musulmana (il 90% della popolazione) e con la minoranza cristiano copta (10%) perseguitata dalla maggioranza islamica. Un fatto denunciato pubblicamente in sala stampa da un giornalista. «Diverse centinaia di donne copte sono state rapite e costrette a sposarsi con dei musulmani», costrette quindi a convertirsi all'Islam. Di fronte a tutto questo, denuncia il cronista, «le autorità non intervengono perchè la legge della sharia permette queste cose». Da qui la domanda: «Barroso solleverà la questione della libertà religiosa» in occasione dell'incontro con Morsi?
La risposta della portavoce della Commissione europea, Pia Ahrenkilde Hansen, ha dell'incredibile: non si sa. «L'agenda è ancora in fase di definizione», si limita a spiegare. «Quando l'agenda sarà definita sarò felice di dirle quali temi saranno affrontati». Insomma, chi vivrà vedrà.

Portfolio (pictures from Knokke)











Saturday 8 September 2012

bLOGBOOK - Knokke (omaggio ad Amelie)

Knokke, il lungomare
Knokke
(omaggio ad Amelie Poulain)

L'8 settembre del 1943, alle 19:42 il capo del governo italiano, Pietro Badoglio, legge alla radio il suo proclama col quale annuncia l'armistizio con le forze anglo-statunitensi. Sessantanove anni più tardi, sulla costa belga alle 10:32 Emiliano Biaggio prende il sole sulla spiaggia di Knokke. Forse per molti questo evento rimarrà sconosciuto così come il suo protagonista, ma per il solo fatto di essere senza precedenti tutto questo, nel suo piccolo, rimarrà comunque nella storia. A Emiliano Biaggio piace andare al mare per prendere il sole sulla spiaggia e fare lunghe passeggiate sul bagnasciuga. A Emiliano Biaggio, di conseguenza, non piace il Belgio, dove tutto ciò non è mai possibile. Quell'8 settembre 2012, però, per sua insperata buona sorte e irrefrenabile gioia, il tempo decide di concedergli una delle giornate più belle che nel regno si ricordi. Dopo essersi alzato alle 7 del mattino, alle 8:21 Emiliano Biaggio è sul treno per Knokke, dove arriva con perfetta belga puntualità e funzionalità. In quello stesso momento, non distanti da Roma, un altro treno arriva invece nella stazione di Cecchina con normale italiano ritardo e difficoltà. A circa 1.795 chilometri di distanza da Knokke, i genitori di Emiliano Biaggio, la signora Paola Cavalletti in Biaggio e il signor Silvano Biaggio, prendono anch'essi il sole proprio mentre lo prende il loro figlio a circa 1.795 chilometri da loro. A Paola Cavalletti in Biaggio piace distendersi al sole sulla spiaggia; alla signora Paola Cavalletti in Biaggio non piace quando il marito le intima di andar via dalla spaggia. A Silvano Cavalletti non piace il mare, ma per doveri coniugali è costretto ad andarci. Ora sappiamo dove nasce la passione di Emiliano Biaggio per il mare, passione che Emiliano Biaggio decide di condividere. Alle 12:39 di quell'8 settembre, in Italia, e più precisamente nel comune di Ariccia, Paola "a roscia" riceve un messaggio di Emiliano Biaggio, che da Knokke le fa sapere che sta prendendo il sole.
A Emiliano Biaggio piace viaggiare, spedire le cartoline agli amici lontani, sorseggiare una birra fresca seduto al sole al tavolo di un bar mentre scrive le cartoline da spedire agli amici lontani. L'8 settembre del 1941, alle 07:33 comincia l'assedio di Leningrado da parte delle armate naziste. Settantuno anni dopo, a 2.477 chilometri di distanza da quella città che non si chiama più Leningrado ma San Pietroburgo, alle 14 in punto Emiliano Biaggio è seduto al bar La Croisette per riempire le cartoline appena comprate e degustare una Leffe bruin. L'operazione avviene sempre grande meticolosa laboriosità: prima si scelgono le cartoline, poi a chi attribuirle, e infine - anche a seconda del soggetto riprodotto, ma non necessariamente - si trova l'ispirazione per un messaggio per ognuno dei destinatari. Alle 14:32 Emiliano Biaggio, ingerito l'ultimo sorso di birra, ripone le cartoline scritte e affrancate nell'involucro di carta, che ripone a sua volta nello zaino, e inizia a visitare la cittadina. Al termine del giro Emiliano Biaggio conviene di aver avuto un'ottima idea nello scegliere di andare a Knokke, e decide che prima o poi ci tornerà. Contento per la natura graziosa e rilassante del posto, alle 15:43 Emiliano Biaggio è di nuovo in spiagga a prendere il sole, dove rimane fino alle 18:32. L'8 settembre 1870, alle 10 in punto il generale Raffaele Cadorna con i suoi uomini dà inizio all'operazione militare che avrebbe poi condotto alla presa di Roma. Centoquarantadue anni dopo, alle 19:06 Emiliano Biaggio è sul treno che lo riporterà a Bruxelles. A Emiliano Biaggio l'idea di dover tornare a casa non va giù, poi pensa che il giorno successivo il tempo concederà un'altra giornata come quella trascorsa, e lui - pregustando già la giornata che lo aspetta - chiude gli occhi e si perde nei suoi sogni. Dopo 5.940 secondi dalla partenza del treno Emiliano Biaggio è a Bruxelles, pronto per ciò che gli resta di quell'8 settembre. 


Il mare di Knokke

Portfolio - immagini da Knokke


Other destination I was:

Amsterdam / Antwerpen / Berlino / Binche / Braine l'Alleud / Brugge / Budapest / De Haan / Den Haag / Durbuy / Gent / Halle / Knokke / Leuven / Liège / Mechelen / Mons / Namur / New York city / Oostende / Santiago de Compostela / Strasbourg / Tournai / Vilvoorde / Waterloo

Friday 7 September 2012

Doppia sede del Parlamento europeo: un nuovo attacco, dalla Scozia

Ogni sessione costa 15 milioni e produce 1.600 tonnellate di CO2

Ian Hudghton (fonte foto: eunews)
di Renato Giannetti (per eunews)

Bruxelles-Strasbrugo, Strasburgo-Bruxelles. Questa la rotta dei deputati europei che, per obbligo imposto dai Trattati, devono fare avanti e indietro tra la sede francese e la sede belga del Parlamento europeo. Un continuo spostamento di persone e documenti, per i quali vengono mobilitati camion, auto, treni e aerei. Un trasloco di dimensioni uniche, eccezionali soprattutto in termini di denaro: un solo trasferimento costa oltre 15 milioni euro, il costo di un buon salario per 500 persone, ad esempio. A a fine anno, per tutti i viaggi Bruxelles-Strasburgo andata e ritorno, per il contribuente europeo il conto è salato: duecento milioni di euro. Buttati. La vicenda non è nuova, si trascina da anni, ma in tempi di crisi e in regime di austerithy la questione fa a gridare allo scandalo e induce a sollevare il tema. Lo ha fatto Ian Hudghton, presidente del partito nazionale scozzese e deputato europeo dei Verdi-Ale, secondo il quale tutto ciò “è una follia”. Hudghton non ha dubbi: “Lo spostamento mensile del Parlamento europeo a Strasburgo è un enorme spreco di tempo e soldi”, oggi più che mai. “Con milioni di persone in tutta Europa affetti dalla crisi, questa follia mensile non può essere più giustificata”.
Da qui la proposta di rivedere i trattati sul funzionamento dell’Ue, che prevedono che il Parlamento europeo si debba riunire a Strasburgo almeno dodici volte l’anno, praticamente una al mese. I deputi europei, Hudghton in testa, il 9 marzo 2011 hanno adottato due atti con cui hanno modificato i calendari dei lavori del Parlamento Ue per il 2012 e il 2013, cancellando una sessione plenaria a ottobre di ognuno dei due anni. “E’ calcolato che la cancellazione solo di un viaggio comporterebbe un risparmio di circa 15.000.000 di euro e l’immissione in atmosfera di 1.600 tonnellate di anidride carbonica”, ha sottolineato Hudghton. Insomma, un affare per le tasche e per l’ambiente. Ma non per la Francia, che ha portato la vicenda all’attenzione della Corte di giustizia europea, che ha riconosciuto la fondatezza delle ragioni della Francia, sottolineando che i calendari non possono essere modificati artificiosamente. “Mi auguro che la Corte di giustizia – ha commentato il deputato dei Verdi – nell’emettere la sentenza abbia considerato i Trattati nell’interesse dei cittadini piuttosto che negli interessi economici e negli interessi dei governi europei”.

Thursday 6 September 2012

Breviario

«Se non ci sarà più fiducia nell'Europa le basi per la pace sociale andranno perse». 
Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo (Bruxelles, 6 settembre 2012)

Ue, ha un lavoro solo il 13,3% dei giovani laureati

Lo rivela l'ultimo studio Ocse sull'occupazione. Grecia e Italia i peggiori tra i ventisette paesi membri.

(fonte: asca)

Lo studio e il titolo di studio, in Europa, non aiutano i giovani a trovare lavoro. E' quanto emerge dagli ultimi dati sulla disoccupazione giovanile diffuso in occasione di 'Jobs 4 Europe', la conferenza sulle politiche a sostegno della creazione di lavoro in Ue organizzata dalla commissione europea oggi a Bruxelles. I numeri forniti dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico parlano chiaro: ad aprile 2012 solo il 13,3% degli under 25 con un titolo di studio ha un'occupazione in Europa. Un dato che non cambia nei paesi dell'Eurozona, dove mediamente solo il 13,7% dei giovani compresi nella stessa fascia d'età di riferimento sono ha un impiego.
Casi emblematici di questa situazione paesi come Grecia e Italia. Nel paese ellenico, rileva l'Ocse, ad aprile 2012 solo il 2% dei giovani diplomati o laureati ha un posto di lavoro, mentre nel nostro paese è il 2,7%. Peggio solo Slovacchia (1,4%) e Ungheria (1,6%). Diploma e laurea aprone invece le porte del mondo del lavoro in Danimarca e Paesi Bassi: ad aprile 2012, secondo i dati Ocse, questi in questi due paese ha un lavoro rispettivamente il 42,4% e il 45,1% dei giovani con titolo di studio.

Wednesday 5 September 2012

Breviario

«Credo che l'Ue debba prendersi le sue responsabilità e ammettere che l'attuale crisi economica altro non è che lo specchio del fallimento della sua stessa storia, e dei suoi trattati, che fanno acqua da tutte le parti».
(Claudio Morganti, deputato europeo della Lega nord, in una nota del 4 settembre 2012)

Salute

Angela Merkel, cancelliere tedesco (2 settembre, festa popolare di Gillamoos, Baviera).

Tuesday 4 September 2012

Crepe nelle travi del soffitto, Parlamento Ue chiuso

Si temono cedimenti. Si attendono gli accertamenti, con i francesi che chiedono di spostare i lavori a Strasburgo.

Il parlamento europeo a Bruxelles
di Emiliano Biaggio

L'Unione europea scricchiola e rischia il collasso su stessa. Non una bella immagine, davvero. Ma è quella che offre la sede belga del Parlamento Ue, dove alcune delle travi di legno che sorreggono parte della copertura sono danneggiate. Per l'esattezza si tratta di tre travi dell'edificio Spaak, uno di quelli che forma l'organismo comunitario, proprio quello in cui si trova l'emiciclo. Da verifiche di routine sono emerse crede nelle travi che sorreggono il soffitto, e quindi la parte del Parlamento Ue interessata è stata dichiarata inagibile e quindi chiusa. Ovvie ragioni di sicurezza hanno indotto a precludere l'accesso a tutti, eccetto ai tecnici che ora saranno chiamati a valutare l'entità del danno e la gravità della situazione. Davvero un'immagine poco rassicurante, quasi a sintetizzare la delicatezza del momento. L'Ue e l'euro sono sotto attacco, e in borsa si specula sulla caduta delle moneta dell'Euro, evento che segnerebbe la fine del disegno comunitario. Il Parlamento europea che rischia di crollare è quindi una rappresentazione emblematica - speriamo non un presagio - della difficoltà di questa Ue, divisa al proprio interno e incerta sul da farsi per uscire da questa crisi senza fine.
Intanto con l'occasione i socialisti francesi ci riprovano: spostiamo i lavori a Strasburgo. La proposta è di Catherine Trautmann, capo delegazione del Ps/S&D, nata proprio a Strasburgo e sempre a Strasburgo eletta. «Ci minacce per l’emiciclo del Parlamento europeo a Bruxelles», per cui - dice - «il principio di precauzione ci obbliga a ipotizzare uno spostamento delle mini-plenarie a Strasburgo». Per la gioia di tutti, data la facilità con cui Strasburgo si raggiunge da Bruxelles: cinque ore di treno, o tre ore e mezzo usando l'aereo.

Canta "Il pulcino Pio" per strada: presa a schiaffi

Ragazza canta Il Pulcino Pio: picchiata a Polignano a Mare
Il tormentone estivo lanciato da Radio Globo genera una rissa singolare nel barese: ne fa le spese una giovane che la stava canticchiando


(fonte: baritoday)

"In radio c'è un pulcino, in radio c'è un pulcino...". Ed ecco arrivare due schiaffoni in viso, ben assestati. La brutta avventura di una ragazza di Polignano a Mare, cittadina in provincia di Bari, ha davvero dell'incredibile.
La giovane, "ipnotizzata" come tanti dal tormentone estivo surreal-demenziale dal ritornello ossessivo, stava canticchiando l'allegro motivetto per le vie del centro storico del paese. Un coetaneo, evidentemente molto infastidito dalla canzonetta, le ha imposto di smetterla e, al rifiuto di lei, l'ha colpita con due schiaffoni.
E' bastato davvero poco per passare dal motivetto cantato allegramente alla rissa, prontamente sedata dagli amici dell'aggressore. Per fortuna tutto è finito senza ulteriori violenze, come invece avviene (virtualmente) nel video originale e in quello della parodia di "Io odio il pulcino Pio".
Ragazza canta Il Pulcino Pio: picchiata a Polignano a Mare



Sunday 2 September 2012

Intercettazioni, il bavaglio adesso lo mette Monti

Il ministro della Giustizia del governo tecnico ha aperto a una nuova legge, riprendendo per un attimo la peggiore agenda del berlusconismo. Lo staff chiamato a salvare il paese finirà con il condannarlo?

l'e-dittoreale

Sembrava fatta. Sembrava che la minaccia di un bavaglio all'informazione, con l'uscita di scena di Silvio Berlusconi, fosse scongiurata. Invece il caso delle intercettazioni telefoniche che vede coinvolto il presidente della Repubblica ripropone il tema delicato della riforma della legge che disciplina il ricorso alla conversazioni telefoniche e al loro utilizzo. Berlusconi voleva una legge che impedisse alla stampa di pubblicare i dialoghi compromettenti per i politici e gli alti dirigenti, con sanzioni pecuniarie salatissime per gli organi di informazione e addirittura il carcere per il cronista che si fosse permesso di riportare in tutto o in parte il contenuto della telefonata. Prima i dissidi interni alla maggioranza con la rottura con i finiani e poi la caduta del governo hanno impedito che si mettesse un bavaglio all'informazione, ma adesso che il tema riguarda da vicino Giorgio Napolitano - secondo Panarama, che ha pubblicato il contenuto delle intercettazioni, al centro di una nuova trattativa Stato-Mafia - si ritorna a parlare di riforma. «Va fatta» per il Guardiasigilli Paola Severino. Insomma, si ricomincia con il tema tanto caro a Berlusconi. A proposito: lo stesso ha ritenuto di schierarsi con il presidente della Repubblica, e di mettere in chiaro di essere del tutto estraneo alla vicenda. Prima assicura di avere «un rapporto consolidato e leale» con il capo dello Stato, quindi l'ex premier denuncia che «il Quirinale è stato oggetto di attenzioni speciali e tentativi di condizionamento impropri, e brutali, ai quali sono completamente estraneo». Una giustificazione curiosa perchè non necessaria, dal momento che nessuno l'ha richiesta. Excusatio non petita accusatio manifesta, dicevano i latini. Vale a dire che in certi casi chi si scusa in realtà lo fa perchè ha qualcosa da nascondere. La macchina del fango di Silvio Berlusconi si è manifestata in tutta la sua bassezza col caso Boffo, con il direttore del quotidiano di sua proprietà che si è distinto per il suo killeraggio mediatico in barba all'etica professionale. Oggi un altro pezzo dell'impero di Berlusconi, Panorama, torna a sollevare un polverone su un tema, quello che l'ex capo di governo definisce «condizionamenti impropri», che lo stesso Berlusconi a molto a cuore perchè, parole sue, è «un avversario deciso» dello strumento delle intercettazioni telefoniche e della loro pubblicazione. Adesso che il ministro Severino torna a parlare di nuova legge, il Pdl si dice pronto a sostenerla. Ancora una volta il potere si mostra sordo alle lamentele degli italiani e sensibile solo alle proprie esigenze di autodifesa. Ma soprattutto la democrazia italiana torna improvvisamente fragile.


bLOGBOOK

Resoconti introspettivi e retrospettivi di un individuo scappato da casa. Come parlare di sè in quarta persona per confondere le idee al lettore. E all'analista.

«Oh, guarda che non stai andando al patibolo».
«No, sto solo andando via. Che forse è solo la stessa cosa».
Lei parlò, lui la sua risposta la pensò solamente. Non replicò, ma da ciò che lei gli disse capì che tutto il suo malessere doveva trasparire con ogni evidenza. Per quanto nella sua vita avesse cercato di mascherare le sue emozioni, la sfera emozionale era sempre stata una delle cose che mai aveva imparato a tenere sotto controllo. Al contrario, se ne lasciava trasportare.
«Vedi di divertirti, e ridi un po' di più». Anche ciò che gli disse l'altra gli fece capire che ormai era un libro aperto al mondo, o almeno solo ai suoi amici. Come dovrebbe essere normale, in fondo. Ma lui si era sempre vergognato di parlare di sè con loro, che a quanto parve non ebbero mai bisogno di dialoghi per capirlo. Si era sempre rifugiato nei suoi imbarazzi e nei suoi silenzi, e anche quella sera fu così. Si limitava ad abbracciare quanti lo salutavano, ma senza rispondere alle loro parole. Anche per timore di rispondere in modo inappropriato: aveva sempre avuto paura di dire le cose sbagliate. Anche per questo spesso non parlava. Ma in quel momento la verità è che non sapeva cosa avrebbe potuto dire, non sapeva cosa avrebbe dovuto fare. Partiva un'altra volta, sapeva solo questo. Oltre al fatto che più si allontanava da quei luoghi e da quelle persone, sempre meno erano i motivi che lo avrebbero spinto a tornare. In fin dei conti si esiste per chi c'è. Anche se lui aveva imparato a sue spese che per chi c'è si può anche non esistere.
«Quanto torni?», gli chiesero
«A novembre», disse per dare una risposta che comunque sapeva di non poter dare per certa. Lui aveva deciso che per quel periodo sarebbe tornato. Doveva effettivamente sottoporsi a cure mediche, ma non aveva ancora preso alcun appuntamento. Per cui rimase sul vago. In fin dei conti in un mese ci sono più giorni. La sua idea era di tornare senza farlo sapere, transitare per pochi attimi per poi ripartire. Sapendo già che una simile strategia, se attuata, avrebbe scontentato più di qualcuno. Era così, lui. Strano. Fatto di silenzi e interrogativi. Di cinismo, come gli ripeteva sempre il suo amico. Ciò era vero, ma solo parzialmente: lui cinico lo era, certo. Ma a parole e in quel modo soltanto, poichè non aveva gli strumenti per poterlo essere di persona. In quel momento però cos'era? Se avesse dovuto dire come si sentisse cosa avrebbe dovuto dire? Non lo sapeva. Era sottosopra. Ma forse, come gli avevano notare, era solo profondamente triste.
«Ridi un po' di più». Ripensò a quello che gli aveva detto l'altra, e non potè fare a meno di domandarsi se fosse contento, felice e sereno. Non lo era. Non aveva niente di tutto ciò, e questo - si capisce - toglie il sorriso. Lui lo sapeva fin troppo bene, ma sperava che dopo tanti anni avesse imparato quantomeno a mascherare meglio quelle sue fragilità. A quanto parve però non vi era riuscito.
Andò via. Dopo aver salutato tutti si avviò pensieroso verso la sua auto. Se l'avesse fermato qualche pattuglia sicuramente gli avrebbero ritirato la patente, dopo tutte quelle birre. Ma non era questo a cui stava pensando. Aveva un groppo il gola.
«Brutta cosa la tracheite cronica», pensò. L'ironia e l'autoironia erano le sole armi che aveva per combattere quel mondo in cui tanta fatica faceva a ritrovarsi, il suo unico kit di sopravvivenza, la sola formula per la salvaguardia della propria esistenza. Le aveva scoperte col tempo, dopo uno dei suoi periodi non certo migliori. Con gli anni le aveva coltivate, perfezionate e migliorate, e ormai ironia e autoironia erano diventati uno dei suoi tratti quasi caratterizzanti. Ma quella sera era a contraddistinguerlo era altro. Gli affiorò in mente la suite del Barel-organ waltz di Schostakovich. L'aveva ascoltata il giorno prima, e gli era rimasta in mente. Prese il telefono cellulare. Era tardi. O presto, a seconda dei punti di vista. Ma sapeva che, nonostante l'ora, avrebbe potuto telefonare. Ma non da lì. Avrebbe chiamato da casa, lontano da orecchie indiscrete. Quindi accese il motore, fece partire l'auto e se ne andò.

(continua)