Un soldato morto di tumore in circostanze ancora da chiarire, un militare in pensione vittima dello stesso male. Entrambi hanno prestato servizio nella brigata Sassari, ed entrambi hanno usato mezzi militari. Con componentistica radioattiva.
di Emiliano Biaggio
Capire cos'è successo, e avere risposte su quello che a oggi e' un vero e proprio mistero. Perchè del caporalmaggiore Stefano Porru, militare in servizio presso la brigata Sassari, una delle più utilizzate per le missioni di pace, non si sa nulla. Si sa solo che è morto in Italia, di tumore, ma «non si conosce quando esattamente, nè in quali circostanze», denunciano il deputato radicale del Pd, Maurizio Turco, e Luca Marco Comellini, segretario del partito per la tutela dei diritti dei militari (Pdm), che in merito hanno presentato un'interrogazione al ministro della Difesa, Ignazio La Russa. La storia, almeno nella sua versione "breve", è semplice: il militare presta servizio, va all'estero in missione e poi torna in Italia. Qui muore, ma non si sa quando. Luglio dell'anno scorso, luglio di quest'anno. Non si sa. Per questo «vogliamo la piu' assoluta chiarezza su questa vicenda», scrivono nel testo dell'interrogazione Turco e Comellini, che aprono scenari inquietanti. «A quanto ci risulta- denunciano- 50 dei 60 Vcc e Vfc (i veicoli corazzati da combattimento e da trasporto) in dotazione alla brigata sono fermi perchè contaminati da radiazioni». Radiazioni e morte "misteriosa" di tumore: nessuno sostiene, ma l'ipotesi sembra prendere corpo. Malattia causata dovuta all'esposizione prolungata a queste radiazioni. Ma che tipo di radiazioni? «Non si tratta di uranio impoverito», precisano subito Turco e Comellini. Le radiazioni provengono da componenti interni ai mezzi militari. Questi infatti sono concepiti per operare anche di notte quanto la visibilità interna ed esterna è pressochè nulla. Le apparecchiature sono rese visibili da sostanze luminiscenti simili a quelle delle lancette degli orologi. Nei cronografi, sottolinea Luca Marco Comellini, le lancette sono fosforescenti grazie a una sostanza che emette radiazioni alfa, «nocive se l'esposizione è a brevissima distanza» dalla fonte. Nei mezzi della brigata Sassari succede lo stesso, e non si esclude che ci sia un'esposizione prolungata a sostanze dannose per l'organismo. Una tesi, questa, che potrebbe essere avvalorata da altri due elementi: il maresciallo Giampaolo Ledda è morto da pensionato sempre per tumore. «Era meccanico presso la brigata», sottolinea Comellini. Quindi «toccava con mano i pezzi» incriminati. E a proposito di pezzi, ecco il secondo elemento denunciato dal segretario del Pdm e dall'esponente radicale del Pd: «Alcuni componenti dei mezzi Vcc e Vct sono stati smontati e sigillati in contenitori di piombo-cemento» da smaltire nell'area militare Cisam di San Pietro a Grado (Pisa). Lo smaltimento, però, «ancora non è avvenuto». Per questo, concludono Turco e Comellini, «vogliamo sapere cos'è successo al caporal maggiore Porru» e «vogliamo sapere quanti militari hanno avuto conseguenze legate a questi componenti radiattivi. Attendiamo risposte».
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