Tuesday, 30 July 2013

Egitto, c'è la mediazione dell'Ue

Ashton a Il Cairo incontra Morsi: «Sta bene». Invitate tutte le parti a collaborare. «Solo così può funzionare. Importante lavorarci».

Catherine Ashton
di Emiliano Biaggio

«Non sono qui per imporre, sono qui per aiutare». Catherine Ashton media. L'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue acquista prestigio nella difficile questione egiziana. Criticata più volte e da più parti in Europa per un ruolo – il suo – troppo spesso visto come privo di utilità e ricoperto con poca autorevolezza, la baronessa tesse oggi le reti diplomatiche per portare l'Egitto fuori dall'orlo di una nuova guerra civile. E' stata invitata lei a tornare in Egitto, ed è la prima autorità non egiziana a far visita al presidente deposto dal 3 luglio, giorno in cui i militari hanno scalzato dalla presidenza Mohammed Morsi, detenuto in una località segreta dove Ashton è stata condotta in elicottero. «Sta bene», dice per prima cosa Ashton. «Ha accesso ai mezzi di informazione, sa cosa sta succedendo. Con lui abbiamo parlato per circa due ore della situazione nel paese e degli scenari». Di più non si può dire. «Sono conversazioni riservate», dice Ashton in conferenza stampa. Quanto al luogo di detenzione di Morsi, la rappresentante dell'Ue ammette che «ho visto qual è ma non so dov'è», e anche se lo sapesse non lo direbbe. Perchè l'Egitto possa continuarsi a fidare del ruolo dell'Ue occorre agire con la massima cautela, evitando di forzare la mano.
«Sono qui per ascoltare tutti», sottolinea l'Alto rappresentante dell'Unione europea. «Sono qui come facilitatore per un processo di transizione democratica inclusivo, ma spetta agli egiziani raggiungere questo obiettivo». Ma la situazione non sarà semplice. Ashton nella sua visita ha incontrato il ministri degli Esteri, il capo delle forze armate, il vice-presidente provvisorio, i Fratelli Musulmani. Questi ultimi avrebbero chiesto un impegno dell'Ue per il rilascio di Morsi, con Ashton che si limita a ribadire che serve «un processo di transizione che sia inclusivo, che eviti disordini e conflitti e tenga conto di tutte le parti in causa», Fratelli Musulmani compresi. «Può funzionare solo un percorso inclusivo», il messaggio ripetuto dalla baronessa a tutti i suoi interlocutori. Il compito di Ashton è tutt'altro che terminato. Al contrario, è appena cominciato. «Tornerò» in Egitto, annuncia. «La sfida è impegnativa, ma è importante lavorarci».

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