Monday, 18 January 2010

"R" di Rosarno. Ma anche di Ronde e Razzismo

Nel sud d'Italia si assiste alla deriva del paese. Economica e (sempre più) sociale.

di Emiliano Biaggio

E’ caccia all’uomo. O meglio, è caccia al nero. Scene da America del Ku Klux Klan, se non fosse che a queste scene si assiste nel nostro paese. A Rosarno per la precisione, comune del reggino dove pulsioni di espulsioni hanno raggiunto l’apice, con rivolta degli extracomunitari e ronde dei bianchi. Situazione convulsa, che non si sa bene da dove abbia avuto origine: i braccianti di colore – dicono quelli del posto – avrebbero creato disordini; loro – africani che accusano di essere sfruttati e costretti a vivere in condizioni estreme – secondo altri avrebbero detto “basta” alla propria condizione. C’è chi addirittura ipotizza che la ‘Ndrangheta abbia fatto scoppiare una guerra tra poveri per distogliere l’attenzione dopo la bomba fatta esplodere a Reggio Calabria.. Situazione tutta da chiarire, dunque, ma che mette in evidenza una tendenza sempre più diffusa al non volere stranieri sul proprio territorio: una moda sempre più nazionale, e verrebbe da dire anche sempre più nazionalista. A partire dalla istituzioni, con il ministro dell’Interno Roberto Maroni che dice che «il problema è che c’è stata troppa tolleranza» con gli extracomunitari. L’Idv attacca con l’eurodeputato De Magistris, che accusa il ministro leghista di non perdere occasione per esasperare il clima, mentre di «scaricabarile» parla il segretario del Pd Pierluigi Bersani, alle prese – ancora una volta – con le liti interne al partito democratico: da parte di Bersani «nessuna pregiudiziale» alla candidatura di Emma Bonino nel Lazio, ma il segretario del Pd regionale Mazzoli – bersaniano – è meno entusiasta: «valuteremo», dice, mentre Dario Franceschini invoca a gran voce le primarie. «La candidatura della Bonino può rappresentare dei problemi», tuona la teodem Paola Binetti, che minaccia: un eventuale appoggio del Pd alla Bonino sarebbe per me motivo per uscire dal partito. Tutto questo mentre il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini annuncia che dal prossimo anno ci sarà un tetto massimo del 30% del numero degli studenti stranieri nelle classi delle scuole italiane: torna alla mente Rosa Parks, e quel posto a sedere simbolo prima di segregazione e poi di lotta per l’uguaglianza socio-giuridica. Ricordi lontani mezzo secolo, ma anche un mare e un oceano: sarà forse per questo che in Italia di lotta per i diritti civili non c’è ormai più memoria. Anzi, riecheggiano le frasi degli abitanti di Rosarno: a loro avete addirittura dato da mangiare, ha gridato qualcuno. Come se non fosse un diritto, per chi ha una colore di pelle diverso dal nostro e una diversa cittadinanza, mangiare e sfamarsi. A questo punto due perplessità: la prima è che probabilmente abbiamo accettato una globalizzazione forse in maniera troppo precipitosa, se non abbiamo previsto quello che avrebbe comportato la creazione di un villaggio globale, con tutti i suoi aspetti – positivi e meno positivi; la seconda è invece relativa all’essere cristiani: si è pronti e scattanti a difendere un simbolo – quale il crocifisso che Strasburgo ha detto di non dover appendere e mostrare in classe – ma si è poco inclini a mettere in pratica la morale e la solidarietà cristiana. Ma forse questo è un altro aspetto della società dell’apparire. (Editoriale della puntata di E' la stampa bellezza del 15 gennaio 2010, in onda su Radio Libera Tutti.)

2 comments:

  1. Considerevoli le tue perplessità...
    Cipro

    ReplyDelete
  2. Emiliano Biaggio18 January 2010 at 16:28

    Poi ci sono le perplessità sul perchè esisto o su quale cravatta abbinare ad un giacca blu, anche quelle di non poco conto...

    ReplyDelete