La benzina qui costa meno. La Shell la mette 1,53 euro al litro, il diesel sta a 1,36. La Lukoil la fa pagare un po' di più: 1,57 la verde, 1,39 il gasolio. Lo dico perchè c'è sempre qualcuno che me lo chiede, quanto costi la benzina in Belgio. Solo che io non so mai cosa rispondere: non ci faccio mai caso. Del resto quando non si ha una macchina... Pardon, automobile. Che qui c'è una bella differenza tra "machine" e "voiture". Oggi chissà perchè la prima cosa che ho colto è il prezzo dei carburanti. Non ho fatto neanche la solita osservazione sul tempo. Cielo grigio e il vento: e pure avrei dovuti notarli. Invece mi sono soffermato sui distributori. Mi sono volutamente segnato mentalmente i prezzi di Shell e Lukoil, perchè lì voi queste compagnie strane non le avete. Una volta c'era la Shell, ora si vede sempre meno. Probabilmente non c'è già più. C'è ancora la Shell, o anche lei se n'è andata? Bruxelles vive con la calma che è propria delle domeniche. Sono arrivato nel momento in cui solitamente nel week-end si svegliano i più mattinieri. La città ha l'aria addormentata, eppure è la stessa di ogni domenica. Negozi chiuse, serrande abbassate, mezzi pubblici che scorrono a ritmi più pigri. E' difficile da spiegare, ma ho come la sensazione se ci si volesse cullare negli ultimi istanti di relax prima dell'imminente ripresa frenetica di tutto: del lavoro, della scuole, del traffico, della pioggia...
Si dice che la casa sia lo specchio dell'anima. Ma la mia anima non è così piccola, lo so. E' raccolta in sè stessa, questo sì, ma non c'entra niente. E' questa casa che è davvero piccola. E anche disordinata. Questo sì che rispecchia decisamente il mio io. Anche se il disordine di una casa non dura in eterno, soprattutto se è molto piccola. Il supermercato ha una nuova cassiera. I volti nuovi li riconosci subito. Soprattutto se sono quelli di una ragazza giovane e carina. La nuova cassiera del supermercato è molto carina. Mi ha sorriso. Qui sono sempre cortesi. Le ho sorriso anch'io. Non si può che rispondere con un sorriso a un sorriso. Mi ha chiesto se ho la tessera. Forse era giunto il momento di farla, e forse lei era la cassiera giusta a cui chiederla: ho capito anche il suo francese... Ma mi sono limitato a un "no grazie" e non ho detto altro. Non dico mai niente. Ma scrivo sempre tanto. Dovrei scrivere meno e parlare di più. Già, ma per dire cosa, poi?
Di domenica quando la gente si è alzata lo si capisce in lavanderia: prima di un certa ora è terra di nessuno, dopo quella certa ora è già terra conquistata. Non so se voi potete capirlo, che lì voi le lavanderie a gettoni non ne le avete. E' già la seconda volta che uso quest'espressione ("perchè lì voi")... E' perchè io sono qui e voi no, e perchè alla fine non mi ritrovo più dove vi trovate voi. E non perchè sia già ripartito. Quando dico che non mi ritrovo più dove siete voi intendo che non mi riconosco più in quel luogo. Ormai mi sono ambientato dove sono. Del resto ci si abitua a tutto. Beh, proprio a tutto tutto no, perchè ci sono cose a cui non ci si abituerà mai, ma ci si abitua a tanto. Come? A cosa non ci si abitua? Alla Roma che vince due partite di fila e senza prendere gol, ad esempio. D'accordo, non è proprio il massimo come esempio, ma credo che ci siamo capiti. Tra maschietti, almeno. Per le femminucce potrei fare l'esempio del tacco 15: non credo che ci si abitui tanto facilmente. Ma poi io che ne so, che so' femmina io?, per citare un detto popolare. Non è irriconoscenza per voi lì, è che la precarietà è meglio viverla altrove. Magari con un ombrello e una bella giacca a vento.
Ora che ci penso questa doveva essere il testo di una mail. Comune, certo, ma pur sempre una mail. Limitata a un certo numero di persone e non pubblica. Invece è diventato un post. Che poi è come se fosse un messaggio privato, visto quanti leggono il mio blog. Ora che ci penso per la prima volta in vita mia non ho dormito durante il viaggio. L'areo è una culla meravigliosa. Ma non potevo terminare le vacanze senza aver letto almeno un libro. L'ho finito in aereo, mi ha preso tutto il viaggio. E il sonno. E' tempo di dormire, che domattina si ricomincia.
Si dice che la casa sia lo specchio dell'anima. Ma la mia anima non è così piccola, lo so. E' raccolta in sè stessa, questo sì, ma non c'entra niente. E' questa casa che è davvero piccola. E anche disordinata. Questo sì che rispecchia decisamente il mio io. Anche se il disordine di una casa non dura in eterno, soprattutto se è molto piccola. Il supermercato ha una nuova cassiera. I volti nuovi li riconosci subito. Soprattutto se sono quelli di una ragazza giovane e carina. La nuova cassiera del supermercato è molto carina. Mi ha sorriso. Qui sono sempre cortesi. Le ho sorriso anch'io. Non si può che rispondere con un sorriso a un sorriso. Mi ha chiesto se ho la tessera. Forse era giunto il momento di farla, e forse lei era la cassiera giusta a cui chiederla: ho capito anche il suo francese... Ma mi sono limitato a un "no grazie" e non ho detto altro. Non dico mai niente. Ma scrivo sempre tanto. Dovrei scrivere meno e parlare di più. Già, ma per dire cosa, poi?
Di domenica quando la gente si è alzata lo si capisce in lavanderia: prima di un certa ora è terra di nessuno, dopo quella certa ora è già terra conquistata. Non so se voi potete capirlo, che lì voi le lavanderie a gettoni non ne le avete. E' già la seconda volta che uso quest'espressione ("perchè lì voi")... E' perchè io sono qui e voi no, e perchè alla fine non mi ritrovo più dove vi trovate voi. E non perchè sia già ripartito. Quando dico che non mi ritrovo più dove siete voi intendo che non mi riconosco più in quel luogo. Ormai mi sono ambientato dove sono. Del resto ci si abitua a tutto. Beh, proprio a tutto tutto no, perchè ci sono cose a cui non ci si abituerà mai, ma ci si abitua a tanto. Come? A cosa non ci si abitua? Alla Roma che vince due partite di fila e senza prendere gol, ad esempio. D'accordo, non è proprio il massimo come esempio, ma credo che ci siamo capiti. Tra maschietti, almeno. Per le femminucce potrei fare l'esempio del tacco 15: non credo che ci si abitui tanto facilmente. Ma poi io che ne so, che so' femmina io?, per citare un detto popolare. Non è irriconoscenza per voi lì, è che la precarietà è meglio viverla altrove. Magari con un ombrello e una bella giacca a vento.
Ora che ci penso questa doveva essere il testo di una mail. Comune, certo, ma pur sempre una mail. Limitata a un certo numero di persone e non pubblica. Invece è diventato un post. Che poi è come se fosse un messaggio privato, visto quanti leggono il mio blog. Ora che ci penso per la prima volta in vita mia non ho dormito durante il viaggio. L'areo è una culla meravigliosa. Ma non potevo terminare le vacanze senza aver letto almeno un libro. L'ho finito in aereo, mi ha preso tutto il viaggio. E il sonno. E' tempo di dormire, che domattina si ricomincia.
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