Il Parlamento Ue approva l'accordo con cui gli Stati Uniti terranno per 15 anni tutti i dati dei passeggeri in volo dall'Europa verso la patria della democrazia. Che baratta i diritti civili con la voglia di sicurezza nazionale con la complicità di Bruxelles.
di Emiliano Biaggio
Il grande fratello vi guarda e vi controlla. E si tiene le vostre informazioni. Da oggi in poi, infatti, i dati personali di quanti viaggeranno in aereo dall'Europa agli Stati Uniti potranno essere tenuti in banche dati statunitensi, e le autorità Usa resteranno in possesso di tutti dettagli relativi agli utenti delle compagnie aeree europee. Proprio così. A stabilirlo, è un accordo bilaterale Ue-Stati Uniti approvato dall’Assemblea del Parlamento europeo, con un voto favorevole che il gruppo dei Verdi – tra i contrari al provvedimento – definiscono «controverso» per le implicazioni che questo accordo ha sulla privacy. Approvato con 409 voti a favore, 226 contrari e 33 astensioni, l’accordo sulla registrazione dei nomi dei passeggeri (noto con l’acronimo Pnr- Passengers names registration) ha sollevato non poche polemiche a Strasburgo, dove il gruppo dei Verdi ha presentato una proposta di deferire l'accordo alla Corte di giustizia europea. Una proposta comunque respinta nel corso del voto in Aula.
In base all’accordo le autorità statunitensi conserveranno i dati in una banca dati attiva per un massimo di cinque anni. Dopo i primi sei mesi, tutte le informazioni che potrebbero essere utilizzate per identificare un passeggero verrebbero oscurate, in modo da non rendere riconoscibile il soggetto. Terminati i cinque anni, i dati sui passeggeri saranno trasferiti in una "banca dati inattiva" per un periodo massimo di dieci anni, con requisiti di accesso più severi per i funzionari degli Stati Uniti. Successivamente, l'accordo sancisce che i dati devono essere resi completamente "anonimi", eliminando tutte le informazioni che potrebbero servire a identificare il passeggero. La schedatura non avverà più nei commissariati di polizia nè negli uffici dell'Fbi: la schedatura avverrà già nel momento cui compreremo i biglietti on-line. Tutto last-minute e magari low-cost. L’accordo è stato dettato per ragioni di sicurezza: secondo il testo, infatti, i dati presi in base al Pnr «sono utilizzati principalmente per prevenire, individuare, indagare e perseguire il terrorismo e i gravi reati transnazionali». I dati, inoltre, serviranno per «individuare i soggetti che potrebbero essere sottoposti a interrogatorio o esame approfondito».
I dati Pnr sono raccolti dai vettori aerei durante il processo di prenotazione e includono nomi, indirizzi, dettagli di carte di credito e i numeri dei sedili dei passeggeri aerei. Secondo la legge degli Stati Uniti, le compagnie aeree sono obbligate a rendere questi dati disponibili prima della partenza dei passeggeri. Questo vale per i voli da o verso gli Stati Uniti.
Jan Philipp Albrecht, deputato europeo del gruppo dei Verdi europei e responsabile per gli Affari interni, parla senza mezzi termini di «stile di sorveglianza alla “grande fratello” che il Parlamento europeo ha sostenuto». Il problema, ha fatto notare Albrecht, è che «i termini dell’accordo sono sproporzionati, soprattutto per quanto riguarda la durata del periodo di mantenimento dei dati dei passeggeri». Quanto approvato a Strasburgo «compromette la privacy e le libertà civili dei cittadini dell’Ue».
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