L'amministrazione di Gori l'ha rimossa e la sistemerà nel museo cittadino a lui dedicato. Ma è polemica.
di Emiliano Biaggio
Il "piccolo padre" via da casa: l'amministrazione comunale di Gori, in Georgia, ha rimosso la statua di Stalin che si stagliava sulla piazza principale della città dal 1952. Il monumento non scomparirà, finirà nel cortile del museo cittadino dedicato proprio all'ex leader sovietico, fanno sapere da Gori. Ma la scelta dello spostamento della statua fa discutere, in politica come nella società georgiana: «Come si è potuto fare una cosa del genere con l’uomo che ha salvato il pianeta?», si è chiesto il segretario del partito comunista georgiano Sosò Gagoshvili. «Stalin fa parte della nostra storia, perché decidono di toglierlo ora?», sbotta Vladimir Kalakashvikli, 74 anni. La risposta la forniscono le autorità di Gori: al posto che fu della statua di Stalin, verrà eretto un monumento ai caduti georgiani della guerra lampo per l’Ossezia del sud dell’agosto 2008 contro i russi. Una decisione che non piace oltre confine: il movimento giovanile filoputiniano Nashi denuncia una «strumentalizzazione della realtà» da parte dei georgiani.
Intanto Stalin "trasloca": l'opera di sei metri di altezza (sopra un piedistallo di nove) di Shotà Mikitidze è stata già rimossa, e Gori volta le spalle al suo controverso personaggio simbolo. Iosif Vissarionovič Džugašvili, meglio noto come Stalin, è nato a Gori il 6 dicembre 1878, secondo i registri della chiesa parrocchiale. Lo stesso Stalin dichiarava però di essere nato il 21 dicembre 1879 e in tale giorno veniva festeggiato ufficialmente il suo compleanno nell'Unione Sovietica.
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