di Emiliano Biaggio
Lo eliminano dal Grande Fratello e lui si taglia le vene. Accade in Gran Bretagna, accade ad un ragazzo di 25 anni. Semplicemente, accade. Perchè? Sociologi, antropologi, psicologi, dottori, professori ed esperti di ogni scienza e materia potrebbero rispondere con trattati e trattati. La società- e chi è chiamato a regolarla- invece come potrebbero rispondere? Responso scontato: "Show must go on". E non potrebbe essere diversamente, nell'era dello spettacolo e del reality. Quindi, in questo avvenimento da paradosso, va anche meglio: il Grande Fratello ne otterrà benefici in termini di pubblicità e, soprattutto, di audience. C'è chi è disposto a morire per prendere parte al programma e, perchè no?, arrivare fino in fondo e vincerlo. Questo il messaggio- pericoloso- che esce dagli schermi dei televisori e dalle pagine dei quotidiani, questo il risultato della società di oggi. Conta davvero così tanto il giudizio degli altri? Davvero conta così tanto diventare celebrità in un mondo che non sa più riconoscere ciò che conta davvero? La vita non vale un reality e- almeno per quanto mi riguarda- un reality non può e non deve valere una vita. Eppure ciò è quanto appare e traspare dallo schermo. Vuol dire che nella società dei nostri giorni, per quanti provinanti si possano presentare e per quanti concorrenti possano entrare in gara, alla fine abbiamo solo perdenti. Non vince nessuno in questo gioco, semmai perdono tutti: logica, buonsenso, valori, uomini. Attenti, "Big brother is watching you". E non è un bel vedere.
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