Friday, 30 September 2011

Legge bavaglio, la maggioranza accelera

Lupi (Pdl): «La prossima settimana all'esame alla Camera». Insogono le associazioni: «Andremo alla corte dei diritti dell'uomo e in ogni cancelleria europea».

di Emiliano Biaggio

«Fare in fretta». Nel Governo e nella maggioranza ormai è un vero e proprio mantra quello che si ripete ormai da tempo sul disegno di legge sulle intercettazioni. Un provvedimento che tiene banco alla Camera, dove si vuole votare - quasi certamente con la fiducia - al massimo tra martedì e mercoledì. Il ministro della Giustizia, Nitto Palma, torna a ripetere che «non bisogna ritardare i tempi» del voto. Si lavora a partire dal testo frutto del compromesso tra fedeli al premier e finiani, con i finiani nel 2010 di un compromesso con i finiani, testo sgradito al Pdl e a Berlusconi e per questo accantonato per un anno. Ma adesso, si riparte e non si esclude di ripescare la legge Mastella, quella che vieterebbe la pubblicazione - integrale, parziale e per riassunto - dei provvedimenti in corso. Il Guardiasigilli è sciruo che il risultato gradito al premier è a portata di mano: Giorgio Napolitano, ricorda Plama, ha recentemente sostenuto che «esiste un eccesso di intercettazioni e un eccesso di pubblicazione di fatti privati», per cui dal Quirinale non dovrebbero arrivare stop nè sgridte sorprese. Per cui occorre non indugiare oltre. I lavori di Montecitorio «prevedono per la prossima settimana le intercettazioni», fa sapere Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera. «Mercoledì si voteranno le pregiudiziali», precisa a stretto giro Silvano Moffa, ex-finiano ora capogruppo di Popolo e Territorio (gli ex "responsabili) alla Camera. La legge bavaglio è quindi servita. L'Italia dei calori non ci sta: «Le intercettazioni - sostiene Felice Belisario, presidente dei senatori dell'Idv - devono essere pubblicate senza minaccia di sanzioni per gli editori, perché è un dovere informare ed è un sacrosanto diritto dei cittadini conoscere fatti e misfatti di coloro che gestiscono la cosa pubblica». per Belisario Questo siamo di fronta a «un bieco e strumentale tentativo di salvare il premier dai processi in corso». Critiche poi a Palma. «Un ministro della Giustizia all'altezza del suo incarico non può pensare di eliminare o ridurre l'uso delle intercettazioni telefoniche, strumento di indagine fondamentale per combattere la criminalità organizzata», rincara la dose Belisario. «Le intercettazioni non riguardano la vita privata dei cittadini, ma mirano a stanare il comportamento illecito di persone indagate».
Contro la legge bavaglio non solo l'Idv: sono scesi in piazza, e minacciano di farlo ancora, il Popolo viola, Articolo 21, Libertiamo.it, Fnsi, Odg, Usigrai, Unione delle giornaliste libere e autonome. Alla protesta spontanea hanno aderito Sel, Pd, Idv e anche Fli. Berlusconi, però, tira dritto. «Fare in fretta», la parola d'ordine. Sull'altro fronte i manifestanti promettono di adire alla Corte dei diritti dell'uomo alla giustizia europea una volta venisse approvata la legge che vieta la pubblicazione delle intercettazioni, ma anche di depositare un dossier in ogni cancelleria europea e, in ultima ratio, di disattendere la legge pubblicando comunque le intercettazioni stesse. Ormai è scontro, e non più soltanto dentro il Parlamento.
(fonte foto: Rai)

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