Ha promosso il dialogo, la tolleranza, l'uguaglianza sociale. Ma anche condannato a morte milioni e milioni di persone per le visioni retrograde della sua Chiesa. Che lo erge a eroe.
l'e-dittoreale
Karol Wojtyla è beato. Credenti da ogni parte del mondo lo chiedevano e quasi lo pretendevano, e alla fine sono stati accontentati. Adesso la strada per la santificazione del papa polacco è più vicina. Perchè Wojtyla merita di essere santo: almeno tutti lo sostengono all'interno della Chiesa, e tanti lo credono tra i fedeli. Su una cosa non c'è dubbio: più meglio di tanti suoi predecessori Giovanni Paolo II seppe esortare il dialogo, seppe incitare la via della diplomazia e l'abbandono della violenza e delle aggressione. E poi promosse il dialogo interreligioso, mai così fondamentale in un mondo profondamente diviso su questione confessionali e teologiche, basti pensare all'eccidio di cristiani in Nigeria o in India. oggi più che mai, in un mondo dove cellule impazzite del jihadismo islamico minano la convivenza dei popoli e gli equilibri tra nazioni. Giovanni Paolo II fu anche colui che invitò tutti a non aver paura di fronte a un mondo diviso, sempre sull'orlo di una possibile nuova guerra tra blocchi e superpotenze, fu colui queste divisioni riuscì a superarle contribuendo alla caduta dei regimi oppressivi dell'altra parte del mondo. E non a caso. L'elezione di Wojtyla a capo della Chiesa di Roma non fu affatto casuale, al contrario fu una scelta consapevole e ben meditata. Era un'investitura politica, perchè la Chiesa la politica l'ha sempre fatta e non ha mai smesso di farla. In Italia, come nel resto del mondo. E proprio nel mondo Wojtyla portò la parola propria e di Cristo, i suoi messaggi di fratellanza, uguaglianza, giustizia. Al mondo il pontefice parlò sempre e continuamente, e anche quando le sue condizioni di salute non erano ottimali era sempre presente in prima persona in ogni angolo del globo per portare in prima persona il proprio messaggio. In questo Wojtyla era forse unico: era il papa di tutti. Amava la gente e stava a contatto con la gente, di ogni estrazione sociale ed età. Anche di ogni fede. Perchè seppe parlare a Israele, alla Chiesa ortodossa, all'islam, ai monaci tibetani. Anche ai generale e ai colonnelli argentini, e al più celebre alto ufficiale cileno. Perchè si dialoga con tutti, nessuno escluso. Un messaggio di pace e di speranza come grande esempio per un mondo diverso e forse migliore. Ma va detto che un pontefice resta pur sempre un pontefice, e in questo Wojtyla non fece eccezione: su temi come la vita, la famiglia e la contraccezione Giovanni Paolo II mantenne quella rigidità e quella chiusura proprie della Chiesa. No all'aborto, no alle unioni di fatto, no alla fecondazione assistita, no al preservativo: anche il papa della gente seppe voltare le spalle alla sua stessa gente, mostrando tutti i limiti non tanto propri quanto di un'intera istituzione sempre poco incline al progressismo. Negando diritti a famiglie di fatto, si venivano a generare quelle disuguaglianze da Wojtyla sempre aspramente criticate; ma soprattutto negano l'uso del preservativo vennero condannate a morte milioni e milioni di persone: studi della Banca Mondiale stimano che solo nei paesi dell'Africa subsahariana vi siano dai 25 ai 28 milioni di persone infette da HIV, più del 60% di tutta la popolazione malata di aids e più dei tre quarti delle donne. Gli stessi studi dicono che in America latina e nell'area caraibica si contino complessivamente circa 2 milioni di sieropositivi. Dire di no al preservativo in queste realtà vuol dire non fermare i contagi e la diffusione della malattia, condannando altre persone e le generazioni future. Una simile responsabilità è proprio di Karol Wojtyla, quello stesso Karol Wojtyla voluto beato e considerato santo da un mondo cieco, ipocrita e stolto. COndannare all'unanimità e dall'umanità un dittatore che stermina 6 milioni di ebrei si può e si deve, come si può invece tacere le vittime di Woytilismo? Nessuno neanche osa chiederselo, e molti riteranno questo domanda e questo accostamento blasfemo, provocatorio e insostenibile. Wojtyla come Hitler: come pensare una cosa simile? In effetti, per numero di vittime Wojtyla ne ha fatte anche di più. Con una differenza: Hitler ha ucciso e sterminato, Wojtyla ha emesso condanne a morte. Questo basta per rendere beato un boia prossimo alla santificazione? Diceva, nel 1947, Chaplin: "Se si ammazza una persona si è un criminale. Se se ne ammazzano milioni si è un eroe. Le grandi cifre santificano tutto".
l'e-dittoreale
Karol Wojtyla è beato. Credenti da ogni parte del mondo lo chiedevano e quasi lo pretendevano, e alla fine sono stati accontentati. Adesso la strada per la santificazione del papa polacco è più vicina. Perchè Wojtyla merita di essere santo: almeno tutti lo sostengono all'interno della Chiesa, e tanti lo credono tra i fedeli. Su una cosa non c'è dubbio: più meglio di tanti suoi predecessori Giovanni Paolo II seppe esortare il dialogo, seppe incitare la via della diplomazia e l'abbandono della violenza e delle aggressione. E poi promosse il dialogo interreligioso, mai così fondamentale in un mondo profondamente diviso su questione confessionali e teologiche, basti pensare all'eccidio di cristiani in Nigeria o in India. oggi più che mai, in un mondo dove cellule impazzite del jihadismo islamico minano la convivenza dei popoli e gli equilibri tra nazioni. Giovanni Paolo II fu anche colui che invitò tutti a non aver paura di fronte a un mondo diviso, sempre sull'orlo di una possibile nuova guerra tra blocchi e superpotenze, fu colui queste divisioni riuscì a superarle contribuendo alla caduta dei regimi oppressivi dell'altra parte del mondo. E non a caso. L'elezione di Wojtyla a capo della Chiesa di Roma non fu affatto casuale, al contrario fu una scelta consapevole e ben meditata. Era un'investitura politica, perchè la Chiesa la politica l'ha sempre fatta e non ha mai smesso di farla. In Italia, come nel resto del mondo. E proprio nel mondo Wojtyla portò la parola propria e di Cristo, i suoi messaggi di fratellanza, uguaglianza, giustizia. Al mondo il pontefice parlò sempre e continuamente, e anche quando le sue condizioni di salute non erano ottimali era sempre presente in prima persona in ogni angolo del globo per portare in prima persona il proprio messaggio. In questo Wojtyla era forse unico: era il papa di tutti. Amava la gente e stava a contatto con la gente, di ogni estrazione sociale ed età. Anche di ogni fede. Perchè seppe parlare a Israele, alla Chiesa ortodossa, all'islam, ai monaci tibetani. Anche ai generale e ai colonnelli argentini, e al più celebre alto ufficiale cileno. Perchè si dialoga con tutti, nessuno escluso. Un messaggio di pace e di speranza come grande esempio per un mondo diverso e forse migliore. Ma va detto che un pontefice resta pur sempre un pontefice, e in questo Wojtyla non fece eccezione: su temi come la vita, la famiglia e la contraccezione Giovanni Paolo II mantenne quella rigidità e quella chiusura proprie della Chiesa. No all'aborto, no alle unioni di fatto, no alla fecondazione assistita, no al preservativo: anche il papa della gente seppe voltare le spalle alla sua stessa gente, mostrando tutti i limiti non tanto propri quanto di un'intera istituzione sempre poco incline al progressismo. Negando diritti a famiglie di fatto, si venivano a generare quelle disuguaglianze da Wojtyla sempre aspramente criticate; ma soprattutto negano l'uso del preservativo vennero condannate a morte milioni e milioni di persone: studi della Banca Mondiale stimano che solo nei paesi dell'Africa subsahariana vi siano dai 25 ai 28 milioni di persone infette da HIV, più del 60% di tutta la popolazione malata di aids e più dei tre quarti delle donne. Gli stessi studi dicono che in America latina e nell'area caraibica si contino complessivamente circa 2 milioni di sieropositivi. Dire di no al preservativo in queste realtà vuol dire non fermare i contagi e la diffusione della malattia, condannando altre persone e le generazioni future. Una simile responsabilità è proprio di Karol Wojtyla, quello stesso Karol Wojtyla voluto beato e considerato santo da un mondo cieco, ipocrita e stolto. COndannare all'unanimità e dall'umanità un dittatore che stermina 6 milioni di ebrei si può e si deve, come si può invece tacere le vittime di Woytilismo? Nessuno neanche osa chiederselo, e molti riteranno questo domanda e questo accostamento blasfemo, provocatorio e insostenibile. Wojtyla come Hitler: come pensare una cosa simile? In effetti, per numero di vittime Wojtyla ne ha fatte anche di più. Con una differenza: Hitler ha ucciso e sterminato, Wojtyla ha emesso condanne a morte. Questo basta per rendere beato un boia prossimo alla santificazione? Diceva, nel 1947, Chaplin: "Se si ammazza una persona si è un criminale. Se se ne ammazzano milioni si è un eroe. Le grandi cifre santificano tutto".
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