Il 2010 l'anno più nero: 2.400 morti tra la popolazione afghana e 711 tra le forze di coalizione. La Russa: «Escluso un disimpegno immediato».
di Emanuele Bonini
La situazione in Afghanistan si fa sempre più difficile da gestire, e lo dicono i numeri: alla fine del 2010 solo tra la popolazione si contano 2.400 vittime civili e 3.300 feriti. E se i dati dell'Onu non confortano, preoccupano ancora di più quelli relativi alle vittime delle forze di coalizione: ben 711 le perdite complessive, il numero più elevato dal 2001 a oggi. Ma soprattutto, se si va a vedere nel dettaglio, i morti tra le forze di pace non fa che crescere: 58 soldati uccisi nel 2003, 60 nel 2004, 131 nel 2005, 191 nel 2006, 232 nel 2007, 295 nel 2008, 521 nel 2009 e 711 nel 2010. E sono già 27 le perdite in questo mese di gennaio non ancora finito: insieme alle 82 vittime del primo biennio, dal 2001 a oggi in Afghanistan sono morti 2.308 soldati. Forse un pò troppi, per una missione di pace. Ciò nonostante «un disimpegno immediato e unilaterale non viene neppure preso in considerazione dal nostro governo e dal nostro parlamento», scandisce in Aula a Montecitorio il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. «Sicuramente non resteremo in eterno, ma se decidiamo una data agevoliamo i terroristi», sostiene il ministro. Il numero delle vittime? Per La Russa è normalità, nient'altro che normalità. Come spiega, «noi fissiamo l'obiettivo», che è «riconsegnare al governo afghano il controllo del Paese». Poi «il pericolo e le vittime sono una conseguenza della nostra massiccia presenza per accelerare questi obiettivi». Ma non siate preoccupati, perchè in Afghanistan non ci sono nè civili massacrati nè soldati assassinati: ci sono solo eroi.
di Emanuele Bonini
La situazione in Afghanistan si fa sempre più difficile da gestire, e lo dicono i numeri: alla fine del 2010 solo tra la popolazione si contano 2.400 vittime civili e 3.300 feriti. E se i dati dell'Onu non confortano, preoccupano ancora di più quelli relativi alle vittime delle forze di coalizione: ben 711 le perdite complessive, il numero più elevato dal 2001 a oggi. Ma soprattutto, se si va a vedere nel dettaglio, i morti tra le forze di pace non fa che crescere: 58 soldati uccisi nel 2003, 60 nel 2004, 131 nel 2005, 191 nel 2006, 232 nel 2007, 295 nel 2008, 521 nel 2009 e 711 nel 2010. E sono già 27 le perdite in questo mese di gennaio non ancora finito: insieme alle 82 vittime del primo biennio, dal 2001 a oggi in Afghanistan sono morti 2.308 soldati. Forse un pò troppi, per una missione di pace. Ciò nonostante «un disimpegno immediato e unilaterale non viene neppure preso in considerazione dal nostro governo e dal nostro parlamento», scandisce in Aula a Montecitorio il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. «Sicuramente non resteremo in eterno, ma se decidiamo una data agevoliamo i terroristi», sostiene il ministro. Il numero delle vittime? Per La Russa è normalità, nient'altro che normalità. Come spiega, «noi fissiamo l'obiettivo», che è «riconsegnare al governo afghano il controllo del Paese». Poi «il pericolo e le vittime sono una conseguenza della nostra massiccia presenza per accelerare questi obiettivi». Ma non siate preoccupati, perchè in Afghanistan non ci sono nè civili massacrati nè soldati assassinati: ci sono solo eroi.
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