Adesso si scommette anche sulle eruzioni: quelle dell'Etna data 1:29. E se arriva l'afa si vince sette volte quello che si è puntato.
di Emiliano Biaggio
Mi gioco la vittoria del Manchester, il pareggio tra Boca Juniors e River Plate e poi... l'eruzione del Vesuvio e temperature record. Strano, ma vero: per questo 2010 si scommette non solo sugli eventi sportivi, ma anche su quelli naturali e climatici. No, non è uno scherzo. Del resto si è sempre detto che quella del gioco è una febbre e - in altri casi - una malattia, e l'Agicos - l'agenzia che raccoglie tutte le scommesse - ha confermato una volta di più questo modo di dire che proprio di dire non è, registrando puntate tanto originali quanto singolari: aumento delle temperature ed eruzione dei vulcani italiani. I bookmakers hanno infatti stilato una nuova e speciale "lista quote" con tanto di montepremi: per cui, per esempio, chi è disposto a scommettere su temperature record nel 2010 potrà vincere 7 volte quello che ha messo sul piatto. Sempre che l'afa arrivi, ovviamente. Ma dopo l'evacuazione in Colombia di oltre 8.000 persone per le intemperanze del vulcano Galeras, i bookmaker si chiedono anche quale sarà il prossimo "gigante" a risvegliarsi nel corso di questo anno: ecco allora che vengono tenuti sotto controllo gli italiani Stromboli (dato 1:17.00), Vesuvio ed Etna (entrambi a 29.00). Più scontata - viste le quotazioni - appare un'eventuale eruzione del giapponese Unzen (1:4.00). Ma non per questo vuol dire che possa effettivamente "esplodere". Pronti a scommettere? A piazza Affari, lo sono di certo. Perchè la voglia di giocare è tale che sono già pronte le previsioni sul prezzo medio che l'oro nero dovrebbe toccare nel 2010. Che vuol dire? Semplice, che i bookmakers sono pronti ad accettare le vostre scommesse. Quindi, fate il vostro gioco e dite quanto - secondo voi - arriverà a costare il greggio al barile. Il prezzo più indicato dai quotisti è tra 81 e 95 dollari, una evenienza quotata a 3.50. Si gioca a 4.00 invece un prezzo medio compreso tra 96 e 110 dollari, mentre è a 4.33 la possibilità di un prezzo più basso, tra i 66 e gli 80 dollari al barile. Più quotate, invece, le ipotesi di un prezzo superiore addirittura ai 125 dollari (9 volte la posta) o inferiore a 35 (12.00). Insomma, come fa notare l'Agicos, se per alcuni quella del petrolio resta «un'altra variabile importante per la ripresa economica», con il greggio che «resta l'ago della bilancia nell'economia dei paesi industrializzati», altri invece ci giocano su. Chissà se potranno partecipare anche gli scommettitori dei paesi Opec...
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