di Emiliano Biaggio
Grande fratello e "tv meglio della realtà", finalmente anche per la sinistra. I giornali non fanno che esaltare il format e, soprattutto, le sei pagine che l’Unità- storico quotidiano di sinistra- ha deciso di dedicare al vincitore dell’ultima edizione e all’intero programma. Diciamolo: se anche un giornale come l’Unità inizia a parlare- e tanto- di Gf vuol dire che alla fine il televisore ha vinto. Che la crisi di identità della sinistra fosse forte e profonda era chiaro già da tempo, ma adesso, vedere un quotidiano con un passato e una storia come quello diretto da Concita De Gregorio sciorinare corsivi come nemmeno su riviste di gossip, è un fatto che sancisce la vittoria del cattivo gusto e del niente sull’intelligenza. Non vorrei sembrare troppo severo, ma stare ad osservare persone che non sanno fare altro che sparare parolacce, sfoggiare le proprie non conoscenze, esprimesi per strafalcioni e rutti, quanto potrebbe essere educativo? La risposta verrebbe da sé, se fossimo in un Paese civile e cosciente. Ma siccome siamo un Paese poco civile- con scarso civico, s’intenda- e con meno consapevolezza di ciò che ci accade attorno, la risposta è che la sinistra "fino a ieri si era sempre lamentata di una realtà troppo televisiva, plastificata, mediatica. Adesso scopre che la tv è meglio della realtà". Verrebbe da dire che anche i pochi ‘savi’ che ancora resistevano al potere incantatore del piccolo schermo e ai suoi vuoti contenuti ne sono rimasti vittime. Con il risultato che la tv ha vinto: con un ‘a me gli occhi’ ci ha resi schiavi di una realtà falsa e vuota. Proprio come il mondo circostante, fatto di ipocrisia e crisi di valori, ignoranza (vuoto di sapere) e individualismo (vuoto di società). Non so quanto il Gf sia meglio della realtà: sicuramente rispecchia il mondo in cui, almeno in Italia, viviamo. Con una piccola differenza: il televisore, quando non ha niente da dirci, si può spegnere. E’ questo il bello della tv.
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