Petrolio in ogni continente, con compagnie che trivellano da oltre un secolo e che continueranno a farlo per molto tempo. Questo, in sintesi, il quadro dell'industria petrolifera, che sul mercato vanta la presenza di più Paesi e più soggetti operanti. Ecco, dalla A alla Z, la guida le principali compagnie petrolifere internazionali.
di Ugo Guarnacci ed Emiliano Biaggio
ABU DHABI NATIONAL OIL COMPANY: è la compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi, il più grande dei sette Stati che formano gli Emirati Arabi Uniti. Creata nel 1971, la società gestisce il 90% dei circa 100 miliardi di barili delle riserve emiratine di greggio ed ha sviluppato una complessa struttura organizzativa, che le consente di operare nelle diversi fasi della produzione di petrolio: dall’esplorazione alla perforazione, dall’estrazione alla raffinazione, fino al trasporto. Nel 1998 ha iniziato a investire anche nei comparti del gas, della petrolchimica e nella fornitura di elettricità, sia per il consumo civile sia per la desalinizzazione dell’acqua. La politica petrolifera della holding viene definita nell’osservanza e nel rispetto dei parametri e delle linee guida prefissati dal Consiglio Supremo del Petrolio degli Emirati Arabi Uniti, diretto da Khalifa Bin Zayed Al Nahyan, Presidente di Abu Dhabi.
BP: la British Petroleum è una società del Regno Unito affermatasi, nel tempo, come uno dei maggiori attori mondiali nel settore del petrolio e del gas naturale. Con sede legale a Londra, la BP è nata dalla fusione, avvenuta nel 1998, tra la British Petroleum e la Amoco (acronimo di American Oil Company), formando la BP Amoco. Nonostante fosse stata formalmente presentata come una fusione, l’operazione finanziaria venne considerata, piuttosto, un acquisto della Amoco da parte della British Petroleum, tanto che la parola "Amoco" venne rimossa dal nome della società già dopo pochi anni. Le prime tracce della compagnia risalgono al 1901, quando un uomo d’affari irlandese, William Knox D’Arcy, riuscì ad ottenere dallo Shah di Persia una concessione esclusiva, della durata di sessant’anni, per cercare e sfruttare il petrolio. Il greggio fu trovato nel 1908 e tale scoperta - la prima scoperta commercialmente significativa nel Medio Oriente - portò alla costituzione, nel 1909, dell’Anglo-Persian Oil. Il governo britannico non si sentiva sollevato al pensiero che il petrolio persiano fosse nelle mani di una società privata, anche se nazionale, soprattutto perché la Persia era assai vulnerabile di fronte alle mire di penetrazione di potenze straniere concorrenti. Tali timori spinsero Churchill a proporre l’acquisizione del 51% dell’Anglo-Persian Oil e la sua proposta venne approvata dal parlamento britannico il 17 giugno 1914, proprio quando, durante il primo conflitto mondiale, la compagnia era diventata la maggior fornitrice di carburante della Marina Reale. Quando, nel 1936, la Persia fu ribattezzata Iran, l’Anglo-Persian Oil Company diventò Anglo-Iranian Oil Company. Nel 1954, la società cambiò nuovamente nome in British Petroleum Company e continuò ad operare in Iran con una compartecipazione al 40% in un consorzio di compagnie occidentali – l’Iranian Consortium – fino al 1979. Con la salita al potere dell’Ayatollah Khomeini, la British Petroleum perse ogni diritto contrattuale precedentemente acquisito sul territorio iraniano. L’immagine della BP come una delle imprese leader nel settore energetico è stata offuscata dalla controversa questione dell’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan, in cui fu criticata per la violazione dei diritti umani e per non aver rispettato gli standard ambientali. Fa parte delle sei "supermajor" mondiali insieme a ExxonMobil, Royal Dutch Shell, Chevron, ConocoPhillips e Total.
CHEVRON: è una società statunitense nata dalla Standard Oil of California (Socal), impresa costituitasi, a sua volta, nel 1911, dopo la dissoluzione del trust Standard Oil. Con sede centrale a San Ramon, in California, è attiva in più di 180 paesi, tanto da essere considerata una delle "supermajor" che operano nel settore petrolifero a livello mondiale. Da segnalare che la Standard Oil of California venne inserita nel gruppo delle “Sette Sorelle”. Nel 1933 Socal ottiene dal governo dell’Arabia Saudita i diritti per una concessione, della durata di sessant’anni, per l’esplorazione della provincia orientale dell’Al-Hasa. Dovendo sostenere costi ingenti per l’avvio delle operazioni di ricerca del greggio in un luogo inospitale come il deserto arabo, nel 1934 cede il 50% dell’impresa saudita a un nuovo socio, la Texas Oil Company, e trasferisce la restante parte della concessione petrolifera ad una controllata di sua proprietà, la California Arab Standard Oil Company. Quest'ultima compagnia sarebbe poi diventata la diretta antesignana dell’Arabian American Oil Company, fondata nel 1944, nazionalizzata dal governo di Riad nel 1988 e divenuta, poi, Saudi Arabian Oil Company (Saudi Aramco). Dal 1984, la Socal è conosciuta come Chevron Corporation: dopo tutta una serie di acquisizioni si consolida e si afferma a livello globale. Nel 2001 si fonde con Texaco, e fino al 2005 assume il nome ChevronTexaco. Quindi tornare alla denominazione Chevron Corporation. Fa parte delle sei "supermajor" mondiali insieme a ExxonMobil, Royal Dutch Shell, BP, ConocoPhillips e Total.
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