Sunday 29 September 2013

A proposito dell'Italia


"What a terrible time than where idiots are leading the blinds"
(William Shakespeare)

Saturday 28 September 2013

FACT SHEET / New EU MFF


Nella ragnatela dell'Ue

Otto modifiche in corso d'opera, tra veti politici, vincoli tecnici e giuridici, e variabili contabili: l'intricata matassa del bilancio comunitario mostra la complessità delle dinamiche europee.

I due bilanci Ue a confronto
di Emiliano Biaggio

   Mettere a punto un bilancio dell'Unione europea non è una cosa facile, doversene occupare ancora meno. La rappresentazione di cosa possa significare l'Unione europea passa però attraverso le dinamiche comunitarie. Per le spese di un anno ci sono volute, in corso d'opera, otto manovre correttive. Rispetto alle spesa per il 2013 preventiva nel 2012, si è dovuto mettere più volte mani al portafoglio per modificare dei conti che non tornavano e che rischiano di continuare a non tornare. Dover rivedere i conti significa, in sostanza, che gli Stati membri devono attingere ai propri bilanci nazionali per rimpinguare l'Erario comunitario. E mettere mano al portafogli non è mai piacevole, specie in periodo di crisi. Questo è solo uno degli aspetti della questione, davvero complessa. Le sorti del prossimo bilancio settennale dell'Ue, quello che deve garantire il funzionamento della macchina europea dal 2014 al 2020, sono legate alle sorti della parte più consistente della parte di modifica del bilancio per l'anno in corso (da 11,2 miliardi), che è stata divisa in due parti (una prima manovra correttiva da 7,3 miliardi e una seconda manovra correttiva da 3,9 miliardi per un totale di 11,2 miliardi, quanto cioè richiesto). Quando si parla del tema, i profani - quelli che hanno l'onore e l'onere di dover raccontare delle vicende comunitarie - si riferiscono allora alla prima proposta emendativa e alla seconda proposta emendativa. Peccato che tra queste due proposte, temporalmente si sono susseguite altre quattra proposte di modifica del budget 2013, e gli addetti ai lavori delle istituzioni comunitarie identificano nella proposta emendativa 1 e 2 altre voci di modifica.
   Ripercorrendo la cronistoria del bilancio Ue per l'esercizio finanziario 2013, abbiamo otto proposte di modifica. Il 18 marzo la Commissione ha presentato la rettifica per il contributo necessario per le spese di allargamento dell'Unione con l'ingresso della Croazia (emendamento 1); il 27 marzo è stata avanzata la proposta da 11,2 miliardi per coprire i buchi maturati ed onorare i pagamenti, proposta di cui ancora si discute per la quota mancante (emendamento 2); il 15 aprile è stata approvata la modifica dovuta a entrate extra per un miliardo nel 2012 (nel 2012 l'Ue ha avuto in sostanza utili non previsti, e sono usati per le spese del 2013. E' la modifica n°3); il 29 aprile sono state presentate modifiche per dotare di maggiori risorse l'Agenzia spaziale Gnss e la Corte di giustizia (emendamento 4); il 2 maggio la Commissione ha chiesto la mobilizzazione di 14,6 milioni per far fronte alle inondazioni in Austria, Slovenia e Croazia (spese imprevedibili nel 2012, che costringono a rimettere soldi nel Fondo di solidarietà. E' la modifica n°5); il 10 luglio è stata esatta la richiesta di pagamento delle mancate riscossione dei dazi doganali (mancano all'appello circa 2,8 miliardi. E' la modifica n°6.); il 25 luglio la Commissione ha proposto di garantire 150 milioni di euro ai maggiori contributori del 'rebate' britannico, il rimborso per le spese sostenute a favore dell'Ue (Bruxelles intende garantire 100 milioni alla Francia, 30 milioni all'Italia, 20 milioni alla Spagna. E' la modifica n°7). Il 25 settembre la Commissione ha presentato una proposta di modifica da 3,9 miliardi (è la modifica n°8). La modifica n°8, l'ultima, è il completamento della proposta di revisione n°2 del 27 marzo: degli 11,2 miliardi richiesti dalla Commissione europea, il Consiglio (vale a dire gli stati membri) hanno garantito solo 7,3 miliardi.
   Per chiudere l'anno in parità come richiesto da trattati – l'esercizio finanziario non si può chiudere in deficit, ricordano a Bruxelles – questi 3,9 miliardi di euro sono indispensabili. Il Parlamento europeo - che su questioni di bilancio ha potere di voto e di veto - ha legato il proprio via libera all'accordo politico sul budget 2014-2020 (Mff) alla copertura totale delle spese per l'anno in corso. Tradotto: o gli stati sborsano tutti gli 11,2 miliardi richiesti dalla Commissione il 27 marzo o per i prossimi sette anni non si ha un bilancio. Il 2 ottobre è previsto il "trilogo" (riunione Commissione-Parlamento-Consiglio) chiamato a discutere la proposta emendativa di bilancio della Commissione europea per il 2013. Come detto se non c'è accordo salta anche l'accordo politico per il bilancio settennale che dovrebbe entrare in vigore dall'1 gennaio. Il calendario è pressochè obbligato: il testo sarà prima all'attenzione degli Stati membri, e solo successivamente all'attenzione del Parlamento. Per gli stati membri il primo appuntamento utile per votare il testo è il 15 ottobre, in occasione del consiglio Ecofin di Lussemburgo. Si tratta anche dell'ultima occasione utile per licenziare il testo (a meno di Ecofin straordinari) dato che serve il via libera del Parlamento nella sessione plenaria di ottobre (21-24). I 3,9 miliardi di proposta emendativa servono infatti per garantire i pagamenti da effettuare entro il 31 ottobre, e per approvare la proposta emendativa varata pochi giorni fa non ci sono margini. I soldi che servono per i pagamenti da effettuare entro fine ottobre non possono essere trovati dopo quella data. Il negoziato, già complesso di per sè, è in salita: Gran Bretagna, Finlandia, Danimarca, Svezia e Paesi Bassi non intendono mettere soldi, e sono intenzionati a votare contro la proposta emendativa di bilancio N°8 (3,9 miliardi). Un problema, vista che su questioni di bilancio serve l'unanimità.
  In mezzo ci sono gli altri paesi che chiedono ciascuno le proprie rassicurazioni. Ci sono Francia, Italia e Spagna che vogliono vedersi garantite le risorse aggiuntive per lo "sconto" britannico. Da trattati è previsto, per la Gran Bretagna e solo per lei, un rimborso per lo squilibrio tra ciò che si mette sul piatto dell'Ue e ciò che dall'Ue si riceve in termini economici e di benefici. I principali contributori sono Francia, Italia e Spagna. La Commissione vuole dare loro 150 milioni (100 milioni alla Francia, 30 milioni all'Italia, 20 milioni alla Spagna. E' la proposta emendativa n°7 al bilancio 2013). I negoziati su questo sono ancora in corso. Poi - anche qui in sospeso con negoziati Parlamento-Consiglio in corso - c'è la questione sottesa alla proposta rettificativa del 10 luglio (la n°6): nel 2012 si era previsto di raccogliere una quantità X attraverso dazi doganali, ma l'Ue ha riscosso meno del preventivato, circa il 20% in meno rispetto alle attese. C'è, in sostanza, un buco da 4 miliardi. L'ammanco è parzialemente coperto da 1,2 miliardi che l'Unione europea ha ricavato da multe agli stati membri: alla fine mancano 2,8 miliardi. A questi si aggiungono altri 5,3 miliardi non richiesti dalla Commissione: la proposta emendativa da 11,2 miliardi al centro delle dispute tra Parlamento e Consiglio e che rischia di far saltare i negoziati sul bilancio 2014-2020 è infatti stata avanzata al ribasso. Siccome gli stati non sono disposti a mettere soldi (la Commissione aveva proposto un bilancio settennale da 1.045 miliardi, il Consiglio si è accordato per 959), la Commissione ha chiesto lo stretto necessario per poter chiudere il 2013: ha chiesto 11,2 miliardi quando in realtà ne occorrerebbero 16,5. Questo significa che i pagamenti che possono essere dilazionati saranno dilazionati, e trasferiti al 2014 come impegni in sospeso che devono ancora essere trasformati in pagamenti (i cosiddetti "arretrati da liquidare", noti nel gergo di Bruxelles come "Ral – Reste à liquider"). Insomma, il bilancio 2013 che ancora non si chiude dice che in caso di accordo per il budget 2013 il bilancio per il 2014 si aprirà già in perdita, con un ammanco da otto miliardi (i 2,8 di mancati dazi doganali più i 5,3 miliardi non chiesti nella manovra correttiva n°2). Tutta questa storia offre un'idea della complessità delle tematiche comunitarie, legate alle dinamiche politiche e alle questioni meramente tecniche. E quella offerta non è che una delle tante storie che Bruxelles può far raccontare. A patto di saperle raccontare.

Tuesday 24 September 2013

Berlusconi candidato in Estonia?

L'ipotesi secondo cui il Cavaliere vorrebbe aggirare così l’incandidabilità è stata presa sul serio dalla stampa locale, secondo cui ci sarebbero tre ostacoli legali che potrebbero essere superati.

di Alfonso Bianchi (per eunews)

Aggirare l’incandidabilità italiana acquisendo la candidabilità in Estonia. È l’idea che starebbe balenando nella testa del Cavaliere. Voci senza fondamento per molti ma che invece sono state prese sul serio dalla stampa di Tallinn. Il quotidiano Postimees ha oggi pubblicato un articolo per cercare di spiegare quanto questa ipotesi, che può sembrare piuttosto fantasiosa, sia, seppur molto difficile, possibile da attuare.
   Il Messaggero, il primo a pubblicare l’indiscrezione, ha ricordato il caso di Giulietto Chiesa, che nel 2009 (dopo l’elezione cinque anni prima nella lista Di Pietro – Occhetto) si era candidato in Lettonia, con la lista della minoranza russa ”Per i diritti umani in una Lettonia unita”, ma non era stato eletto. Secondo il quotidiano romano l’ex presidente del Consiglio sarebbe intenzionato a puntare invece sull’Estonia dove potrebbe contare sull’appoggio di Ernesto Preatoni, imprenditore molto influente nel Paese.
   L’ipotesi è stata allora analizzata dalla stampa estone che ha riscontrato tre ostacoli principali, che potrebbero essere però superati. Secondo il quotidiano Postimees innanzitutto Silvio Berlusconi dovrebbe prendere la residenza nel Paese, cosa che burocraticamente sembra essere piuttosto facile da ottenere. Il secondo problema è che in Estonia è vietato candidarsi a chiunque stia scontando una pena detentiva, ma se Berlusconi fosse affidato ai servizi sociali anche questo ostacolo, con un buon avvocato, forse potrebbe sarebbe superato. Terzo e ultimo problema sarebbe quello di vivere un confitto legale tra l’incandidabilità nel suo Paese di origine e la candidabilità nel suo nuovo Paese di residenza. Per Bruxelles quale dovrebbe prevalere? Secondo la stampa estone a questa domanda non è al momento in grado di dare una risposta nemmeno la Commissione elettorale nazionale.
   Ma se grazie a un buon legale (estone ovviamente) il Cavaliere riuscisse a questo punto ad ottenere il via libera, gli resterebbe soltanto il problema di trovare un partito che lo ‘ospiti’ in lista come indipendente. Difficile per Postimees che le grandi formazioni concedano questo spazio a una personalità così ingombrante, e difficile che una piccola formazione, qualora dovesse accettare la sua candidatura, riesca a prendere i voti necessari per mandare un deputato a Bruxelles. A quel punto a Berlusconi non resterebbe che fondare un suo partito, che probabilmente chiamerebbe “Forza Estonia”.
   Intanto un blog, Tere Italia, che si occupa, dall’Estonia, di Italia e dello stesso paese baltico, ci scherza su e dedica a Berlusconi una serie di fotomontaggi. Occupandosi in particolare di calcio immagina che il Cavaliere possa voler entrare nel cuori degli estoni come fece con il Milan, salvando una squadra in difficoltà, l’F.C. Narva Trans.

Monday 23 September 2013

Israele sequestra aiuti umanitari in Palestina

L'ira dell'Ue: «rispettare il diritto umanitario internazionale nei territori occupati»

di Emiliano Biaggio

Incidente diplomatico tra Israele e l'Unione europea. In Cisgiordania, area facente parte dei territori palestinesi, soldati dello Stato ebraico hanno fermato e sequestrato un camion carico di tende e aiuti umanitari destinati ai palestinesi che hanno subito la demolizione delle proprie abitazioni a Khirbet al-Makhul a seguito dell'esecuzione della sentenza di un tribunale israeliano che ha riconosciuto abusive le stesse costruzione delle famiglie beduine. A quanto pare Khirbet al-Makhul è il terzo villaggio beduino ad essere distrutto in Cisgiordania da agosto. Le popolazioni locali accusano le autorità israeliane di condurre una politica di evacuazione forzata dei residenti per poter procedere con la politica della costruzione degli insediamenti. L'accaduto risale alla scorsa settimana. A seguito dell'accaduto si è mobilitata la Croce rossa internazionale, con aiuti e soccorsi. Le forze armate israeliane hanno però chiuso l'accesso all'area proibendo l'ingresso degli operatori umanitori. Qualche giorno più tardi, venerdì, diplomatici di Francia, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Australia e Unione europea si sono recati a Khirbet al-Makhul con un camion pieno di tende e aiuti di vario genere (cibo, materiale di primo soccorso, ecc.), ma una dozzina di jeep dell'esercito israeliano hanno fermato il mezzo sequestrandolo. Dura la reazione dell'Ue. «L'Ue deplora la confisca compiuta dalle forze di sicurezza israeliane», il commento di Catherine Ashton e Kristalina Georgieva, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue e commissario europeo per la Cooperazione internazionale. L'Ue si dice «preoccupata» per l'accaduto. «I rappresentanti dell'Unione europea - fanno sapere Ashton e Georgieva - hanno contattato le autorità israeliane per chiedere spiegazioni». L'Unione europea ribadisce quindi l'importanza di «non impedire la fornitura di assistenza umanitaria e di rispettare il diritto umanitario internazionale nei territori palestinesi occupati».

Germania, è ancora Merkel

Il cancelliere uscente vince le politiche e consolida il primato del suo partito (Cdu al 41,5%). Scontato il terzo governo consecutivo.

di Emiliano Biaggio

Angela Merkel e governo di coalizione. Queste erano le aspettative circa il voto tedesco, e le aspettative sono state rispettate. Dalle urne esce un risultato storico, che fa della cancelliera uscente la prima donna nella storia della Germania la guida del paese per la terza volta consecutiva. Prima di lei per tre volte di fila a capo cancelleria c'erano riusciti solo Konrad Adenauer - ma allora di Germanie ce n'erano due - ed Helmut Holh - colui che traghettato il popolo tedesco dalle due Germanie alla Germania unita. La Cdu di Merkel ottiene il 41,5% dei voti (il 9% in più rispetto alle precedenti politiche). Arretra ancora la Spd, secondo partito, al 25,7% (-2,2% rispetto a quattro anni fa). Entrano in Parlamento anche Die Linke (8,6% dei voti) e i Verdi (8,4%). Fuori dal Bundestag l'alleato storico della Cdu, il partito liberale Fdp. Da sola Merkel sfiora la maggioranza dei seggi (311 su 630), non abbastanza per governare da sola. Avrà bisogno probabilmente di una "grosse koalition" con l'Spd (192 seggi) per formare un esecutivo. Un'eventuale coalizione Spd-Die Linke-Verdi appare improbabile per via della differenza di programmi. Il partito euroscettico AfD si ferma al 4,7% e non entra in Parlamento, ma se si calcola che è un partito nuovo questo potrebbe rappresentare un fattore di incertezza in vista delle elezioni europee del prossimo anno. Per molti il fatto che gli euroscettici non siano entrati nel Bundestag certifica la vittoria dei partiti europeisti, ma il risultato ottenuto oggi non va sottovalutato. Intanto l'Unione europea saluta la vittoria di Angela Merkel. Dal presidente del Consiglio Ue arrivano le «congratulazioni» per il risultato della Cdu e del suo leader, Angela Merkel appunto. «Sono certo che la Germania e il suo nuovo governo continueranno con i loro impegni e continueranno a dare il loro contributo per la costruzione di un'Europa di pace e prosperità al servizio di tutti i cittadini».

Wednesday 18 September 2013

Italia, un paese d'altri tempi

Mentre tutti cambiano c'è chi ha la forza di rimanere sempre uguale

 l'e-dittoreale

L'Italia per alcuni sorprende sempre, per altri non delude mai. Punti di vista se vogliamo non troppo dissimili, ma qui dovremmo addentrarci non solo nella semantica ma nella cultura di un popolo che, ormai, sfugge ad ogni logica comprensione. Per questo l'Italia è sempre uguale a sè stessa, ma mai banale. Così colpisce, sebbene non sorprenda, il discorso pronunciato da Silvio Berlusconi alla nazione. Un proclama che boccia il cambiamento della sua politica propugnando un ritorno al passato, ai gloriosi fasti di Forza Italia, che «non era un partito ma un'idea». E le buone idee restano sempre valide, anche dopo vent'anni. Già, con quell'idea Berlusconi vinse le elezioni per la prima volta vent'anni fa. Era il 1994. Poi, da allora, «i pm di Magistratura democratica si sono scatenati subito» contro Berlusconi. La storia è la stessa, Berlusconi la racconta al paese da vent'anni, dalla campagna elettorale che precedeva le elezioni del 1994. Ascoltare il videomessaggio di oggi è per certi aspetti inutile, ma indubbiamente è soprendente. E' inutile perchè non aggiunge nulla di nuovo a quanto detto in questi ultimi vent'anni, sorprede perchè ricalca l'Italia di vent'anni fa. Si ascolta Berlusconi e si capisce che il paese, in vent'anni, non ha mosso un dito. E non a caso dopo vent'anni il destino di un paese è nella mani della stessa persona che l'ereditò dalle urne vent'anni fa. In due decenni chiunque sarebbe andato avanti, l'Italia è rimasta ferma. In questo l'Italia sorprende e non delude: sorprende perchè non riesce a cambiare quando chiunque altro l'avrebbe fatto, non delude perchè dimostra capacità che tutti gli altri non hanno. A riprova di ciò si aggiunge la questione "Imu sì-Imu no". Berlusconi e il Pdl si sono impuntati sull'imposta municipale unica. Nulla di male, ognuno conduce le proprie battaglie e ognuno persegue i propri obiettivi. Gli italiani che nel 2006 credettero che l'abolizione dell'Ici sulla prima casa fosse un regalo del cavaliere oggi ancora fanno i conti con la promessa di Berlusconi: l'Ici di allora nel 2012 è confluita nell'Imu nell'ambito della legislazione attuativa del federalismo fiscale dal Governo Berlusconi IV. Berlusconi propose di far sparire una tassa che non è sparita ma solo cambiato nome, e che adesso rischia di sparire ma di vedere un conseguente aumento di un'altra tassa: l'Iva. Da ottobre aumenterà dell'1% se verrà abolita l'Imu. Ecco che gli italiani, contrariamente a quanto sbandiera il Pdl, non pagheranno meno tasse. Anche qui, ci si sorprende e non si resta delusi. Le persone intelligenti apprendono dai propri errori, gli italiani perseverano nella disattenzione quando tutti gli altri ricorrerebbero quanto meno alla cautela. Anche in questo caso una condotta che non delude, perchè non cambiare non può deludere. E' il cambiamento che può portare conseguenze negative, mai la difesa della tradizione. L'Italia storicamente e tradizionalmente ha cambiato sempre poco: sempre bandiera, mai orientamento. Il discorso di oggi pronunciato da Berlusconi è qui a ricordarlo. «Non è il seggio che fa un leader ma è il consenso popolare». Vero. Fu così per Mussolini, è così per Berlusconi. Avranno anche commesso qualche peccatuccio, ma hanno sempre avuto il consenso della gente. Il fascismo, così come Forza Italia, nacquero fuori dal Parlamento e vi entrarono prepotentemente; nacquero come idea, e divennero legge. L'Italia è coerente. Sembra illogica, ma è tremendamente coerente e sempre uguale a sè stessa. Per questo per alcuni sorprende sempre, mentre per altri non delude mai.

Něco z Alenky (Qualcosa da Alice, 1988)



Něco z Alenky (Qualcosa da Alice, 1988), è la trasposizione cinematografica di Jan Švankmajer del romanzo di Lewis Carrol "Alice nel paese della meraviglie"

Sunday 15 September 2013

Cinematek, a Bruxelles rivive il nickelodeon

Il cinema di nicchia della capitale belga, tra pellicole restaurate e film d'annata, riporta la musica dal vivo per accompagnare i film muti.

di Emiliano Biaggio

Bruxelles fa rivivere il nickelodeon, la sala di proiezione cinematografica che ha accompagnato la nascita del cinema. Il Cinematek nella capitale belga è un posto piuttosto rinomato: a caratterizzarlo una programmazione di film ricercati, raccolti in rassegne tematiche e riproposizione - tra le altre - delle vecchie pellicole del cinema muto. Queste ultime vengono offerte allo spettatore con musica eseguita dal vivo, come si faceva nei vecchi nickelodeon di inizio XX secolo. Il nickelodeon deve il suo nome alla sala da proizione ("odeon", dal greco, è il termine che designa lo spazio riservato alle rappresentazioni, per lo più musicali) e al costo del biglietto per entrarvi (allora costava cinque centesimi di dollaro, chiamato "nichelino" in quanto la moneta era costituita da nickel). In voga a partire dai primi anni del Novecento (1905 circa), la particolarità della sala cinematrofagica di oggi aveva una persona che dal vivo realizzava le musiche di accompagnamento della pellicola. Groucho Marx iniziò le proprie attività cinematrografiche suonando il piano proprio nel nickelodeon. Queste sale durarono però poco. Sparirono anche prima dell'avvento del cinema sonoro (1927, con il film rivoluzionare, per l'epoca, "Il cantante di jazz" di Alan Crosland), per via dell'aumento dell'estensione della durata delle pellicole - pensiamo a quelle di D.W. Griffith o quelle di Erich Von Stroheim, ad esempio - che rendeveno impossibile poter suonare dal vivo per così tanto tempo. Dopo appena dieci anni i nickelodeon scomparvero, e i film senza dialoghi ma con musiche composte, arrangiate e registrate segnarono la storia del cinema per un altro decennio, fino a quando lo sviluppo delle tecnologie permise all'industria del cinema di produrre film con dialoghi. A Bruxelles, invece, queste sale d'altri tempi tornano a vivere. Con piacevole sorpresa le vecchie pellicole del cinema muto, contrariamente a quanto ci potrebbe aspettare, sono accompagnate da musica eseguita dal vivo. Una scelta che piace, perchè il pubblico è numeroso. Studenti, curiosi, appassionati, cultori, affollano le sale di proizione. Una magia da scoprire, visto anche la natura raccolta e quasi nascosta del cinema, situato sul retro del più grande palazzo di esposizioni Bozar, in una stradina non tra le più frequentate.

Saturday 14 September 2013

AS Grifondoro, maggica giallo-rossa

Il quidditich e gli sfotto'

Il tifo prevede sciarpe, bandiere, cori, inni, incitamente. E anche sfottò. Ciò vale per i babbani come per i maghi, e dunque Hogwarts non sfugge alla simpatiche prese in giro tra tifosi di squadre diverse e tifoserie avversarie. Ne vediamo un esempio qui a fianco, con i tifosi del Grifondoro che hanno realizzato una vignetta con cui sostengono la superiorà della propria squadra su quella di Corvonero. Il piccolo volatile viene dato in pasto a un cucciolo di grifone dall'allenatore dei giallo-rossi magici, a sottolineare come in campo non ci sia partita. C'è chi fa notare che si tratta di una rappresentazione insolita, data che la rivalità più accessa e sentita tra i tifosi del Grifondoro è quella con Serpeverde. Ma è il caso di ricordare che quella di Serpeverde è la squadra di Voi sapete chi, e quindi è meglio stare attenti a non eccedere con le provocazioni. Pare che voi sapete chi non sia un tipo molto sportivo...

Friday 13 September 2013

bLOGBOOK

L'Autunno è arrivato. Così, da un giorno all'altro. La sera prima era ancora estiva, poi il mattino dopo era già autunno. All'inizio nessuno l'avrebbe detto, nello scostare le tende e guardare in strada. Ma poi una volta varcata la soglia di casa per andare al lavoro si è capito che l'abbigliamento era improvvisamente sbagliato. Quindi via, dentro chi a prendere magari solo un maglione o una giacca e chi invece a rivestirsi daccapo. Qualcuno ha affrontato il tutto senza battere ciglio. "Doveva succedere prima o poi", hanno detto. Ma così, da un giorno all'altro. Dal sole abbagliante e alle temperature da 28 gradi, al cielo nero talmente è grigio e 12 gradi. Doveva succedere, certo, ma almeno due giorni di graduale cambiamento. Invece no, meglio chiudere qui la stagione estiva, ci si toglie il pensiero e via. E poi la pioggia. Ah, la pioggia. Non è mai un vero autunno se non c'è la pioggia. Qualcuno dirà che l'autunno sono gli alberi spogli, i parchi di foglie ingiallite. No. Non c'è brutta stagione se non c'è pioggia. Certo, da queste parti non ci si fa mai molto caso: se si dovesse stabilire la stagione solo in base alle piogge nessuno direbbe mai che esistono un'estate o una primavera. Ma senza pioggia, credetemi, questa città non avrebbe mai una connotazione autunnale. Non sarebbe un vero autunno. Ma credo sia difficile da spiegare. E' la pioggia che vi riconoscere gli ultimi arrivati, e qui di gente che va e viene c'è n'è che è una bellezza. Uomini e donne  di ogni nazionalità, cultura, religione, etnia, ispirazione... Tutti qui a cercare un lavoro. Ma la prima cosa che trovano è pioggia. "Guarda cosa ho comprato",  è una delle loro prime espressioni di comunicazione. E ti mostrano il loro ombrello nuovo. Per lo più sono uomini, perchè le donne sanno sempre tutto e sono quindi sempre pronte a tutto. Loro un ombrellino scopri che ce l'hanno sempre, da qualche parte. Nella borsa, nella tasca della giacca, nella sacca in cui tengono il computer. E se non ce l'hanno, ecco che esce fuori l'impermeabile, quello che si piega fin quasi a scomparire, scomparire come questa estate. "Riscaldamenti accessi a pieno regime in tutte le case", ti ricordano in ogni istante giornali, radio, televisioni. Perfino nel supermercato si sente parlare del tempo. Non si fa in tempo a pagare e a ricevere il commiato del commesso che l'altoparlante ti ricorda di riguardarsi. Ma vi immaginate la scena? "Sono ventitre euro e trenta". "Ecco tenga". "A lei. Buona serata e arrivederci". "E si ricordi di tenere accessi i riscaldamenti e non prendere freddo". L'ultima frase è dello speaker, mica del commesso. Non si fa altro che parlare di pioggia e freddo. Eppure loro che sono già nordici dovrebbero saperlo che funziona così, da queste parti. E' che sono rimasti male, probabilmente, da come è successo. Non sta bene tornare senza prima avvisare e dare il tempo di preparare un ricevimento. Non è buona educazione. Ma si vede che l'Autunno aveva davvero fretta di tornare tanto velocomente è avanzato, perchè solo gli alberi ti ricordano che non siamo a stagione inoltrata. Eppure, davvero, non si direbbe. Meno male che ci sono i metereologi a dirlo. Scommetto che i metereologi fanno questo mestiere per poter rispondere alle proprie mogli, ansiose di capire come vestirsi il giorno dopo. E a giudicare da quanti sono già stati toccati dal cambio di stagione deve essere davvero così, perchè sono stati colti tutti dal mal d'autunno. Se i metereologi avessero detto tutto ciò che sapevano nessuno si sarebbe ammalato. O forse i malati ci sarebbero stati comunque, che è nella natura clinica delle cose ammalarsi, ma nessuno avrebbe potuto accusare gli oracoli delle condizioni atmosferiche. E in quel caso ce la saremmo presa con qualcun altro, anche se non è colpa di nessuno. Le stagioni vanno e vengono: è la regola, e non possiamo cambiare le regole. Al massimo possiamo cambiare ombrello.

Thursday 12 September 2013

La parade des brasseurs belges


Per le vie di Bruxelles sfilano le birre tradizionali del Belgio. Palm, Kwak, Bavik: il corteo storico dei carri dei più antichi mastri birrai e dei loro marchi inonda il centro. EBC ne propone un estratto. Visibile qui o tramite canale, raggiungibile attraverso l'apposita sezione sulla destra.

Wednesday 11 September 2013

Nella regione arida del Kenia un tesoro d'acqua

Scoperte a Turkana due falde acquifere da 200 milioni di metri cubi. Il governo: «Si apre un futuro di prosperità».

di Emiliano Biaggio

Un immenso giacimento d'acqua è stato scoperto nel sottosuolo di Turkana, regione del Kenya settentrionale. Si tratta di falde situate sotto il bacini del lago Turkana, nella pianura Lotikipi, individuate grazie all'ausilio di satelliti e radar. «La scoperta porta speranza alla regione affetta da siccità», ha commentato il ministro dell'Ambiente keniano, Judi Wakhungu. I giacimenti - due falde differenti - sono stimati in 250 miliardi di metri cubi, e a Nairobi si ipotizza che potranno rifornire d'acqua la regione per settant'anni. «Questa ricchezza d'acqua appena scoperta apre le porte a un futuro di maggiore prosperità per la popolazione di Turkana e per l'intero paese», ha sottolineato Wakhungu. Ora però bisognerà capire accedere all'acqua e una volta resa disponibile «dovremo lavorare per salvaguardarla per le generazioni future». L'auspicio è di poter iniziare a fornire acqua già tra un mese, grazie alla perforazione del terreno e la creazione di due pozzi. Il ministro dell'Ambiente ha anticipato che il governo sta prendendo in considerazione di destinare l'acqua anche per usi irrigui e industriali. In questo processo il capo della ong Amici del lago Turkana, Ikal Anglei, ha consigliato alle autorità di coinvolgere le comunità locali, per evitare di incrinare gli equilibri nella regione.
   La scoperta apre davvero nuove prospettive ad un paese dove, secondo l'Unesco, circa 17 milioni di persone sui 41 milioni di keniani non hanno accesso all'acqua. La regione di Turkana è infatti la regione più arida del Kenia, e una delle più aride di tutta l'Africa. O meglio, lo era fino a ieri.

Tuesday 10 September 2013

C'è 8 settembre e 8 settembre


Sono passati settant'anni dall'armistizio firmato con le forze anglo-americane. Era l'8 settembre 1943 quando il nostro paese decise di rinnegare il nazi-fascismo per combatterlo e far rinascere l'Italia nel segno della democrazia. Ma c'è stato un altro 8 settembre, che molto non ricordano o fanno finta di non ricordare. E' l'8 settembre di cui si parla qui sopra: era il giorno in cui veniva mostrato al mondo il carattere progressista di Santa romana Chiesa. Lo ricorda Iniziativa Laica, e non potrebbe essere diversamente.

Sunday 8 September 2013

Come funziona l'Ue, ecco la guida al cittadino

Per conoscere e capire le politiche comunitarie

di Emiliano Biaggio

Cos'è l'Unione europea e, soprattutto, come funziona. La direzione generale per la comunicazione della Commissione europea ha da tempo realizzato una pratica guida all'Ue, messa a disposizione gratuitamente di tutti i cittadini dei ventotto paesi membri e di tutti i lettori extra-comunitari. La guida - dal titolo "Come funziona l'Unione europea" - stata realizzata in ventuno lingue diverse e pubblicata su internet, dove è possibile scaricarla in formato Pdl e come e-book. Quaranta pagine con la sintesi della storia e del funzionamento dell'Ue, con schemi pratici e spiegazioni semplici per un libro utile e prezioso.

Il libro è disponibile qui.

Friday 6 September 2013

Siria, il mondo gioca un risiko pericoloso

Obiettivi definiti e alleanze già delineate. Pronti a tirare i dadi per il Medio Oriente.

di Emiliano Biaggio

Nel grande meccanismo delle alleanze il mondo gioca la sua partita di risiko. Il blocco occidentale ha come obiettivo la sconfitta dei regimi che usano - così almeno sembrerebbe - armi chimiche: undici membri del G-20 (Australia, Canada, Francia, Italia, Giappone, Corea del Sud, Arabia Saudita, Spagna, Turchia e Stati Uniti, più la Spagna invitato permanente al G20) hanno stretto alleanza contro la Siria di Bashar al-Assad, gli Stati Uniti hanno iniziato l'evacuazione dell'ambasciata in Libano e del consolato in Turchia (richiamato il personale «non essenziale») e invitato i cittadini americani a non recarsi in viaggio in questi due paesi, azioni che solitamente preludono a un intervento militare. Russia e Iran si schierano con la Siria: in caso di aggressione Mosca è pronta a fornire armi e soldi, Teheran minaccia di colpire le sedi diplomatiche statunitensi in Iraq e in altri punti sensibili della regione. La Cina si schiera coi russo-iraniani (che vogliono mantenere lo status quo in Medio Oriente), anche se per ora non sembra intenzionata ad un eventuale partecipazione del possibile conflitto. Brasile e Israele per il momento si dichiarano neutrali, ma lo Stato ebraico è in stato di allerta e in caso di coinvolgimento in un conflitto entrebbero al fianco dell'occidente. L'Europa è divisa e indecisa sul da farsi. Gli Stati Uniti vogliono attaccare, e attende di sapere se potrà contare sull'aiuto degli alleati. Intanto martedì il presidente Usa Barack Obama parlerà alla nazione: annuncerà che attacca il Medio Oriente con tre?

Ecco le forze in campo (sottolineati i paesi con armi nucleari):

Alleanza anti-siriana: Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Corea del Sud, Arabia Saudita, Turchia, Francia, Italia e Spagna (per ora intenzionati ad attaccare Stati Uniti e Francia).

Alleanza pro-siriana: Russia, Iran, Cina.

Motivo del conflitto: il controllo della Siria

Area del conflitto: Medio Oriente (principale campo di battaglia la Siria, ma si rischio di un allargamento del conflitto anche a Libano e Iraq oltre che ai paesi dei due schieramenti).

Ecce Italia!

Brevi considerazioni amare sul belpaese di Moretti. Che dopo più di trent'anni rimane lo stesso raccontato da Michele Apicella.

di Emiliano Biaggio

Non ho mai amato Nanni Moretti. Probabilmente perchè non l'ho mai capito veramente. Allora sicuramente no. Oggi quello che non capisco è come mai una persona che già aveva capito tutto sia finito a fare i girotondi. Inizio a credere che gli artisti dovrebbero limitarsi a veicolare messaggi con i mezzi e gli strumenti che sono loro propri. Prendiamo Gaber, ad esempio: anche lui è uno che ha capito tutto (d'accordo, ha spostato Ombretta Colli, donna di destra. Ma ci sono logiche che non rispondono all'ideologia), ma ha preferito restare lontano dalle piazze. Inizio già a divagare. Ho riscoperto Nanni Moretti e il suo Michele Apicella, e ne apprezzo l'aspetto profetico: con decenni d'anticipo era già arrivato alle conclusioni. Raccontava di contraddizioni, di modi di essere che difficilmente avrebbero condotto da nessuna parte. Si immaginava il cambiamento senza volerlo, e il risultato è che tutto è fermo a com'era nelle sue pellicole. Mi è capitato di visionare "La Cosa", documentario girato nelle sedi del Pci quando il Pci dovette trasformarsi in Pds. Non può sfuggire una delle prime frasi pronunciate da uno dei diversi iscritti. "Alla gente che per strada ci ferma e ci chiede cosa sta succedendo, noi cosa dobbiamo rispondere?". Mi colpisce il valore attuale della domanda, quasi universale. Dopo venticinque anni l'Italia è ancora lì a cercare le sue risposte. La sinistra ha iniziato a discutere del partito nel 1989 e non ha mai smesso. E per vincere ha dovuto diventare centro. I giovani di "Ecce bombo" sono ancora gli stessi del 1978: a distanza di trentacinque anni ancora lì senza idee, senza prospettive, senza progetti, svagati e precari nella società che non li vuole e da cui rifuggono. E per uscire da tutto questo sono dovuti emigrare. L'italiano medio ha inziato a sostenere che "rossi e neri tanto sono tutti uguali" e ancora lo pensano. E alla fine hanno aderito a 5 stelle. Nel rivedere i film di Moretti che già conoscevo e nel vedere le pellicole che invece non conoscevo rimango sorpreso: in Italia il tempo si è fermato. Il paese si è fermato. In quarant'anni non è cambiato niente. Basta una frase tratta da "La cosa" per avere il manifesto italiano di quasi mezzo secolo (fa ancora più impressione detto così). "Sono in crisi. Ero in crisi e sono ancora in crisi". Non ho mai amato Nanni Moretti, e continuo a non amarlo. Ieri non lo capivo, oggi mi rende triste. 

Wednesday 4 September 2013

Come si vive a Bruxelles?

È una domanda che viene posta spesso, da chi ha in programma un trasferimento a Bruxelles, ed è una domanda a cui non è facile rispondere, perché ognuno vive la propria Bruxelles, con le proprie aspettative, compromessi, abitudini, con il proprio carattere ed il proprio bagaglio culturale, esperienze lavorative, connessioni sociali. C'è una Bruxelles per tutti, ma non è detto che tutti la trovino.

Bruxelles, la Grand place
fonte: forse per caso a Bruxelles

Chi si lamenta di Bruxelles cade sempre su almeno uno dei classici argomenti:
- la città è sporca: vero, soprattutto in centro, i trasporti, le strade. Dipende molto dalle zone che si frequentano, ma il primo impatto è sempre un po' impressionante, più che altro per le attese e lo stereotipo di città del nord pulita e perfetta.
- la burocrazia è assurda: vero, ma è il Belgio in quanto stato ad essere complesso, spesso surreale, incastrato in un politicamente corretto perenne tra francofoni e fiamminghi e nella decentralizzazione di diversi poteri. L'Europa, seppur qui rappresentata con istituzioni e bandiere, è ancora un progetto molto lontano e la burocrazia e le tempistiche che affronterete ve lo confermeranno.
- la città è un continuo cantiere: vero, ma dovrebbe essere una cosa positiva, vuol dire che le cose si muovono, cambiano, si adattano. Ovviamente anche qui i cantieri durano tanto, spesso troppo, e nel frattempo bisogna conviverci.
- la microcriminalità impazza: vero secondo le statistiche recenti, e sono molti gli amici o conoscenti che hanno subito almeno una volta uno scippo, un finestrino della macchina sfondato, un furto in appartamento. Bisogna fare attenzione, anche nelle strade più alla moda potrebbero sempre strapparvi il telefono dalle mani e scappare. È una delle conseguenze negative del boom demografico degli ultimi anni. Per fortuna non riguarda tutti, personalmente in 4 anni non ho nulla da denunciare e non mi sono mai sentito in pericolo.
- il traffico è asfissiante: vero secondo le statistiche, che riportano Bruxelles tra le città più imbottigliate d'Europa, ma probabilmente vi riguarderebbe solo nel caso in cui doveste prendere il ring ogni giorno. I problemi di parcheggio poi sono quelli tipici di ogni città. E bisogna abituarsi alla santa precedenza a destra, sempre.
- il cielo è sempre grigio: siamo nel nord Europa, di cosa ci meravigliamo? Sebbene se ne parli sempre però, la pioggia non la fa da padrona, a Bruxelles piove relativamente poco. Il cielo però ha spesso quel grigiore che può influire sul morale. Quando i cambiamenti climatici porteranno il sole perpetuo anche qui, ci si lamenterà del troppo caldo (che rende la città appiccicosa e maleodorante, per la sua alta umidità e per la naturale inadeguatezza infrastrutturale).
- i belgi sono razzisti: chi lo dice è un tacchino, tutto qui.

Chi invece elogia la città vi parlerà sicuramente di almeno uno dei suoi punti forti:
- Bruxelles è viva: festival, concerti, manifestazioni d'ogni genere sono all'ordine del giorno: le mille organizzazioni europee ed internazionali, il mix culturale e le varie comunità della città generano una maratona continua d'eventi, di iniziative, per ogni tipo di pubblico. Annoiarsi è davvero difficile.
- Bruxelles è internazionale: probabilmente non ci sono altre città in Europa dalle stesse dimensioni e lo stesso livello internazionale di Bruxelles, un concentrato di multiculturalismo dovuto sì alla presenza delle istituzioni europee, ma anche alla NATO, al passato coloniale in Congo, alla lingua che richiama molti dai paesi nord africani, alla posizione geografica vantaggiosa, creando una torre di babele, un mix incredibile ed una diversità apprezzata da molti come ricchezza unica.
- Bruxelles è mediterranea: sebbene situata nel nord Europa, la città ha molto di mediterraneo, con i suoi pro e contro ovviamente. Ma i suoi mercatini multicolore, le sue piazze popolose, le terrazze incuranti del tempo e la vita che s'incontra per strada, ricordano a tutti gli effetti altre latitudini.
- Bruxelles è un villaggio: le dimensioni ridotte ed il sottoinsieme di città che alla fine ci si ritrova a frequentare, rendono Bruxelles un villaggio dove incontrerete spesso per strade facce conosciute, amici, colleghi, aiutandovi a sentire più parte del tessuto urbano, riducendo tempistiche di spostamenti ed incontri, sapendo di essere sempre a non più di 10 minuti di taxi da casa.
- Bruxelles è verde: più di 30 parchi sparsi per tutta la città (tra le più verdi d'Europa), molti spesso da scoprire, polmoni urbani che accolgono sportivi, lettori, famiglie, eventi ed attività, che si trasformano in spiagge estive e perfetti luoghi d'incontro per socializzare e ricaricarsi.
- Bruxelles offre opportunità: tantissime, grazie alle istituzioni ed enti, aziende internazionali presenti. Ma c'è anche tanta competitività, di persone qualificate che arrivano da tutta Europa pronte a farsi valere. Bisogna essere preparati e motivati. E provarci.
- Bruxelles è al centro di tutto: a metà strada tra Parigi ed Amsterdam, tra Londra e Francoforte, tutto è a poche ore di treno o di macchina, offrendo fughe rilassanti a portata di fine settimana.

Difficile descrivere tutto ed in modo verghiano. Nessuno vi dirà mai come voi vivrete in una città, perché nessun altro è voi. Chi valora o si ritrova in diversi punti forti, dimentica, si adatta, assorbe più facilmente quelli lamentabili; chi invece cade nella spirale dei lamenti, ignora, sminuisce, critica quelli positivi o semplicemente non li ritiene abbastanza consistenti per giustificare la propria permanenza. Come in tutte le città, sono scelte, tutta questione di compromessi e bilanciamenti personali. E siccome la vostra felicità dipende soprattutto dal posto in cui vivete, compromessi e bilanciamenti sono vitali per il vostro sorriso.
Ah, e Bruxelles è anche italiana, tanto, forse troppo, punto forte per alcuni o lamento per altri, l'importante è non prendere troppo sul serio la propria nazionalità. Soprattutto a Bruxelles.

Breviario

«Come dice un proverbio dei Paesi Bassi, "la fiducia parte a cavallo e torna a piedi"».
Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, per spiegare che serve tempo per ritrovare ottimismo di fronte alla crisi (Bruxelles, 4 settembre 2013)

Tuesday 3 September 2013

Il G-20 in un 'click', ecco il vademecum elettronico

La Commissione europea ha realizzato e pubblicato su internet un guida pratica che risponde a tutti i quesiti sulle riunione dei venti più grandi del pianeta.

di Emiliano Biaggio

Cos'è il G-20, cosa fa, di cosa discute, quante persone riguarda. Di questo e tanto altro parla "Did you know...? Fact and figures about the European unione and the G-20", il vademecum elettronico realizzato dalla Commissione europea in vista della prossima riunione del G-20 in programma il 5 e 6 settembre a San Pietroburgo (Russia). Una guida pratica per scoprire e capire il forum dei paesi che insieme rappresentano i due terzi del commercio e della popolazione mondiale, e l'80% della produzione mondiale. L'opuscolo è disponibile in formato pdf ed è anche consultabile come e-book, ed è perciò accessibile a tutti in qualunque momento. La guida - 22 pagine, in inglese - è utile non solo per gli addetti ai lavori ma soprattutto per gli appassionati della materia, per i curiosi, per gli interessati. Spiegazione essenziale, sezioni tematiche, scenari, tendenze, raffronti tra paesi, rappresentazioni grafiche, tabelle: "Did you know? Fact and figures about the European unione and the G-20" (in italiano: "Lo sapevate...? Dati e cifre dell'Unione europea e del G-20") contiene tutto quello che c'è da sapere su uno degli appuntamenti più rilevanti a livello internazionale.

In Belgio c'è la crisi, niente ferie

Sondaggio Ipsos--EuropAssistance: rispetto a un anno fa partenze in calo del 10%.

I belgi in vacanza diminuiscono: solo il 49% di loro ha dichiarato di essersi spostato (rispetto al 59% della scorsa estate), e di questo 49% solo una minima parte - il 16% - ha dichiarato di partire più volte tra giugno e settembre. C'è poi un'altra metà del paese (47%) che ha detto di non aver lasciato la propria città (8% in più rispetto a un anno fa). E' quanto messo in luce da un sondaggio Ipsos-EuropAssistance, che evidenzia l'impatto della crisi sulle vacanze. I dati riguardano tutti gli europei, e per tutti i paesi dove le difficoltà del momento si fanno sentire di più il responso è lo stesso: sempre più famiglie restano a casa, e chi parte si concede meno giorni di relax. Una tendenza che accomuna Italia, Spagna, e anche Belgio, come non hanno mancato di mettere in evidenza i principali quotidiano francofoni del regno.

Sunday 1 September 2013

bLOGBOOK

  La benzina qui costa meno. La Shell la mette 1,53 euro al litro, il diesel sta a 1,36. La Lukoil la fa pagare un po' di più: 1,57 la verde, 1,39 il gasolio. Lo dico perchè c'è sempre qualcuno che me lo chiede, quanto costi la benzina in Belgio. Solo che io non so mai cosa rispondere: non ci faccio mai caso. Del resto quando non si ha una macchina... Pardon, automobile. Che qui c'è una bella differenza tra "machine" e "voiture". Oggi chissà perchè la prima cosa che ho colto è il prezzo dei carburanti. Non ho fatto neanche la solita osservazione sul tempo. Cielo grigio e il vento: e pure avrei dovuti notarli. Invece mi sono soffermato sui distributori. Mi sono volutamente segnato mentalmente i prezzi di Shell e Lukoil, perchè lì voi queste compagnie strane non le avete. Una volta c'era la Shell, ora si vede sempre meno. Probabilmente non c'è già più. C'è ancora la Shell, o anche lei se n'è andata? Bruxelles vive con la calma che è propria delle domeniche. Sono arrivato nel momento in cui solitamente nel week-end si svegliano i più mattinieri. La città ha l'aria addormentata, eppure è la stessa di ogni domenica. Negozi chiuse, serrande abbassate, mezzi pubblici che scorrono a ritmi più pigri. E' difficile da spiegare, ma ho come la sensazione se ci si volesse cullare negli ultimi istanti di relax prima dell'imminente ripresa frenetica di tutto: del lavoro, della scuole, del traffico, della pioggia...
Si dice che la casa sia lo specchio dell'anima. Ma la mia anima non è così piccola, lo so. E' raccolta in sè stessa, questo sì, ma non c'entra niente. E' questa casa che è davvero piccola. E anche disordinata. Questo sì che rispecchia decisamente il mio io. Anche se il disordine di una casa non dura in eterno, soprattutto se è molto piccola. Il supermercato ha una nuova cassiera. I volti nuovi li riconosci subito. Soprattutto se sono quelli di una ragazza giovane e carina. La nuova cassiera del supermercato è molto carina. Mi ha sorriso. Qui sono sempre cortesi. Le ho sorriso anch'io. Non si può che rispondere con un sorriso a un sorriso. Mi ha chiesto se ho la tessera. Forse era giunto il momento di farla, e forse lei era la cassiera giusta a cui chiederla: ho capito anche il suo francese... Ma mi sono limitato a un "no grazie" e non ho detto altro. Non dico mai niente. Ma scrivo sempre tanto. Dovrei scrivere meno e parlare di più. Già, ma per dire cosa, poi?
Di domenica quando la gente si è alzata lo si capisce in lavanderia: prima di un certa ora è terra di nessuno, dopo quella certa ora è già terra conquistata. Non so se voi potete capirlo, che lì voi le lavanderie a gettoni non ne le avete. E' già la seconda volta che uso quest'espressione ("perchè lì voi")... E' perchè io sono qui e voi no, e perchè alla fine non mi ritrovo più dove vi trovate voi. E non perchè sia già ripartito. Quando dico che non mi ritrovo più dove siete voi intendo che non mi riconosco più in quel luogo. Ormai mi sono ambientato dove sono. Del resto ci si abitua a tutto. Beh, proprio a tutto tutto no, perchè ci sono cose a cui non ci si abituerà mai, ma ci si abitua a tanto. Come? A cosa non ci si abitua? Alla Roma che vince due partite di fila e senza prendere gol, ad esempio. D'accordo, non è proprio il massimo come esempio, ma credo che ci siamo capiti. Tra maschietti, almeno. Per le femminucce potrei fare l'esempio del tacco 15: non credo che ci si abitui tanto facilmente. Ma poi io che ne so, che so' femmina io?, per citare un detto popolare. Non è irriconoscenza per voi lì, è che la precarietà è meglio viverla altrove. Magari con un ombrello e una bella giacca a vento.
Ora che ci penso questa doveva essere il testo di una mail. Comune, certo, ma pur sempre una mail. Limitata a un certo numero di persone e non pubblica. Invece è diventato un post. Che poi è come se fosse un messaggio privato, visto quanti leggono il mio blog. Ora che ci penso per la prima volta in vita mia non ho dormito durante il viaggio. L'areo è una culla meravigliosa. Ma non potevo terminare le vacanze senza aver letto almeno un libro. L'ho finito in aereo, mi ha preso tutto il viaggio. E il sonno. E' tempo di dormire, che domattina si ricomincia.