Thursday, 21 June 2012

Parlamento Ue, sì all'agenzia di rating europea

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La commissione Problemi economici ha dato il via libera per l'avvio delle consultazioni attivando l'iter.
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Leonardo Domenici
 di Emiliano Biaggio

Il Parlamento europeo è favorevole all'istituzione di un'agenzia di rating dell'Ue. Nel corso dell'esame della relazione sulle “nuove disposizioni per responsabilizzare le agenzie di rating”, la commissione Problemi economici del Parlamento europeo ha deciso di compiere i primi passi verso la creazione di un istituto col compito di valutare i titoli obbligazionari emessi dai paesi membri. L'organismo parlamentare ha approvato quella parte che prevede l'avvio del processo per la costituzione di un'agenzia di rating europea, compito che spetterà alle istituzioni comunitarie esistenti. Allo stesso tempo tutti soggetti finanziari regolati (banche, assicurazioni, fondi d'investimento) saranno tenuti – secondo il testo adottato – a produrre un proprio quadro di autovalutazione, così da essere già preparati ad affrontare i propri rischi. Ancora, la proposta di legge Ue vuole impedire agli istituti regolamentati di vendere asset nel momento in cui dovessero subire un declassamento.
Per garantire una maggiore trasparenza dell'operato delle agenzie che oggi danno giudizi agli stati (Moody's, Fitch, Standard&Poor's), a queste si chiede di fornire prova documentata dell'imparzialità dei propri giudizi, introducendo la validità del principio della responsabilità civile per questi soggetti. «Queste agenzie devono assumersi la loro responsabilità civile» per gli effetti che i loro giudizi possono avere, sostiene Leonardo Domenici (S&D), relatore della relazione. Il diritto a cui le agenzie di rating devono rispondere, a suo giudizio, quello del paese di residenza dell'investitore. Ma non è finita qui. Le agenzie, denuncia Domenici, «sono spesso costruire su un conflitto di interessi», in quanto «sono finanziate dalle stesse persone che vengono valutate». La legislazione proposta dal Parlamento europeo propone quindi di introdurre una clausola che vieta all'agenzia di valutare un credito su richiesta di una persona che detiene più del 5% del capitale o il diritto di voto nell'agenzia, o che è nella posizione di esercitare un'influenza significativa nel suo settore d'attività. Sempre in ragione del conflitto di interessi denunciato da Domenici a un'agenzia non deve essere permesso di dare giudizi su soggetti che detengono più del 2% del suo capitale. Su tutte queste misure adesso il Parlamento può avviare i negoziati con le parti interessate, e non è escluso che il tema di un'agenzia di rating comunitaria possa finire sul tavolo del prossimo consiglio europeo.

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