Catherine Ashton |
La realizzazione di nuovi insediamenti israeliani nei territori palestinesi e nei territori contesi è un atto illegale e negativo per il processo di pace tra arabi e israliani. La presa di posizione dell'Unione europea alle politiche dello Stato ebraico è di ferma condanna. «L'Unione europea ha più volte ripetuto che gli insediamento sono illegali dal punto di vista del diritto internazionale», ricorda l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue, Catherine Ashton, commentando la decisione del governo israeliano di costruzione circa 1.600 nuove unità abitative a Ramat Shlomo, colonia ebraica alle porte di Gerusalemme Est. «L'Unione europea ha anche più volte esortato Israele a cessare le attività di insediamento, evitando di ampliare le colonie esistenti e smantellando le costruzioni erette dal 2001». Per questi motivi «l'Unione europea deplora il recento l'annuncio di nuovi insediamenti», condanna Ashton. Oltre a essere contrari al diritto internazionale le nuove abitazioni sono un elemento che pregiudicano i negoziati di pace. «Dopo l'annuncio dell'ufficio del primo ministro israeliano voglio ricordare che il 27 settembre il quartetto per il Medio Oriente (Ue, Onu, Russia e Stati Uniti, ndr) ha esortato tutte le parti a evitare di compiere azioni che possano compromettere il risultato finale» del processo di pace, e quindi «va evitato ogni atto che possa mettere a rischio i negoziati in corso». Un messaggio chiaro di condanna di quanto accaduto, peccato che Israele sembra essere sordo a ogni richiamo e insensibile a ogni voce che si discosti dal coro delle ragioni ebraiche.
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