Friday, 9 April 2010

Scandalo vaticano

Stato della Chiesa, Pontefice e alto clero nella bufera: in tutto il mondo, da decenni, l'onta dei preti pedofili. Che ora imbarazzano la Santa sede, accusata di sapere e di aver occultato.


di Emiliano Biaggio

Stati Uniti, Canada, Australia, Irlanda, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi e Germania. Da ultima la Norvegia, e sembra che ci sia anche l'Africa. Ad accomunare paesi e continenti, i preti pedofili, per una scandalo che scuote fede e Santa sede. Fedeli e soprattutto le gerarchie ecclesiastiche si trovano a dover fare i conti con una delle pagine più buie della storia della Chiesa cattolica romana. Uno scandalo fatto di continui, ripetuti e diffusi abusi sessuali su minori. Uno dei casi più eclatanti è quello di padre Lawrence Murphy, sacerdote americano accusato di avere violentato 200 bambini sordomuti tra il 1950 e il 1970 nel Wisconsin. Allora, secondo documenti e ricostruzioni forniti dal New York Times, le autorità ecclesiastiche ebbero come «principale preoccupazione» quella di «proteggere la Chiesa dalla scandalo». Forse perchè all'epoca si ritenne il caso isolato, per quanto doloroso. Ma presto si scoprì che si trattava invece di un fenomeno di vasta portata e di impossibile controllo. E questo lo avrebbero saputo anche a Roma. C'è chi sostiene che già Paolo VI era al corrente della situazione e Joseph Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI ma una volta cardinale, avrebbe protetto padre Ernesto Garcia Rubio, sacerdote di Miami accusato di aver abusato di una giovane tra il 1985 e il 1987. Ratzinger è stato chiamato a testimoniare, ma «il Pontefice, in quanto Capo di Stato, gode dell’immunità diplomatica» fanno sapere i legali vaticani, che da questo principio costruiscono la difesa. Misura che se da una parte evita imbarazzanti domande, dall'altra crea una situazione di ambiguità. Proprio come le parole dello stesso Pontefice, che subito dopo Pasqua e nel mezzo di un ciclone internazionale ha invitato i sacerdoti ad essere «angeli». Frase che suona come richiamo, non certo come monito e sicuramente non come condanna. Chi invece condanna è la Confederazione elvetica, che indaga su presunti abusi nel paese: «Se gli esecutori del reato vengono dal mondo civile o clericale non fa differenza», attacca la presidente svizzera Doris Leuthard. «Entrambi- aggiunge- sono sottoposti alla legge svizzera, senza se né ma». Ma a generare non pochi imbarazzi e non memo polemiche è anche il caso - anche questo eclatante - dell'Irlanda: qui il numero uno della Chiesa Cattolica irlandese, il cardinale Sean Brady, ha ammesso pubblicamente di aver avuto un ruolo in un caso di pedofilia verificatosi in Irlanda a metà degli anni Settanta. Ulteriore dimostrazione di come il problema non è nuovo: è di oggi come di allora, solo che allora si cercò di tenere nascosto il tutto e oggi tutto invece viene alla luce. Benedetto XVI si limita a dire che «il problema dell'abuso dei minori non è specifico né dell'Irlanda né della Chiesa». Tentativi maldestri di giustificazioni che portano i quotidiani esteri, soprattutto quelli statunitensi, a scrivere che «Ratzinger sapeva ed è rimasto in silenzio» e il suo unico scopo è «proteggere la Chiesa invece dei bambini». Parole che non vengono digerite in Vaticano, e a proposito di parole: per replicare alle insinuazioni e respingere le accuse, le gerarchie ecclesiastiche usano termini e toni poco consoni per chi, da sempre, parla alle coscienze. Segno di un certo nervosismo per l'incapacità di gestire lo scandalo. Così prima il predicatore della Casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa, afferma che sul caso della pedofilia dei sacerdoti è in atto una campagna di odio e di aggressione contro il Papa e la Chiesa che ricorda il peggiore antisemitismo messo in pratica contro gli ebrei, e poi il decano del Collegio cardinalizio, cardinale Angelo Sodano, ha parlato di attacchi a Benedetto XVI come quelli subiti da Pio XII. Esternazioni che hanno generato critiche con le comunità ebraiche, a dimostrazione delle difficoltà della Chiesa. Chiesa che intanto fa quadrato intorno al Pontefice. «E' un Papa forte, il Papa del terzo millennio», afferma il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone. Ma sul Vaticano e il suo capo di stato, il «papa del terzo millennio», piovono nuove accuse e critiche: dal mondo cattolico l'arcivescovo di Mechelen-Bruxelles, Andrè Joseph Leonard, denuncia il «colpevole silenzio» della Chiesa che per anni ha tentato di nascondere la portata dello scandalo dei preti pedofili. Il settimanale tedesco Stern, scrive che «quando Ratzinger guidava la Congregazione per la dottrina della fede, fu archiviato il processo a Maciel» fondatore dell'ordine dei Legionari di Cristo accusato di aver violentato «decine di seminaristi minorenni». In Inghilterra intanto cresce il clima di protesta: oltre 10 mila firme sono state depositate per annullare la prevista visita di Benedetto XVI in Inghilterra e Scozia in programma. Sempre in Inghilterra il capo della Chiesa anglicana, Rowan Williams, non ha dubbi che in Irlanda la Chiesa cattolica ha perso «tutta la sua credibilità». In Irlanda, ma non solo.

(editoriale del 9 aprile 2010 della trasmissione E' la stampa bellezza, in onda su Radio Libera Tutti)

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