Thursday, 27 May 2010

Manovra da 24 miliardi, ma i conti non tornano

Giù le tasse, ma si profila un'impennata delle imposte. E intanto si procede alla riforma delle pensioni fuori legge.

di Emiliano Biaggio

Ipse dixit: «non c'è un aumento della pressione fiscale». Anzi, «voglio sottolineare con forza che non abbiamo aumentato le tasse». Poi a vedere bene, scopri che a Roma e nel Lazio aumentano le accise sull'energia (tradotto: aumentano le bollette), aumenta l'Irap, aumenta l'Ici, è prevista una tassa sul soggiorno turistico. «Colpa della sinistra», Ipse explicavit. La situazione del comune di Roma «si deve a un'amministrazione rovinosa che ha creato una situazione che noi ora abbiamo ereditato». Ma sempre Ipse, dixit: «io non credo che le Regioni debbano aumentare le imposte». Tradotto: il governo non aumenta le tasse, lascia che siano gli enti locali - in caso - a farlo. O meglio, se il governo non aumenta le tasse gli enti locali potranno rivedere le imposte. Distinzione di non poco conto, dato che mentre la tassa colpisce delle categorie di persone e in cambio di servizi erogati dallo Stato, le imposte le pagano tutti indistintamente senza che siano previste contropartite dall'ente esattore. Delle due l'una: o il caso Roma è uno sfortunato caso isolato, oppure Berlusconi racconta favole agli italiani. A sentire Tremonti - uomo di governo, non certo di opposizione - vale la seconda delle due se è vero che, come sembra, il titolare del dicastero dell'Economia abbia rivolto al premier una battuta al vetriolo. In un incontro a porte chiuse per la manovra da 24 miliardi, a un certo punto uno stizzito Berlusconi avrebbe sbottato: «Giulio, perché scrivi quello che dico?». E Tremonti: «Mi segno le barzellette che racconti».
C'è poco da ridere. Anche perchè questa manovra - oltre a essere tutt'altro rispetto a quanto detto da Berlusconi - è un riforma delle pensioni mascherata, approntata non con legge - come si converrebbe - ma con atto amministrativo. Si andrà in pensione un anno più tardi, in alcuni casi un anno e mezzo più tardi. La Cgil se n'è accorta e minaccia lo sciopero generale. Cisl e Uil ancora non hanno capito. E gli italiani, quando apriranno gli occhi?

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