Italia ai primi posti, ma in senso negativo, in tema di abbandono degli studi universitari e post-diploma superiore, con conseguente infoltimento delle persone in cerca di una occupazione. Dati Eurostat alla mano, la dispersione scolastica dei ragazzi tra i 18 e 24 anni e’ stata nel 2008 pari al 14,9% nella Europa a 27, e il 16,5% nell’eurozona. Ebbene, l’Italia si pone ben sopra la media, al 19,7%, a fronte dall’11,8% di Francia e Germania, e del 17% del Regno Unito.
Una dispersione che ha evidenti ricadute sul mondo del lavoro: meno gente completa l’istruzione terziaria, più sono coloro che si mettono in cerca di occupazione. E anche qui l’Italia davvero non brilla, con un tasso di occupazione del 58, 7% a fronte di una media dell’Europa a 27 del 65,9%. Soltanto Ungheria e Malta registrano una percentuale più bassa di quella esibita dal nostro paese.
Le riforme strutturali necessarie per una ripresa forte e sostenibile e gli elementi per una nuova strategia saranno al centro dei lavori che il consiglio europeo esaminerà il prossimo 15 giugno. Sviluppo della ricerca, miglioramento dei livelli di istruzione, inclusione sociale, programmi annuali di stabilità e convergenza saranno tra i temi caldi. E del resto le vicende di questi giorni, che stanno scuotendo l’Europa e le Borse mondiali, mostrano quanto sia necessario intervenire tempestivamente, con misure efficaci e coordinate.
Ancora un dato, che rende visibile e drammaticamente tangibile l’attuale difficile situazione: il 17% della popolazione dell’Ue-27 è a rischio povertà. Ebbene, in Italia tale percentuale tocca il 16%, contro il 13% della Germania e della Francia, e l’11 del Regno Unito. E certo non può consolare che c’è chi se la passa peggio: Lettonia, con il 26% di popolazione a rischio povertà, Romania (23%), Bulgaria (21%), Grecia, Spagna e Lituania, tutti al 20%. (fonte: agenzia FuoriTutto)
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