Spazio dedicato a cosa succede in Italia. Chi fa che cosa, dove, come e soprattutto perchè. Protagonisti e comparsate nel paese dove tutto (ma proprio tutto!) è davvero possibile.
di Emiliano Biaggio - «Pensiamo che il Pd debba rassicurare gli italiani sul fatto che non si torna indietro: no ad un ritorno al duo Berlusconi-Tremonti». Nel partito democratico si lavora al post-montismo, ed ecco allora Paolo Gentiloni tracciare la rotta per le prossime elezioni. Anche nel Pdl si lavora al post-montismo. «E’ inutile, senza di me non andate da nessuna parte... Mi toccherà rimettermi in gioco». Silvio da Arcore scende in campo. Di nuovo. Il presidente marinaio rassicura gli elettori del Pdl e dimostra la validità delle sue promesse. «Farò il padre fondatore del mio partito e magari mi rimetterò a fare il presidente del Milan», aveva detto il giorno della sua detronizzazione. Ma adesso per l'in nero cavaliere è tempo di rimettersi in sella e condurre il paese verso la rinascita. «C’e’ un gran movimento di sostegno alla ricandidatura del presidente Berlusconi», fa sapere Angelino Alfano, il reggente del Pdl, colui per il quale lo stesso Berlusconi ha abdicato. «Credo che alla fine lui deciderà di scendere in campo», aggiunge. Berlusconi infatti ha deciso. «Vari imprenditori mi hanno detto che tutto il mondo imprenditoriale vuole il mio ritorno», spiega Berlusconi. Insomma, se torna non è colpa sua, è bene che si sappia. Ma il dado è tratto, e quindi ora si fa l'Italia. Galan è al settimo cielo: «Berlusconi in campo mi fa godere». Anche Moody's gode, perchè ha un'occasione per declassare l'Italia e portarla solo a due punti sopra il titolo "spazzatura". «Il clima politico italiano è fonte di rischio», rileva l'agenzia di rating. L'Italia è un rischio «specialmente con l'avvicinarsi del voto della prossima primavera». Da Moody's una bocciatura politica a Berlusconi? Noo, ma quando mai! «Non abbiamo nessuno di meglio di Silvio Berlusconi», tiene a precisare Daniela Santanchè. «Da mesi dico che è il nostro candidato premier». «E' chiaro che la ridiscesa in campo di Berlusconi non farà bene all'Italia», tiene a precisare Casini. «Basta pensare a quelle che in queste ore sono le reazioni internazionali e i rinnovati dubbi sulla serietà e la credibilità del nostro Paese». Ma perchè, che succede?, si domanda Bersani. «Si sente di agghiaccianti ritorni...». Macchè, si sente di gente in estasi. Galan è al settimo cielo e non riesce più a tornare sulla terra. «Sto godendo molto di più di un orgasmo, questo godimento dura di più, moltissimo». Ma una volta non tirava più un pelo di...? L'ex ministro dell'Agricoltura ed ex ministro dei Beni culturali è un momento di alta politica. «Chi tra i nostri aveva già impostato la sua vita, la carriera e le speranze sul fatto che non ci fosse più Berlusconi se la sono presa in quel posto». Tempo di consecutio temporum e persecutio per i traditori. «Spero che molti di questi vengano lasciati a casa», l'anatema di Galan. Calderoli invece chiede la testa del capo del governo. «Monti faccia come capitan Schettino, abbandoni la nave e si costituisca... Da novembre, da quando si è insediato questo Governo, non c'è un parametro economico, uno solo, che non sia peggiorato. Cos'altro deve succedere prima che Monti e i suoi tecnici si rendano conto che stanno trascinando il Paese verso gli abissi?». «Il giudizio di Moody's è del tutto ingiustificato e fuorviante», rassicura i mercati il ministro dello Sviluppo Corrado Passera. Moody's «non tiene conto del lavoro che il nostro paese sta facendo». Infatti tiene conto di quello che farà, ovvero rieleggere il Cav. Beh, che c'è di male? «Berlusconi resta il piu' bravo, il piu' fantasioso, il più innovativo», dice Galan. Sì, talmente innovativo e fantasioso che offre idee nuove e originali. «Il “Popolo della Libertà” riavrà presto il suo vecchio nome: “Forza Italia"», annuncia Berlusconi. E il programma elettorale? nuovo e fantasioso anche quello. Cosa farà lo rivela al Bild. «Il presidente del Consiglio in Italia non ha alcun potere. La nostra Costituzione non gli permette neppure di sostituire un proprio ministro. Avevo potere prima del 1994, quando facevo solo l’editore televisivo». 'E perchè non hai continuato a farlo?', domanda qualcuno. Comunisti! «Purtroppo - continua Silvio da Arcore - l’Italia è ancora oggi difficilmente governabile: il capo del governo non ha neppure il potere di decidere autonomamente sui decreti legge che sono immediatamente efficaci». Anche per risolvere la crisi Berlusconi ha idee rivoluzionarie: «Questa crisi è impregnata di una sorta di profezia che si auto-avvera, cioè il fattore psicologico è una delle cause principali della crisi. Io invece sono del parere che sia compito di un governo creare un clima di ottimismo e fiducia». Ah, beh... Intanto le frange post-fasciste del Pdl insorgono. «Non si può cambiare da un giorno all'altro un progetto», critica La Russa pensando ad un ritorno a Forza Italia. «Se si pensa che sia salvifico un salto all'indietro, al 1994, quando Fi prese il 21% dei voti e An il 13%, si sbaglia». «Io in Forza Italia non ci vado», insorge Meloni. «Alleati sì, sottomessi mai». «L’idea del cambio di nome dal Popolo delle Libertà a Forza Italia è stata equivocata», precisa immediatamente l'in nero cavaliere. Il vecchi nome nuovo «è solo di un'idea». Sì, Berlusconi è tornato.
di Emiliano Biaggio - «Pensiamo che il Pd debba rassicurare gli italiani sul fatto che non si torna indietro: no ad un ritorno al duo Berlusconi-Tremonti». Nel partito democratico si lavora al post-montismo, ed ecco allora Paolo Gentiloni tracciare la rotta per le prossime elezioni. Anche nel Pdl si lavora al post-montismo. «E’ inutile, senza di me non andate da nessuna parte... Mi toccherà rimettermi in gioco». Silvio da Arcore scende in campo. Di nuovo. Il presidente marinaio rassicura gli elettori del Pdl e dimostra la validità delle sue promesse. «Farò il padre fondatore del mio partito e magari mi rimetterò a fare il presidente del Milan», aveva detto il giorno della sua detronizzazione. Ma adesso per l'in nero cavaliere è tempo di rimettersi in sella e condurre il paese verso la rinascita. «C’e’ un gran movimento di sostegno alla ricandidatura del presidente Berlusconi», fa sapere Angelino Alfano, il reggente del Pdl, colui per il quale lo stesso Berlusconi ha abdicato. «Credo che alla fine lui deciderà di scendere in campo», aggiunge. Berlusconi infatti ha deciso. «Vari imprenditori mi hanno detto che tutto il mondo imprenditoriale vuole il mio ritorno», spiega Berlusconi. Insomma, se torna non è colpa sua, è bene che si sappia. Ma il dado è tratto, e quindi ora si fa l'Italia. Galan è al settimo cielo: «Berlusconi in campo mi fa godere». Anche Moody's gode, perchè ha un'occasione per declassare l'Italia e portarla solo a due punti sopra il titolo "spazzatura". «Il clima politico italiano è fonte di rischio», rileva l'agenzia di rating. L'Italia è un rischio «specialmente con l'avvicinarsi del voto della prossima primavera». Da Moody's una bocciatura politica a Berlusconi? Noo, ma quando mai! «Non abbiamo nessuno di meglio di Silvio Berlusconi», tiene a precisare Daniela Santanchè. «Da mesi dico che è il nostro candidato premier». «E' chiaro che la ridiscesa in campo di Berlusconi non farà bene all'Italia», tiene a precisare Casini. «Basta pensare a quelle che in queste ore sono le reazioni internazionali e i rinnovati dubbi sulla serietà e la credibilità del nostro Paese». Ma perchè, che succede?, si domanda Bersani. «Si sente di agghiaccianti ritorni...». Macchè, si sente di gente in estasi. Galan è al settimo cielo e non riesce più a tornare sulla terra. «Sto godendo molto di più di un orgasmo, questo godimento dura di più, moltissimo». Ma una volta non tirava più un pelo di...? L'ex ministro dell'Agricoltura ed ex ministro dei Beni culturali è un momento di alta politica. «Chi tra i nostri aveva già impostato la sua vita, la carriera e le speranze sul fatto che non ci fosse più Berlusconi se la sono presa in quel posto». Tempo di consecutio temporum e persecutio per i traditori. «Spero che molti di questi vengano lasciati a casa», l'anatema di Galan. Calderoli invece chiede la testa del capo del governo. «Monti faccia come capitan Schettino, abbandoni la nave e si costituisca... Da novembre, da quando si è insediato questo Governo, non c'è un parametro economico, uno solo, che non sia peggiorato. Cos'altro deve succedere prima che Monti e i suoi tecnici si rendano conto che stanno trascinando il Paese verso gli abissi?». «Il giudizio di Moody's è del tutto ingiustificato e fuorviante», rassicura i mercati il ministro dello Sviluppo Corrado Passera. Moody's «non tiene conto del lavoro che il nostro paese sta facendo». Infatti tiene conto di quello che farà, ovvero rieleggere il Cav. Beh, che c'è di male? «Berlusconi resta il piu' bravo, il piu' fantasioso, il più innovativo», dice Galan. Sì, talmente innovativo e fantasioso che offre idee nuove e originali. «Il “Popolo della Libertà” riavrà presto il suo vecchio nome: “Forza Italia"», annuncia Berlusconi. E il programma elettorale? nuovo e fantasioso anche quello. Cosa farà lo rivela al Bild. «Il presidente del Consiglio in Italia non ha alcun potere. La nostra Costituzione non gli permette neppure di sostituire un proprio ministro. Avevo potere prima del 1994, quando facevo solo l’editore televisivo». 'E perchè non hai continuato a farlo?', domanda qualcuno. Comunisti! «Purtroppo - continua Silvio da Arcore - l’Italia è ancora oggi difficilmente governabile: il capo del governo non ha neppure il potere di decidere autonomamente sui decreti legge che sono immediatamente efficaci». Anche per risolvere la crisi Berlusconi ha idee rivoluzionarie: «Questa crisi è impregnata di una sorta di profezia che si auto-avvera, cioè il fattore psicologico è una delle cause principali della crisi. Io invece sono del parere che sia compito di un governo creare un clima di ottimismo e fiducia». Ah, beh... Intanto le frange post-fasciste del Pdl insorgono. «Non si può cambiare da un giorno all'altro un progetto», critica La Russa pensando ad un ritorno a Forza Italia. «Se si pensa che sia salvifico un salto all'indietro, al 1994, quando Fi prese il 21% dei voti e An il 13%, si sbaglia». «Io in Forza Italia non ci vado», insorge Meloni. «Alleati sì, sottomessi mai». «L’idea del cambio di nome dal Popolo delle Libertà a Forza Italia è stata equivocata», precisa immediatamente l'in nero cavaliere. Il vecchi nome nuovo «è solo di un'idea». Sì, Berlusconi è tornato.
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