Tuesday, 2 March 2010

Via all'atomica, ma non alla possibilità di usarla

Il presidente degli Stati Uniti pronto ad un taglio degli arsenali, ma si riserva il diritto del "primo colpo".

di Emiliano Biaggio
Obama si dice «pronto a ridurre le atomiche», ma non a rinunciare al "first strike", la possibilità di poter utilizzare l'arma non convenzionale e soprattutto di potervi far ricorso per primi, anche contro quei paesi non datati di atomica come fu per il Giappone. Dal presidente degli Stati Uniti, quindi, la promessa e l'idea di «spettacolari riduzioni» degli arsenali da una parte, e la conservazione della possibilità dell'opzione dall'altra. Dimostrazione ulteriore di un Nobel per la pace generoso e frettoloso (assegnato anche per assenza di alternative) e di un presidente schiacciato tra le sue voglie di innovazione e gli ideali conservatori dei repubblicani e delle lobby. Obama ha un'idea, e la storia insegna che i cambiamenti nascono prima di tutto da un'intuizione; ma Obama ha anche la pressione di un'opnione pubblica perplessa e un'opposizione congressuale contraria. Il sistema internazionale infatti - con i proclami iraniani sul nucleare e una Corea del Nord indecifrabile - non permette al presidente Usa di rivendicare pienamente le proprie scelte, con i repubblicani che guardano con timore anche al Pakistan, paese con bomba atomica e teatro di scorribande talebane. E poi, con la crisi e la perdita di supremazia a livello mondiale, il deterrente nucleare rappresenta per gli Stati Uniti un argomento se non convincente comunque dissuadente in una politica internazionale, da sempre, frutto dei rapporti di forza. Non da ultimo, la carta del nucleare è stata efficace durante la guerra fredda, ed esercito e anche frange di democratici sposano la teoria del "squadra vincente non si cambia". Quanto è cambiato Obama: a 22 anni, quando ancora frequentava la Columbia University a New York, sul giornale universitario Sundial scriveva che «discutere di possibilità di primo colpo o di secondo colpo nucleare fa comodo soltanto agli interessi militari industriali con i loro miliardi. Non dobbiamo accettare tale logica perversa ma realizzare un mondo migliore». Adesso Obama si piega agli interessi militari ed economici, a scapito del mondo migliore. (fonte foto: SkyTg24)

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