Monday, 16 November 2009

«Recuperare le aree dismesse». Ecco la rivoluzione "verde" della Lega

Mentre il governo lavora al piano casa, il Carroccio ha in cantiere una legge sull'edilizia sostenibile. Che Angelo Alessandri, presidente commissione Ambiente alla Camera, vuole in vigore molto presto.

di Emiliano Biaggio

Risparmio energetico, energie prodotte da fonti rinnovabili e strutture realizzate con materiali a basso impatto ambientale. In Italia i progetti per edifici "verdi" e un'edilizia sostenibile ci sono, e «ce ne sono molti», ma restano tutti sulla carta. O meglio, chiusi in qualche cassetto o "dimenticati" in qualche ufficio. Già, perchè «la burocrazia impedisce a questi progetti di di partire e di essere realizzati». Che si tratti di «progetti estemporanei» o di piani ben definiti, non fa differenza: «la burocrazia frena» le aspirazioni "verdi" del nostro paese nell'eco-edilizia. Questa l'Italia che "dipinge" il presidente della commissione Ambiente della Camera, Angelo Alessandri, che della sostenibilità dei nostri edifici ha fatto una sua battaglia. Una battaglia "suggerita", verrebbe da dire. «Sono stato in Svezia, e lì, ad Hammarby (zona di Stoccolma, ndr), è stato realizzato un quartiere intero esclusivamente con criteri di sostenibilità ambientale. Addirittura- aggiunge- hanno un sistema di posta pneumatica sotterranea che evita il passaggio del postino». E questo quartiere, evidenzia il deputato della Lega, attraverso «il recupero di aree dismesse e capannoni abbandonati». E in Italia? Tutto fermo, almeno per ora. Perchè il gruppo della Lega alla Camera - Alessandri in testa - ha concepito una proposta di legge, il 'Sistema casa-qualità', che vuole «dare impulso» ai progetti italiani fermi, sul modello dell'esperienza svedese. La proposta di legge, che «ha terminato la fase istruttoria» e che adesso «si spera di renderla legge a breve», si basa su un principio fondamentale: «il recupero degli impianti dismessi e delle case abbandonate», spiega il deputato leghista. La logica della bozza, evidenzia, è questa: «E' meglio intervenire qui che costruire nuovi edifici».
I vantaggi sono diversi: evitare nuove colate di cemento permette di non aggravare il problema del dissesto idrogeologico, e dall'altra «bonificare questi siti permette di risanare un'area le falde o il territorio, che altrimenti non verrebbe mai recuperato». E poi c'è l'altro aspetto ambientale: dati ancora non se ne hanno, ma un recupero di queste aree con criteri di sostenibilità permetterà «un notevole abbattimento di CO2», addirittura anche a «emissioni quasi zero», assicura Alessandri.
Il progetto, però, costa, e «soldi pubblici da investire al momento non ci sono». Per portare avanti il 'Sistema casa-qualità', allora, spazio ai privati. «Con il project financing si possono trovare le risorse per finanziare i progetti», assicura. Del resto ad Hammarby, l'eco-quartiere di Stoccolma, «dei 4,5 miliardi spesi per "creare" il quartiere, solo 200 milioni erano fondi pubblici». Per ingolosire i privati e coinvolgerli nel progetto, sono previsti «incentivi finanziari e premi», ma quello che occorre è «semplificazione» procedurale. Insomma, l'edilizia "verde", almeno sulla carta può partire. Le idee fino a oggi accantonate verranno realizzate? «Noi siamo fiduciosi. Contiamo di avere la legge dopo la Finanziaria, e il prossimo anno vedremo i primi grandi progetti«, conclude Alessandri.

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