Friday, 13 September 2013

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L'Autunno è arrivato. Così, da un giorno all'altro. La sera prima era ancora estiva, poi il mattino dopo era già autunno. All'inizio nessuno l'avrebbe detto, nello scostare le tende e guardare in strada. Ma poi una volta varcata la soglia di casa per andare al lavoro si è capito che l'abbigliamento era improvvisamente sbagliato. Quindi via, dentro chi a prendere magari solo un maglione o una giacca e chi invece a rivestirsi daccapo. Qualcuno ha affrontato il tutto senza battere ciglio. "Doveva succedere prima o poi", hanno detto. Ma così, da un giorno all'altro. Dal sole abbagliante e alle temperature da 28 gradi, al cielo nero talmente è grigio e 12 gradi. Doveva succedere, certo, ma almeno due giorni di graduale cambiamento. Invece no, meglio chiudere qui la stagione estiva, ci si toglie il pensiero e via. E poi la pioggia. Ah, la pioggia. Non è mai un vero autunno se non c'è la pioggia. Qualcuno dirà che l'autunno sono gli alberi spogli, i parchi di foglie ingiallite. No. Non c'è brutta stagione se non c'è pioggia. Certo, da queste parti non ci si fa mai molto caso: se si dovesse stabilire la stagione solo in base alle piogge nessuno direbbe mai che esistono un'estate o una primavera. Ma senza pioggia, credetemi, questa città non avrebbe mai una connotazione autunnale. Non sarebbe un vero autunno. Ma credo sia difficile da spiegare. E' la pioggia che vi riconoscere gli ultimi arrivati, e qui di gente che va e viene c'è n'è che è una bellezza. Uomini e donne  di ogni nazionalità, cultura, religione, etnia, ispirazione... Tutti qui a cercare un lavoro. Ma la prima cosa che trovano è pioggia. "Guarda cosa ho comprato",  è una delle loro prime espressioni di comunicazione. E ti mostrano il loro ombrello nuovo. Per lo più sono uomini, perchè le donne sanno sempre tutto e sono quindi sempre pronte a tutto. Loro un ombrellino scopri che ce l'hanno sempre, da qualche parte. Nella borsa, nella tasca della giacca, nella sacca in cui tengono il computer. E se non ce l'hanno, ecco che esce fuori l'impermeabile, quello che si piega fin quasi a scomparire, scomparire come questa estate. "Riscaldamenti accessi a pieno regime in tutte le case", ti ricordano in ogni istante giornali, radio, televisioni. Perfino nel supermercato si sente parlare del tempo. Non si fa in tempo a pagare e a ricevere il commiato del commesso che l'altoparlante ti ricorda di riguardarsi. Ma vi immaginate la scena? "Sono ventitre euro e trenta". "Ecco tenga". "A lei. Buona serata e arrivederci". "E si ricordi di tenere accessi i riscaldamenti e non prendere freddo". L'ultima frase è dello speaker, mica del commesso. Non si fa altro che parlare di pioggia e freddo. Eppure loro che sono già nordici dovrebbero saperlo che funziona così, da queste parti. E' che sono rimasti male, probabilmente, da come è successo. Non sta bene tornare senza prima avvisare e dare il tempo di preparare un ricevimento. Non è buona educazione. Ma si vede che l'Autunno aveva davvero fretta di tornare tanto velocomente è avanzato, perchè solo gli alberi ti ricordano che non siamo a stagione inoltrata. Eppure, davvero, non si direbbe. Meno male che ci sono i metereologi a dirlo. Scommetto che i metereologi fanno questo mestiere per poter rispondere alle proprie mogli, ansiose di capire come vestirsi il giorno dopo. E a giudicare da quanti sono già stati toccati dal cambio di stagione deve essere davvero così, perchè sono stati colti tutti dal mal d'autunno. Se i metereologi avessero detto tutto ciò che sapevano nessuno si sarebbe ammalato. O forse i malati ci sarebbero stati comunque, che è nella natura clinica delle cose ammalarsi, ma nessuno avrebbe potuto accusare gli oracoli delle condizioni atmosferiche. E in quel caso ce la saremmo presa con qualcun altro, anche se non è colpa di nessuno. Le stagioni vanno e vengono: è la regola, e non possiamo cambiare le regole. Al massimo possiamo cambiare ombrello.

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