Il Parlamento Ue di Strasburgo |
L'Europa chiede austerità e rigore, taglio della spesa e conti in ordine. Poi però sperpera denaro pubblico per far funzionare un Parlamento che ha due sedi, entrambe inagibili. A Bruxelles l'aula per la plenaria e la parte di edificio che la ospita sono chiuse per cedimenti strutturali, a Strasburgo una parte è stata chiusa per fuga di amianto. Due sedi che funzionano a singhiozzo, non in grado di funzionare con ventisette delegazioni e ancora meno con ventotto. Eh sì, da luglio la Croazia potrebbe entrare in Europa e in Parlamento si fanno due conti: con le sedi del parlamento parzialmente inagibili, con l'arrivo dei croati non c'è più posto. Per cui, proprio in vista dell’ingresso della Croazia nella Ue, e quindi della sua delegazione all’Europarlamento, il Parlamento Ue ha deciso di affittare, a partire dal 31 marzo 2014 e per dodici anni, un edificio di 40.000 metri quadrati, in cui saranno trasferiti uffici di deputati e assistenti, in attesa che venga costruita un’ala supplementare definitiva. Il costo d'affitto dell'immobile sarà di 750.000 euro all'anno. La politica di austerità si pretende dagli Stati membri, ritenuti troppo spendaccioni, ma l'Ue non sembra però offrire un buon esempio di gestione di risorse strutturali ed economiche. Aggiungiamo poi che sempre il Parlamento europeo sta progettando di spendere quasi due milioni di euro all’anno per l’affitto dell’immobile che ospiterà il Centro traduzioni a Lussemburgo (eh sì, il Parlamento europeo ha sedi e uffici anche a Lussemburgo, ma se lo ricordano in pochi), in attesa che sia costruito l’edificio definitivo, e il dibattito si riaccende: i critici delle più sedi parlamentari stanno di nuovo chiedendo di stabilire una volta per tutte il Parlamento europeo a Bruxelles. Sarebbe forse la migliore scelta anti-crisi, oltre che l'opzione più razionale ed economicamente vantaggiosa.
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