Thursday, 26 May 2011

Iraq, fiumi di greggio grazie a Eni

La società del cane a sei zampe pronta all'aumento delle attività estrattive con 68 nuove trivellazioni. Che fanno ben capire il motivo della presenza straniera su suolo iracheno.


di Emanuele Bonini - Eni perfora ed estrae greggio in Iraq. Sempre meglio e sempre di più, con il chiaro e dichiarato obiettivo di «incrementare la produzione del campo petrolifero iracheno di Zubayr», il giacimento di cui Eni si è aggiudicato lo sfruttamento nell'ottobre del 2009. Adesso un funzionario iracheno ha fatto sapere che la società energetica italiana intende accrescere l'estrazione e la produzione di petrolio attraverso la perforazione di «circa 68 nuovi pozzi nel corso del prossimo anno». Si tratterebbe, più nello specifico, di aumentare le attività di estrazione da inizio 2012, così da portare la produzione del campo di Zubayr a 700.000 barili al giorno entro il 2013. L'attività sarebbe in linea con quanto Eni stabilì già nel 2009 - quando si aggiudicò i diritti del giacimento nei pressi di Bassora, nel sud dell'Iraq - e cioè di far sì che Zubayr fosse in grado di garantire una riserva di quattro miliardi di barili di petrolio, dei quali Eni intenderebbe estrarre 1,125 milioni di barili di petrolio al giorno nei prossimi 6 anni. L'esportazione della democrazia fa bene, insomma. Sicuramente all'Italia che, proprio come gli altri paesi, in Iraq non è andata per interessi economici. (fonte foto: Staffetta Quotidiana)

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