Monday, 19 April 2010

Afghanistan, tra arresti e sospetti Emergency via da Lashkar-Gah

Operatori arrestati con l'accusa di complotto. Poi le smentite e la caduta di ogni imputazione. La scomodità dell'organizzazione di Strada dietro un'operazione poco chiara.

di Emanuele Bonini

Tre italiani arrestati con l'accusa di voler uccidere il governatore della provincia di Helmand, in Afghanistan. Un arresto cui hanno fatto seguito polemiche, precisazioni, ritrattazioni, smentite. E poi le denunce. In particolare di Emergency. Perchè è l'organizzazione di Gino Strada che si ritrova al centro di una vicenda che ruota attorno a talebani, forze di coalizione, militari, agenti segreti, autorità afghane e governo italiano. Una storia di cui poco si è saputo e della quale molto deve ancora essere chiarito. Di certo c'è che il chirurgo Marco Garatti, l'infermiere Matteo Dell'Aira e il responsabile sanitario Matteo Pagani sono stati presi in custodia insieme ad altre tre persone: tutti hanno in comune il fatto essere operatori di Emergency nell'ospedale di Lashkar-Gah, nella provincia di Helmand, una delle più turbolente dell'Afghanistan. Oppio e guerriglia, instabilità e talebani. Quegli stessi talebani con cui i sei avrebbero stretto alleanza per tendere un'imboscata al governatore della provincia. Secondo gli accusatori, Gulab Mangal stava per essere assassinato proprio nell'ospedale di Emergency di Lashkar-Gah, dove sono state ritrovate armi e cinture esplosive. In un primo momento dall'Afghanistan giunge notizia che gli italiani hanno confessato, in un secondo momento arriva invece la smentita. Misteri in un paese da dove le notizie arrivano ormai poco e male. Arrivano invece subito le critiche di Gino Strada, che parla di «montatura» e che critica il modo con cui l'Italia segue e gestisce lavicenda. «Fossero stati americani sarebbero già liberi», critica. Parole rivolte soprattutto al ministro degli Esteri, Franco Frattini, che prima prega che le accuse non corrispondano al vero poi, per placare le polemiche, assicura che «gli operatori umanitari non sono stati abbandonati». Ad essere abbandonato è invece l'ospedale di Lashkar-Gah, che Emergency ha lasciato e che da una settimana è sotto il controllo dei soldati afghani. «Ci vogliono mandar via», aveva detto subito Gino Strada. Alla fine così è stato. Un risultato non indifferente per chi non ha mai visto di buon occhio la struttura e l'organizzazione che in questi anni ci ha lavorato: gli operatori di Emergency hanno sempre soccorso chiunque indistintamente, quindi anche gli insorti. Una cosa mai digerita dal contingente britannico sul territorio. Ma Emergency è sempre stata scomoda per tutta la forza Isaf, poichè ha sempre denunciato violazioni dei diritti umani, raid sui civili, mancate concessioni di corridoi umanitari. Una fuga di notizie da fermare, specie adesso che sta per partire la nuova offensiva a Helmand e Kandahar. Intanto l'Onu ha chiesto di aprire un'inchiesta rapida sull'accaduto, inchiesta che rapida molto probabilmente non sarà, dato che su Marco Garatti e Emergency sono piovute nuove accuse: l'uomo è sospettato di aver «attirato» Daniele Mastrogiacomo nel Sud per farlo rapire dai talebani nel 2007, mentre il personale dell'associazione sarebbe anche coinvolto nella vicenda di Gabriele Torsello un anno prima. Insomma, un pò come l'intera storia recente di questo Afghanistan, anche per questa storia la parola fine appare ancora molto distante.

(editoriale del 16 aprile 2010 della trasmissione E' la stampa bellezza, su Radio Libera Tutti)

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