Precipita vicino a Katyn l'aereo presidenziale. A bordo 88 tra rappresentanti istituzionali, della finanza e delle forze armate. Un paese politicamente decapitato che piange i suoi caduti.
di Emiliano Biaggio
E' forse il peggior incidente aereo dal dopoguerra: un aereo - un Tupulev di fabbricazione russa - con a bordo, tra gli altri, un presidente della Repubblica, un viceministro della Difesa, un presidente della banca centrale, un capo di stato maggiore, un capo della Marina e un capo dell'Aviazione. Un dramma umano e nazionale, per quella che si configura come tragedia politica. La Polonia piange i morti dell'intera delegazione morta a Smolensk, in Russia, a pochi chilometri da Katyn, luogo simbolo della persecuzione polacca. Proprio a Katyn era diretta la corposa delegazione polacca, 88 membri tra rappresentanti del mondo istituzionale, economico e militare. Avrebbero dovuto rendere omaggio agli oltre 20.000 soldati polacchi trucidati dall'armata rossa, hanno finito per segnare «una seconda Katyn», come ha avuto di dire un incredulo Lech Walesa, eroe di Solidarnosc, critico nei confronti di quel suo omonimo Lech, quel Lech Kaczynski presidente della Repubblica che tanto aveva voluto quel viaggio in Russia costatogli la vita. E non solo a lui. Anche Anna Walentynowicz, figura simbolo di Solidarosc e della lotta all'oppresione del regime comunista, tanto cara all'incredulo Walesa, incredulo come tutta la nazione.
La Polonia piange e non crede, non riesce a credere che il pilota dell'aereo schiantatosi a Smolensk sia precipitato per la testardaggine del pilota, che avrebbe ignorato le disposizioni degli operatori della torre di controllo del piccolo aeroporto militare russo: la nebbia fitta non rendeva possibile l'atterraggio, e sarebbero arrivati ripetuti inviti a convergere su Minsk o Mosca. Niente da fare: per quattro volte il velivolo presidenziale avrebbe cercato di atterrare a Smolensk, con il risultato finale adesso noto a tutti. Le scatole nere hanno fatto escludere guasti all'aereo. Resta quindi l'atroce dubbio di un evitabile errore umano. Che la Polonia adesso piange, stretta intorno a Jaroslaw Kaczynski, gemello dello scomparso Lech, adesso solo in una Polonia decapitata e chiamata a ripartire. Intanto è stata dichiarata una settimana di lutto nazionale.
No comments:
Post a Comment