Wednesday, 18 September 2013

Italia, un paese d'altri tempi

Mentre tutti cambiano c'è chi ha la forza di rimanere sempre uguale

 l'e-dittoreale

L'Italia per alcuni sorprende sempre, per altri non delude mai. Punti di vista se vogliamo non troppo dissimili, ma qui dovremmo addentrarci non solo nella semantica ma nella cultura di un popolo che, ormai, sfugge ad ogni logica comprensione. Per questo l'Italia è sempre uguale a sè stessa, ma mai banale. Così colpisce, sebbene non sorprenda, il discorso pronunciato da Silvio Berlusconi alla nazione. Un proclama che boccia il cambiamento della sua politica propugnando un ritorno al passato, ai gloriosi fasti di Forza Italia, che «non era un partito ma un'idea». E le buone idee restano sempre valide, anche dopo vent'anni. Già, con quell'idea Berlusconi vinse le elezioni per la prima volta vent'anni fa. Era il 1994. Poi, da allora, «i pm di Magistratura democratica si sono scatenati subito» contro Berlusconi. La storia è la stessa, Berlusconi la racconta al paese da vent'anni, dalla campagna elettorale che precedeva le elezioni del 1994. Ascoltare il videomessaggio di oggi è per certi aspetti inutile, ma indubbiamente è soprendente. E' inutile perchè non aggiunge nulla di nuovo a quanto detto in questi ultimi vent'anni, sorprede perchè ricalca l'Italia di vent'anni fa. Si ascolta Berlusconi e si capisce che il paese, in vent'anni, non ha mosso un dito. E non a caso dopo vent'anni il destino di un paese è nella mani della stessa persona che l'ereditò dalle urne vent'anni fa. In due decenni chiunque sarebbe andato avanti, l'Italia è rimasta ferma. In questo l'Italia sorprende e non delude: sorprende perchè non riesce a cambiare quando chiunque altro l'avrebbe fatto, non delude perchè dimostra capacità che tutti gli altri non hanno. A riprova di ciò si aggiunge la questione "Imu sì-Imu no". Berlusconi e il Pdl si sono impuntati sull'imposta municipale unica. Nulla di male, ognuno conduce le proprie battaglie e ognuno persegue i propri obiettivi. Gli italiani che nel 2006 credettero che l'abolizione dell'Ici sulla prima casa fosse un regalo del cavaliere oggi ancora fanno i conti con la promessa di Berlusconi: l'Ici di allora nel 2012 è confluita nell'Imu nell'ambito della legislazione attuativa del federalismo fiscale dal Governo Berlusconi IV. Berlusconi propose di far sparire una tassa che non è sparita ma solo cambiato nome, e che adesso rischia di sparire ma di vedere un conseguente aumento di un'altra tassa: l'Iva. Da ottobre aumenterà dell'1% se verrà abolita l'Imu. Ecco che gli italiani, contrariamente a quanto sbandiera il Pdl, non pagheranno meno tasse. Anche qui, ci si sorprende e non si resta delusi. Le persone intelligenti apprendono dai propri errori, gli italiani perseverano nella disattenzione quando tutti gli altri ricorrerebbero quanto meno alla cautela. Anche in questo caso una condotta che non delude, perchè non cambiare non può deludere. E' il cambiamento che può portare conseguenze negative, mai la difesa della tradizione. L'Italia storicamente e tradizionalmente ha cambiato sempre poco: sempre bandiera, mai orientamento. Il discorso di oggi pronunciato da Berlusconi è qui a ricordarlo. «Non è il seggio che fa un leader ma è il consenso popolare». Vero. Fu così per Mussolini, è così per Berlusconi. Avranno anche commesso qualche peccatuccio, ma hanno sempre avuto il consenso della gente. Il fascismo, così come Forza Italia, nacquero fuori dal Parlamento e vi entrarono prepotentemente; nacquero come idea, e divennero legge. L'Italia è coerente. Sembra illogica, ma è tremendamente coerente e sempre uguale a sè stessa. Per questo per alcuni sorprende sempre, mentre per altri non delude mai.

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