Wednesday, 16 December 2009

Cop15, e Prestigiacomo disse: «Dove si entra?»

Il ministro dell'Ambiente italiano impiega due ore solo per individuare l'ingresso del palazzo che ospita il vertice sul clima.

di Emiliano Biaggio.

Stefania Prestigiacomo è un ministro, quello dell'Ambiente per l'esattezza. Un dettaglio non irrilevante per chi, per il ruolo che ha, è chiamato a discutere di temi quali clima, natura e ambiente. Soprattutto se di tutto ciò si discute - o almeno si tenta di farlo - in sede internazionale, nell'ambito di una conferenza mondiale sul clima. Che poi è il vertice in corso a Copenhagen. In corso per tutti, non per Prestigiacomo, che si "perde" per le vie della capitale danese, e impiega due ore per trovare l'ingresso della sede che ospita il summit. No, non è una barzelletta, per quanti ci siano un francese, un inglese e un italiano. O meglio, l'italiano c'era ma stava da tutt'altra parte. A sentire quanto riportato da alcuni organi di informazione, Prestigiacomo sarebbe rimasta bloccata per oltre un'ora all'ingresso del "Bella Center", la sede del vertice Onu sul clima. Questo dopo aver girato in auto per trovare un varco, ma non si capisce per quale motivo, una volta all'ingresso, non abbia varcato la soglia. Per il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, «il fatto che il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo si sia persa tra la folla e non abbia trovato l'ingresso della Cop15, è il segnale di un ministro che non sa cosa sia venuta a fare al vertice». per carità, «nessuna mancanza di rispetto nei confronti di Prestigiacomo», si affretta a spiegare Bonelli. Piuttosto, puntualizza, si tratta di una «semplice constatazione del fatto che il ministro dell'Ambiente italiano sembra essere venuto a Copenhagen più per una passeggiata che per altro». Ironia facile, quella del presidente dei Verdi, del quale i maligni potrebbero dire che se Prestigiacomo si è dimenticata di entrare nella sede del vertice, del Sole che ride si sono dimenticati un pò tutti. Ma su una cosa Bonelli ha ragione: l'immagine offerta da Prestigiacomo «è il segnale di come il nostro paese sia ormai diventato il fanalino di coda per la lotta ai cambiamenti climatici». Gli altri, almeno, ci sono. Per non decidere nulla, a quanto sembra. Ma noi, non sappiamo neanche come si fa ad arrivarci. Può Copenhagen portare a qualcosa?

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