Barroso cita il sociologo per dare credito al suo progetto. «Sono sempre più convinto che del tema si parlerà anche fuori dall'Ue».
Jurgen Habermas |
di Emiliano Biaggio
L'unione economica e monetaria è
qualcosa di sconosciuto a molti, e di complesso per gli addetti ai
lavori. Non è solo un concetto, è un percorso irto di ostacoli
verso il superamento delle differenze degli stati mebri dell'Unione
europeo in ambito economico e fiscale. E', detto in termini
semplicistici, il proseguimento dell'integrazione economica europea.
Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha
rilanciato con forza il processo e il dibattito con la pubblicazione
– lo scorso novembre – del libro blu, il documento programmatico
per una maggiore integrazione europea. C'è scetticismo, perchè
alcuni paesi – Gran Bretagna in testa – non vogliono cedere
porzioni di sovranità nazionale e aprire il proprio sistema bancario
agli altri. Ma Barroso è fiducioso, perchè gli intellettuali sono
dalla sua parte. «Il fatto che il mese scorso uno dei più
importanti e rispettati filosofi dell'Unione europea, Jürgen
Habermas, abbia definito il libro blu per l'unione economica e
monetaria “il primo e più dettagliato documento in cui l'Unione
europea sviluppa una prospettiva di riforme nel medio e luingo
termine che va oltre il presente”, e il fatto che Habermas l'abbia
usato come base delle sue idee per una più ampia visione europea,
rafforza la convinzione che questo dibattito continuerà anche oltre
i confini delle istituzioni comunitarie». Con tutto il rispetto per
Barroso e Habermas, ma sono i governi che devono esprimersi a favore
del progetto. Se le basi di partenza sono il sostegno di un
sociologo, forse potremmo non essere a un buon punto.
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