Wednesday, 2 May 2012

La Groenlandia "cede" le sue ricchezze all'Ue

Siglato un accordo che impegnerà l'Europa ad aiutare l'isola a sfruttare le risorse naturali, in cambio di ritorni commerciali. Dopo l'esperienza Cee un nuovo patto economico. In chiave anti-cinese.

 di Emiliano Biaggio

La Groenlandia entra a far parte dell'Unione europea, non come paese membro ma come partner commerciale strategico. L'isola, ancora dipendente dalla Danimarca, ha uno statuto tutto speciale che la rende indipendente sotto molti punti di vista, basti pensare che non fa parte dell'Ue. Ma soprattutto, per effetto del referendum del 25 novembre 2008, la Groenlandia oltre al diritto di autodeterminazione e riconoscimento come popolo, ha il diritto di gestire le proprie risorse naturali. Il governo locale di Nuuk e l'Ue hanno sottoscritto un accordo in base al quale l'Unione europea aiuterà l'isola dell'artico nella ricerca, estrazione e trasformazione delle risorse in cambio di rapporti commerciali privilegiati. La singolarità dell'accordo sta nel fatto che per la prima volta la Groenladia sottoscrive accordi internazionali senza doversi consultare con le autorità danesi di Copenhagen.
   Oggi, ricorda il commissario europeo per l'Industria, Antonio Tajani, «la Groenlandia basa tutta la propria economia sulla pesca pur essendo un paese ricchissimo di materie prime». Oro, diamanti, zinco, uranio e terre rare (minerali usati per fibre ottiche, superconduttori e componentistica per veicoli ibridi), acqua, sono solo una parte del tesoro naturale della Groenlandia ancora tutto da scoprire. Le temperature rigide (anche inferiori ai -60°) e il ghiaccio rendono infatti difficile attività all'aperto e la perforazione del suolo. La partnership Groenlandia-Ue dovrà servire quindi a dare avvio a una nuova fase dell'isola-continente, che ha scelto la via dell'Ue per i legami storico-politici: prima di far parte della Danimarca è stata colonia norvegese, e per 13 anni - dal 1973 al 1985 - ha fatto parte della Cee, la Comunità economica europea. Ma la scelta è dettata anche da ragioni geopolitiche: alla Groenlandia è infatti interessata anche la Cina, alla ricerca costante di materie prime - soprattutto uranio, di cui la Groenlandia come detto è ricca - e in continua espansione verso ogni mercato mondiale dove poter concludere affari vantaggiosi. Le autorità groenlandesi, temendo che la Cina potesse spogliare il paese delle risorse e lo potessero deturpare dal punto di vista ambientale, hanno preferito rivolgersi all'Ue. Il 14 giugno una prima delegazione europea sarà nella capitale groenlandese per i primi sopralluoghi. L'accordo firmato riguarda attività estrattive lungo la costa sud-orientale, quella che si affaccia cioè sulla Norvegia e sul mar di Barents.

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