Arsenico nel sangue, e tumori in aumeto. Accade in Sicilia, tra mare e i fumi dell'Eni.
di Emiliano Biaggio
Gela, provincia di Caltanissetta: nota per il golfo su cui si affaccia, e 'famosa' per il complesso petrolchimico dell'Eni che ospita. Senza non pochi problemi. L'area e' infatti ritenuta tra le piu' inquinate del mondo: un dato, questo, che oggi trova una conferma ulteriore da uno studio dell'Oms condotto sulla base di ricerche del Cnr, il consiglionazionale delle ricerche. Il risultato e' di quelli che lascia senza parole: "Nelle vene degli abitanti scorre arsenico". Nelle loro urine sono stati trovati livelli di arsenico "superiori del 1.600% al tasso limite". Non solo: oltre all'arsenico ci sono tracce di rame, piombo, cadmio e mercurio. Il biomonitoraggio effettuato dal Cnr non lascia spazio aequivoci: "Il sangue del 20% del campione, composto in tutto da 262 persone, e' pieno di veleno". E non si tratta, sottolinea lo studio, di operai esposti sul lavoro, ma di casalinghe, impiegati, giovani sotto i 44 anni, tutti residente a Gela, Niscemi e Butera. Facendo due conti, si calcola che a rischio avvelenamento potrebbero trovarsi piu' di 20.000 persone. "Nell'area in studio- si legge nel rapporto pubblicato su 'Epidemiologia&Prevenzione'- si osserva una mortalita' generale per tutti i tumori significativamente piu' elevata, sia negli uomini sia nelle donne". Aumentano i casi di cancro alla pleura, ai bronchi e ai polmoni, con eccessi di patologie per lo stomaco,la laringe, il colon e il retto: un vero e proprio "disastro sanitario". Insomma, a Gela "l'impatto ambientale e' indubitabile", sostiene Fabrizio Bianchi, epidemiologo del Cnr ecoordinatore della ricerca. "In mare, nelle acque, sulla terra ci sono concentrazione di metalli superiori fino a un milione di volte i livelli accettabili", denuncia. L'arsenico, accusa, "non era gia' presente in forme naturali, come dice qualcuno, ma e'stato immesso dall'uomo". Gia', ma da chi, precisamente? "Diciamo che abbiamo trovato i proiettili, ora dobbiamo capire chi ha sparato". La procura indaga, ma il compito dei pm non e' facile. Oggi a Gela e' attiva la grande raffineria dell'Eni, ma nell'area per decenni hanno fabbricato clorosoda, acido cloridico e altri prodotti chimici. Le bonifiche gia' partite sono poche, la stragrande maggioranza dei veleni resta a terra. "Siamo ancora alle conferenze istruttorie", lamenta Bianchi, secondo cui "bisognerebbe accelerare l'iter, anche perche' l'arsenico e' un composto che non rimane a lungo nel corpo. E Le grandi quantita'che abbiamo trovato- conclude- dimostrano che l'esposizione e' tutt'ora in corso". (fonte foto: peacelink)
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