Saturday, 15 October 2011

Il governo "Porta portese" di Berlusconi

Il premier incassa la fiducia e nomina nuovi membri dell'esecutivo. Mentre gli italiani continuano ad ascoltare favole.

l'e-dittoreale

Silvio Berlusconi ottiene la fiducia della Camera, raggiungendo quota 316 deputati e dimostrando, di avere la maggioranza minima necessaria, di poter continuare a guidare il paese. Quindi «avanti fino al termine della legislatura», scandisce il premier, che denuncia il tentativo di un presunto «golpe burocratico», un ennesimo «agguato della sinistra». Peccato che se Montecitorio si è fermato ancora una volta per occuparsi delle questioni berlusconiane, è perchè la maggioranza di Berlusconi non ha saputo approvare l'articolo 1 sull'articolo 1 del Rendiconto di bilancio, la legge che fissa i conti dello Stato. Altro che agguato della sinistra. Ancora una volta, dunque, Berlusconi stravolge la verità dei fatti e inventa nemici immaginari, per nascondere agli italiani le vere colpe e le vere responsabilità di un governo che doveva essere "del fare" ma che per l'Italia ha invece fatto poco e niente. Per Berlusconi «hanno tentato di far cadere il governo con un cavillo burocratico», spiegazione tanto incredibile quanto fantasiosa. Così come incredibile è la lettura che un pur comprensibilmente Berlusconi offre della situazione politica: «Abbiamo i numeri per governare e andremo avanti», dice, salvo essere smentito immediatamente da Umberto Bossi. «Silvio Berlusconi andrà a votare quando lo diremo noi», sibila il leader del Carroccio, che lascia intendere chi comandi realmente all'interno di questo esecutivo sempre più «un banco di Porta portese», come definito dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Dopo la fiducia ottenuta, infatti, Berlusconi nomina Catia Polidori e Aurelio Misiti rispettivamente viceministro allo Sviluppo Economico e viceministro alle Infrastrutture. Mentre nella squadra di governo entrano a far parte, ex novo, anche Giuseppe Galati (come sottosegretario all'Istruzione) e Guido Viceconte (come sottosegretiario all'Interno). Alla faccia dei tagli ai costi della politica e dei tanti, tantissimi, precari e senza lavoro in giro per il paese. Meno male che Silvio c'è. Purtroppo.

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