Il senato dice sì ai comuni secessionisti, che passano a far parte dell'Emilia Romagna.
di Emiliano Biaggio
Si ridisegnano i confini d'Italia. O almeno, di una parte di essa. Sì, perchè alla fine i comuni della Valmarecchia ce l'hanno fatta, e dalle Marche sono passati a far parte dell'Emilia Romagna. Il senato ha detto 'si' alla richiesta di distacco dalle Marche dei comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria, e Talamello, che adesso finiranno nella provincia di Rimini costringendo i cartografi a ridefinire le frontiere locali. La provincia di Pesaro-Urbino perde terreno, la regione territorio. Per la gioia dei comuni 'secessionisti' e di chi questa secessione l'ha sponsorizzata: la Lega nord. «Abbiamo scritto un pezzo di storia», commenta il parlamentare romagnolo del Carroccio, Gianluca Pini, tra i presentatori della legge per il passaggio dei sette comuni dell'Alta Val Marecchia in Romagna. «Abbiamo mantenuto la promessa fatta meno di un anno fa». Non e’ la prima volta che comuni optano per il trasferimento da una regione all’altra. Ma finora si e’ trattato di aggregazioni verso Regioni a statuto speciale, con tutto quanto ne consegue soprattutto con riferimento a regimi agevolati: Noasca e Carema dal Piemonte alla Valle d’Aosta, Magasa e Valvestino dalla Lombardia al Trenino; Asiago e i Comuni limitrofi dal Veneto al Trentino, cosi’ come Cortina d’Ampezzo; Sappada dal Veneto al Friuli. Adesso invece la lotta è stata tra due regioni 'normali', con la vittoria targata Lega. Alla fine, quelli del Carroccio potranno dire di averla fatta davvero la secessione.
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