L'Autunno è
arrivato. Così, da un giorno all'altro. La sera prima era ancora estiva,
poi il mattino dopo era già autunno. All'inizio nessuno l'avrebbe
detto, nello scostare le tende e guardare in strada. Ma poi una volta
varcata la soglia di casa per andare al lavoro si è capito che
l'abbigliamento era improvvisamente sbagliato. Quindi via, dentro chi a
prendere magari solo un maglione o una giacca e chi invece a rivestirsi
daccapo. Qualcuno ha affrontato il tutto senza battere ciglio. "Doveva
succedere prima o poi", hanno detto. Ma così, da un giorno all'altro.
Dal sole abbagliante e alle temperature da 28 gradi, al cielo nero
talmente è grigio e 12 gradi. Doveva succedere, certo, ma almeno due
giorni di graduale cambiamento. Invece no, meglio
chiudere qui la stagione estiva, ci si toglie il pensiero e via. E poi
la pioggia. Ah, la pioggia. Non è mai un vero autunno se non c'è la
pioggia. Qualcuno dirà che l'autunno sono gli alberi spogli, i parchi di
foglie ingiallite. No. Non c'è brutta stagione se non c'è pioggia.
Certo, da queste parti non ci si fa mai molto caso: se si dovesse
stabilire la stagione solo in base alle piogge nessuno direbbe mai che
esistono un'estate o una primavera. Ma senza pioggia, credetemi, questa
città non avrebbe mai una connotazione autunnale. Non sarebbe un vero
autunno. Ma credo sia difficile da spiegare. E' la pioggia che vi
riconoscere gli ultimi arrivati, e qui di gente che va e viene c'è n'è
che è una bellezza. Uomini e donne di ogni nazionalità, cultura,
religione, etnia, ispirazione... Tutti qui a cercare un lavoro. Ma la
prima cosa che trovano è pioggia. "Guarda cosa ho comprato", è una
delle loro prime espressioni di comunicazione. E ti mostrano il loro
ombrello nuovo. Per lo più sono uomini, perchè le donne sanno sempre
tutto e sono quindi sempre pronte a tutto. Loro un ombrellino scopri che
ce l'hanno sempre, da qualche parte. Nella borsa, nella tasca della
giacca, nella sacca in cui tengono il computer. E se non ce l'hanno,
ecco che esce fuori l'impermeabile, quello che si piega fin quasi a
scomparire, scomparire come questa estate. "Riscaldamenti accessi a
pieno regime in tutte le case", ti ricordano in ogni istante giornali,
radio, televisioni. Perfino nel supermercato si sente parlare del tempo.
Non si fa in tempo a pagare e a ricevere il commiato del commesso che
l'altoparlante ti ricorda di riguardarsi. Ma vi immaginate la scena?
"Sono ventitre euro e trenta". "Ecco tenga". "A lei. Buona serata e
arrivederci". "E si ricordi di tenere accessi i riscaldamenti e non
prendere freddo". L'ultima frase è dello speaker, mica del commesso. Non
si fa altro che parlare di pioggia e freddo. Eppure loro che sono già
nordici dovrebbero saperlo che funziona così, da queste parti. E' che
sono rimasti male, probabilmente, da come è successo. Non sta bene
tornare senza prima avvisare e dare il tempo di preparare un
ricevimento. Non è buona educazione. Ma si vede che l'Autunno aveva
davvero fretta di tornare tanto velocomente è avanzato, perchè solo gli
alberi ti ricordano che non siamo a stagione inoltrata. Eppure, davvero,
non si direbbe. Meno male che ci sono i metereologi a dirlo. Scommetto
che i metereologi fanno questo mestiere per poter rispondere alle
proprie mogli, ansiose di capire come vestirsi il giorno dopo. E a
giudicare da quanti sono già stati toccati dal cambio di stagione deve essere davvero così, perchè sono stati colti tutti dal mal d'autunno. Se i metereologi avessero detto tutto ciò che sapevano nessuno si sarebbe ammalato.
O forse i malati ci sarebbero stati comunque, che è nella natura
clinica delle cose ammalarsi, ma nessuno avrebbe potuto accusare gli
oracoli delle condizioni atmosferiche. E in quel caso ce la
saremmo presa con qualcun altro, anche se non è colpa di nessuno. Le
stagioni vanno e vengono: è la regola, e non possiamo cambiare le
regole. Al massimo possiamo cambiare ombrello.
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