Difese il suo popolo, lottò per la sua terra. Ma soprattutto si battè per la libertà. Di un'intera nazione. Che da eroina della patria la riconobbe nemica di Stato, condannandola a morte.
di Emiliano Biaggio
E'il 27 giugno di 59 anni fa: nel cortile del carcere di Pankrác viene impiccata Milada Horáková, unica donna fra le 234 vittime politiche giustiziate dal regime comunista cecoslovacco dal 1948 al 1960. Le sole 'colpe' della giustiziata è di aver protestato contro il colpo di stato che nel 1948 porta Gottwald al potere e aver criticato le restrizioni imposte da Mosca al Paese ormai satellite. Lei, divenuta uno dei principali simboli della resistenza cecoslovacca al nazional-socialismo e uno dei maggiori esempi di lotta all'oppressione, viene accusata dalle gerarchie del KSČ (il partito comunista di Cecoslovacchia) di spionaggio e cospirazione a danno del regime. Ma Milada Horáková- per quanto dimessasi dal parlamento in segno di protesta per la presa del potere e passata nel movimento anti-comunista- non vuole rovesciare il regime, vuole solo che la nuova Cecoslovacchia libera e liberata sia veramente libera e democratica. Fin dalla sua attività clandestina contro l'occupante nazista Horáková si batte infatti per costruire una società che possa garantire a tutti l'uguaglianza, senza distinzione alcuna. Uguali diritti per uomini e donne, per cechi e slovacchi, per cattolici e protestanti: questo è il sogno di Horáková. Ed è per questo che la donna si batte, prima e dopo la seconda guerra mondiale. Ma se le sue idee trovano il sostegno della nazione durante l'occupazione nazista, sotto il comunismo la sua finisce col diventare un'attività non gradita: prima Horáková viene perseguitata, quindi arrestata e infine- dopo un processo farsa- condannata a morte. Il regime comunista cerca in tutti i modi di fare in modo che la vicenda non varchi la cortina di ferro e, complice la guerra fredda e un mondo diviso in due- nell'Europa occidentale la storia di Milada Horáková rimane sconosciuta ai più fino ai giorni nostri. Solo negli ultimi anni la sua storia arriva sugli scaffali delle librerie del resto d'Europa, con biografie complete e dettagliate. La prima è contenuta in Reflections of Prague: Journeys through the 20th century di I. Margolius (London: Wiley, 2006), la seconda in un'opera dal titolo che ben riassume e sintetizza l'intera vicenda: Praga tragica. Milada Horáková 27 giugno 1950 (di Sergio Tazzer, Editrice Goriziana, 2008). Oggi la Repubblica Ceca ha riabilitato la sua persona, portando le spoglie di Horáková a Vyšehrad, cimitero nel quale sono sepolti i personaggi nazionali che hanno fatto la storia della nazione.
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