Il governo: «il dato non preoccupa». L'opposizione: «verso l'insolvenza». E intanto le entrate tributarie calano dell'1,86% nonostante lo scudo fiscale.
di Emiliano Biaggio
Italia sempre più "in rosso": il debito pubblico raggiunge ad Aprile a 1.812 miliardi di euro, dato mai raggiunto finora. Lo dicono i dati di Bankitalia, da cui emerge anche che il debito delle amministrazioni è aumentato rispetto a quello del mese precedente di 15,1 miliardi, raggiungendo con ciò un nuovo massimo storico. Che vuol dire? Che diversi soggetti sono in credito con lo Stato. Ma a preoccupare l'Italia non è il debito pubblico - del quale devono preoccuparsi i contribuenti - ma il rapporto tra il debito pubblico e il Prodotto interno lordo, quell'indice Deficit/Pil tanto importante per verificare la solidità finanziaria ed economica di uno Stato, tra le condizioni per far parte di determinati "club" come il Patto di stabilità dell'Ue e l'Ue stessa. Il governo, che ha appena varato una manovra anti-crisi da circa 25 miliardi, non appare preoccupata dai dati diffusi da palazzo Koch: «Quello che conta non è il debito ma la sua sostenibilità», afferma il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. «Abbiamo un disavanzo sul Pil più contenuto rispetto ad altri Paesi e con la manovra- aggiunge- rientra nei parametri europei». «Il dato sul debito non preoccupa», afferma Renato Brunetta, ministro della Funzione pubblica. Non la pensa così il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, secondi cui «il governo ci sta portando verso il default». Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, taglia corto: «Il governo ha fatto quello che bisognava fare per ridare fiducia ai mercati». L'esecutivo rassicura: se da una parte il debito pubblico raggiunge cifre record, dall'altro le famiglie italiane hanno una ricchezza finanziaria e immobiliare che è pari a 5,5 volte il Pil, nonchè un livello di indebitamento molto inferiore rispetto a quello della media euro (60% del reddito disponibile contro 95% medio in Eurolandia). Eppure, se il debito continuerà a peggiorare e la crescita resterà bassa, a settembre il Tesoro potrebbe mettere in cantiere un’altra manovra anti-deficit, segno che la situazione non è proprio rosea. Ciò vale anche e soprattutto per gli italiani: se già si vedono stipendi e aumenti bloccati e pensionamenti posticipato da 12 a 18 mesi dei casi, cosa si dovranno ancora attendere? Se la situazione deficit, al momento, non preoccupa i governanti, Un dato che sicuramente non può piacere al governo è quello fiscale: nel primo quadrimestre del 2010, rileva ancora Bankitalia, le entrate tributarie si sono attestate a quota 104,794 miliardi di euro, in calo dell’1,86% rispetto ai primi quattro mesi del 2009. Ma lo scudo fiscale non doveva rimpinguare le casse dello Stato? Evidentemente qualcosa non ha funzionato, ed evidentemente qualcos'altro non va, come dice a chiare lettere Felice Belisario, capogruppo Idv al Senato. «Debito pubblico alle stelle, entrate tributarie in calo. Mentre i dati di Bankitalia fotografano un'Italia che preoccupa sempre di più, il gatto e la volpe, ovvero Berlusconi e Tremonti, rispondono a questa situazione d'emergenza con una manovra depressiva e assolutamente inefficace oltre che vergognosamente iniqua». E si pensa anche a un ddl intercettazioni che non risolve il problema e che, dati Bankitalia alla mano, non serve al paese.
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