Erano fermi da oltre tre anni. La presidenza lituania: «le condizioni sono cambiate»
L'Unione europea riapre il tavolo negoziale per l'adesione della Turchia, convocando una conferenza ministeriale a Bruxelles per il 5 novembre. E' quanto stabilito dai ministri per gli Affari europei riuniti a Lussemburgo per la riunione del consiglio Affari generali. I ventotto hanno espresso parere favorevole alla riapertura dei negoziati sul coordinamento delle politiche regionali con Ankara. Si tratta di un nuovo capitolo di negoziazioni, dopo i tredici già aperti dal 2005. Fino a oggi solo il capitolo relativo alla ricerca è stato chiuso, anche se in via provvisoria. L'ultimo aspetto su cui Ue e Turchia si sono confrontate è stata il capitolo relativo alla sicurezza alimentare e le politiche fitosanitarie, oltre tre anni fa, a giugno 2010. Quello su cui si rilancerà il processo negoziale per un eventuale accesso della Turchia è il quattordicesimo di trentacinque, ognuno dei quali viene negoziati separatamente. Solo alla chiusura di tutti i singoli capitoli si può proseguire nell'iter che porta in Europa, e la Turchia è neanche a metà strada per quanto riguarda l'apertura dei tavoli negoziali. I principali ostacoli all'ingresso della Turchia nell'Unione europea sono la religione musulmana - predominante nel paese - e il nodo di Cipro, con Ankara che riconosce solo la parte nord dell'isola, la repubblica turca di Cipro nord. Un problema, dato che l'altra parte dell'isola è già membro dell'Ue. Ma adesso, dopo tre anni di stallo, «si tratta di dare un segnale positivo, in modo da accelerare il processo», spiega Michael Link, viceministro degli esteri tedesco. «Soltanto andando avanti riusciremo a trovare la carica di cui abbiamo bisogno per discutere con la Turchia degli aspetti più difficili. In questo modo - continua Link - si dà prova ai cittadini turchi della volontà europea di andare avanti». Lo stop di oltre tre anni al processo di adesione è stato dettato da un mancato accordo tra gli stati membri, ricorda Linas Linkevicius, ministro degli Esteri della Lituania, paese con la presidenza di turno del Consiglio Ue. «Ora la situazione è diversa e possiamo andare avanti". Discutere con Ankara di temi di giustizia e libertà, ha aggiunto Linkevicius, «non è escluso, ma è prematuro».
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