Monday, 28 October 2013

Georgia, vince il partito filo-russo

Sogno georgiano, ritenuto di essere "la mano di Mosca", vince le elezioni presidenziali con oltre il 60%. Termina l'era delle politiche occidentali di Saakashvili.

Giorgi Margvelashvili
di Emiliano Biaggio 

La Georgia volta pagina. Le elezioni segnano la sconfitta del candidato del presidente uscente Mikheil Saakashvili. Alla guida del paese da dieci anni, Saakashvili non poteva ricandidarsi perchè la costituzione fissa non prevede la possibilità di un terzo mandato. Il suo delfino, David Bakradze, è stato però sconfitto al primo turno, e anche piuttosto nettamente: lo sfidante Giorgi Margvelashvili di Sg (Sogno georgiano) si aggiudica oltre il 60% delle preferenza, e per il paese caucasico è l'inizio di un nuovo corso. Ma se alcuni fanno pensare che Saakashvili possa tornare presto a correre per la carica di primo ministro, altri sottolineani i tratti che caratterizzerebbero il nuovo presidente: nessuna esperienza politica e miliardi a palate fatte grazie alle privatizzazioni russe avviate da Vladimir Putin. Margvelashvili potrebbe dunque rappresentare l'uomo ideale per il Cremlino: se Saakashvili ha rappresentato la discontinuità con MOsca attraverso politiche pro-occidente con tanto di richiesta di ammissione alla Nato, il suo successore potrebbe avviare un percorso più filo-russo. Non è un mistero, dato che il partito Sogno georgiano di Bidzhina Ivanishvili - attuale premier nonchè l'uomo più ricco di Georgia - è accusato di essere "la mano di Mosca" nel paese. Tutti, come si è soliti fare in questi casi, si sono congratulati con il vincitore delle elezioni. L'Unione europea non commenta quelli che definisce «scenari», parola che include anche la possibilità di una politica più russo-centrica, e si complimenta per le elezioni regolari e trasparenti. Analogo il commento del segretario generale della Nato, che invita la Georgia a «proseguire con le riforme». Le elezioni sono stato un test democratico superato a pieni voti che «avvicina la Georgia ai requisiti» per diventare membro dell'Alleanza atlantica. Sempre che Tblisi lo voglia e che Mosca lo permetta.

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