Berlusconi al Quirinale da Napolitano per discutere di un eventuale decreto sulla materia. Nuova bocciatura del capo dello Stato a un provvedimento che non serve agli italiani.
l'e-dittoreale
Berlusconi insiste sulle intercettazioni, e tenta addirittura la carta del decreto - per nulla gradita al Quirinale - andando a discuterne al Colle proprio con il capo dello Stato. La risposta è stata una nuova ennesima bocciatura del programma del capo di Governo, che per cercare di convincere il presidente della Repubblica ha sostenuto la necessità di un decreto per il volere degli italiani. Il padre di tutti gli italiani, però, sa fin troppo bene che non sono questi i pensieri e i problemi per gli italiani. La crisi incombe e assume ogni giorno che passa scenari sempre meno rassicuranti, la disoccupazione aumenta, la precarietà dilaga, la quarta settima diventa un'ossessione per sempre più famiglie, il sud e il nord ampliano sempre più il loro divario, mancano a oggi misure per rilanciare crescita, consumi e mercato del lavoro, cose queste ultime di cui non c'è traccia nelle due manovre d'estate. Questo il presidente della Repubblica lo sa bene, non se ne accorge invece il presidente del Consiglio, che ancora una volta dimostra di pensare ai propri affari piuttosto che ai problemi reali del paese. Ancora una volta, come da sempre ha fatto da quando ha preso in mano le redini dell'Italia. Falso in bilancio, rogatorie internazionali, legittimo impedimento, rientro dei capitali all'estero, lodo Schifani e lodo Alfano, condono edilizio, condono fiscale: tutti provvedimenti varati nel nome della presunta volontà degli italiani, che adesso fanno i conti con una crisi non affrontata nè prevenuta per l'inerzia di diversi governi guidati tutti da uno stesso premier, intenti a pensare a tutt'altro. Come una legge anti-intercettazione in tempi di crisi. Per volere e paura di un re sempre più nudo.
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Berlusconi insiste sulle intercettazioni, e tenta addirittura la carta del decreto - per nulla gradita al Quirinale - andando a discuterne al Colle proprio con il capo dello Stato. La risposta è stata una nuova ennesima bocciatura del programma del capo di Governo, che per cercare di convincere il presidente della Repubblica ha sostenuto la necessità di un decreto per il volere degli italiani. Il padre di tutti gli italiani, però, sa fin troppo bene che non sono questi i pensieri e i problemi per gli italiani. La crisi incombe e assume ogni giorno che passa scenari sempre meno rassicuranti, la disoccupazione aumenta, la precarietà dilaga, la quarta settima diventa un'ossessione per sempre più famiglie, il sud e il nord ampliano sempre più il loro divario, mancano a oggi misure per rilanciare crescita, consumi e mercato del lavoro, cose queste ultime di cui non c'è traccia nelle due manovre d'estate. Questo il presidente della Repubblica lo sa bene, non se ne accorge invece il presidente del Consiglio, che ancora una volta dimostra di pensare ai propri affari piuttosto che ai problemi reali del paese. Ancora una volta, come da sempre ha fatto da quando ha preso in mano le redini dell'Italia. Falso in bilancio, rogatorie internazionali, legittimo impedimento, rientro dei capitali all'estero, lodo Schifani e lodo Alfano, condono edilizio, condono fiscale: tutti provvedimenti varati nel nome della presunta volontà degli italiani, che adesso fanno i conti con una crisi non affrontata nè prevenuta per l'inerzia di diversi governi guidati tutti da uno stesso premier, intenti a pensare a tutt'altro. Come una legge anti-intercettazione in tempi di crisi. Per volere e paura di un re sempre più nudo.
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