Thursday, 6 December 2012

Siria, sì della Nato ai missili sulla frontiera turca

La decisione presa dopo l'escalation di violenze. Rasmussen: «vogliamo dissuadere ogni minaccia»

Bandiere turca (in alto) e del Consiglio nazionale siriano
di Emiliano Biaggio

L'opzione militare per la cessazione della guerra civile in Siria diventa sempre più una possibilità per i paesi della Nato. L'Alleanza atlantica ha infatti disposto lo schieramento di missili patriot in Turchia, lungo la frontiera turco-siriana. Ufficialmente il via libera all'installazione delle batterie missilistiche risponde ad esigenze di sicurezza: si vuole infatti evitare un attacco da parte del regime di Bashar Assad, e i missili terra-aria con gittata massima di centosessanta chilometri si pensa possano rappresentare un più che valido deterrente. «La Siria ha i missili e le armi chimiche, e per questo è urgente fornire protezione aerea alla Turchia», ha detto il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. «Entro settimane», ha precisato, verrà installato il sistema missilistico, che  «sarà solo difensivo e in nessun modo supporterà una no-fly zone o operazioni d'attacco». Non prima di un mese arriveranno invece le due batterie missilistiche messe a disposizione della Germania: il governo federale ha dato l'ok alla fornitura dei missili, ma per effetto della dimensione delle batterie di missili - che includono radar, centri di comando e controllo, strutture per le comunicazioni - il trasporto non potrà che avvenire via mare, e questo richiederà tempo. Rasmussen ha sottolineato che la decisione adottata dai ministri degli Esteri dei paesi delle Nato sta a «dimostrare la nostra determinazione a dissuadere ogni minaccia». La Siria dunque inizia a preoccupare seriamente. In questi mesi la comunità internazionale ha cercato una soluzione diplomatica e pacifica per la questione siriana, ma adesso si assiste ad una militarizzazione della questione. Un'evoluzione che risponde alle richieste del governo di Ankara, che aveva chiesto protezione e assistenza nel timore di un'estensione del conflitto siriano oltre confine. La guerra civile si trascina ancora senza che si intravedano possibilità di fine delle ostilità, ma a preoccupare è soprattutto il possibile ricorso alle armi chimiche da parte del governo siriano. Persino la Russia - che si schiera con il regime di Assad - teme perchè un simile scenario possa presentarsi, proprio come lo temono all'interno della Nato.  L'alleanza atlantica comunque è pronta all'uso della forza come ultima opzione. «Il possibile uso di armi chimiche sarebbe completamente inaccettabile. In quel caso - ha  evidenziato Rasmussen - mi aspetterei una reazione immediata». La tensione in Medio Oriente dunque sale, e tutti già si preparano nell'eventualità che la situazione precipiti.

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