Il Sud controlla i due terzi dei giacimenti dell'area, ma Khartoum chiude il transito per gli oleodotti necessari per l'export di Juba.
di Emiliano Biaggio
Il Sudan blocca l'export di greggio del Sudan del Sud. Le autorità di Khartoum hanno deciso di chiudere i rubinetti agli oleodotti lungo cui transita il petrolio del Sudan del Sud come risposta al presunto sostegno dato dal governo di Juba alle formazioni ribelli operanti nello stato confinante. Il presidente del Sudan, Omar al-Bashir, ha accusato il governo sudsudanese di garantire appoggio ed armi ai ribelli del Fronte rivoluzionario sudanese (Srf), che da anni combatte contro il governo del Sudan sia in Darfur sia, soprattutto, nelle province meridionali del paese - Kordofan e Nilo Blu - situate sul confine con il Sud Sudan e ricche di risorse naturali. Per questo motivo al-Bashir ha deciso di interrompere il passaggio del petrolio sudsudanese. La decisione rischia di affossare il giovane paese africano: nato dalla scissione dal Sudan dopo il referendum del 9 luglio 2011, il Sud Sudan è una nazione dall’economia debole e fragile, cone poche infrastrutture e senza alcuno sbocco al mare. Grazie all’indipendenza il nuovo stato africano ha ottenuto il controllo - strappandolo al governo di Khartoum - dei due terzi dei giacimenti petroliferi di tutto il Sudan. Il governo di Juba per esportare le proprie fonti di reddito nazionale ha però bisogno di utilizzare gli oleodotti sudanesi che conducono il greggio verso nord, a Port Sudan, dove Juba ha ormeggiate le proprie petroliere. La decisione presa da al-Bashir per molti è legata ai rapporti - mai idilliaci - tra i due paesi: dopo la separazione del Sud Sudan dal Sudan restano da risolvere le questioni della definizione di alcuni tratti di frontiera e della sovranità sul distretto petrolifero di Abyei, situato sul confine tra i due paesi e già teatro di bombardamenti da parte dei caccia di Khartoum.
No comments:
Post a Comment