La Lega era sempre stata contraria al decreto per l'emergenza campana, e nel momento del voto si consuma lo psico-dramma della maggioranza. Ecco gli eventi di un incandescente 19 luglio.
di Emiliano Biaggio
Pdl e e maggioranza "inciampano" sui rifiuti. Nell'Aula della Camera il governo va sotto per sei voti sulla richiesta del relatore Agostino Ghiglia (Pdl) di rinviare il decreto ad hoc in commissione e, a Montecitorio, si vive un'altra giornata di passione. Cosa è successo? La Lega, da sempre critica nei confronti del testo, non vota contro, come paventato nelle fila del Pdl. Anzi, «siamo a favore del rinvio, vista anche la sentenza del Consiglio di Stato», assicura Angelo Alessandri (Lega), presidente della commissione Ambiente della Camera. Sulla carta quindi nessuno sgambetto, il problema è legato al numero degli assenti: 66 quelli "giustificati" perchè in missione, ma probabilmente qualche ulteriore defezione ingiustificata puo' aver mandato in tilt la maggioranza, che si riunisce immediatamente nella saletta del Governo di Montecitorio. Si chiudono in stanza tra gli altri il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, i capigruppo di Pdl e Lega, Fabrizio Cicchitto e Marco Reguzzoni, il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi e il relatore di maggioranza, Ghiglia. Successivamente arrivano Paolo Bonaiuti e il deputato della Lega Guido Dussin. Resteranno riuniti oltre due ore, per capire come uscire dall'impasse.
L'ipotesi che emerge da subito (che viene poi approvata dall'Aula con 14 voti di differenza) è il rinvio del voto al giorno successivo e prende corpo addirittura la possibilità che il decreto venga ritirato. Una sua eventuale cancellazione toglierebbe infatti non poche castagne dal fuoco, data la sentenza del Consiglio di Stato che permette il trasferimento dei rifiuti fuori dalla Campania. La tensione è altissima: la Lega sposa «il concetto per cui ognuno si smaltisce i propri rifiuti», ribadendo la contrarietà alla possibilità che la regione Campania trasferisca in altre regioni, senza il loro nulla osta, l'immondizia di Napoli (ipotesi invece difesa dai deputati campani del Pdl) e minacciando il voto contrario come già avvenuto in Consiglio dei ministri. Il Pdl non può permettersi passi falsi. Il perchè lo spiega il presidente dei deputati dell'Idv, Massimo Donadi: «Se la Lega dovesse votare contro il decreto rifiuti, a Berlusconi non resterebbe che formalizzare la crisi e salire al Quirinale per dimettersi».
Il Pdl prende tempo e molti deputati prendono la parola, facendo scorrere il tempo. Alla fine Ghiglia, facendo notare l'orario inoltrato (sono ormai le sette) chiede e ottiene il rinvio a domani. Il pericolo è scampato e la questione rimandata, e domani mattina si capirà cosa succederà. Intanto, per Ermete Realacci (Pd), «la maggioranza ha sbagliato tutto e ha fatto auto-ostruzionismo». «Hanno subito una sconfitta», commentano i suoi colleghi di partito.
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