Il garante della privacy: «spostato equilibrio». Ma il ddl intercettazioni sarà in Aula alla Camera il 29 luglio.
di Emiliano Biaggio
Con il ddl sulle intercettazioni «si sposta oggettivamente il punto di equilibrio tra libertà di stampa e tutela della riservatezza, tutto a favore della riservatezza». Questo «può giustificare che da molte parti si affermi che, così facendo, si pone in pericolo la libertà di stampa». Questo il giudizio del presidente dell'Autorità garante per la privacy, Francesco Pizzetti, sul controverso provvedimento voluto dal presidente del Consiglio. Pizzetti da una parte sostiene che le critiche circa una limitazione della libertà di stampa hanno «un qualche eccesso», in quanto nel testo «si pongono limiti specifici alla pubblicabilità delle intercettazioni, non perché contenute in atti giudiziari, che come tali possono essere diffusi per riassunto, ma in quanto dati raccolti con lo strumento delle intercettazioni». Dall'altra parte, però, per il garante della Privacy siamo di fronte «non alla tutela in concreto e rispetto a casi specifici di questo diritto, quanto piuttosto a una difesa anticipata, disposta in via generale e astratta, nei confronti di qualunque dato raccolto». E questo «nel presupposto che, in ragione della natura dello strumento di indagine usato, debba sempre prevalere la tutela di questi dati perché raccolti nell'ambito di conversazioni tra persone». Critiche, insomme. Ma Berlusconi e i suoi vanno avanti: il testo del ddl sulle intercettazioni sarà in aula alla Camera il 29 luglio, dopo l'esame della manovra economica. Lo ha deciso la conferenza dei capogruppo di Montecitorio. Una scelta «irragianevole» per Gianfranco Fini. E non solo per lui.
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