La Corte internazionale di giustizia ha legittimato la nascita dello stato balcanico. Creando un caso.
di Emiliano Biaggio
Paesi Baschi, Cecenia, Inguscezia, Xinjinag, Srpska (repubblica serba di Bosnia-Erzegovina) e Corsica. Entità territoriali e amministrative diverse, un solo obiettivo comune per tutte: l'indipendenza. Una storica battaglia contro i rispettivi governi centrali che adesso si ripropone dopo che la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che la dichiarazioni di indipendenza del Kosovo «non viola diritto internazionale». L'organismo delle Nazioni unite motiva il proprio pronunciamento spiegando che la situazione che si era venuta a determinare non lasciava molte alternative. Insomma, il Kosovo rappresenta un'eccezione ma finisce con il diventare un caso. Perchè - è bene ricordarlo - il 17 febbraio del 2008 l'indipendenza venne dichiarata unilaterlamente dal governo di Pristina. Ciò può significare che altri potrebbero essere tentati di fare lo stesso. Il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha esortato tutti i Paesi, inclusa la Serbia, a riconoscere il Kosovo, ma l'esito è stato di tutt'altro tipo: la Serbia continua a non riconoscere il Kosovo, e al governo di Belgrado si unisce quello di Mosca, da sempre legato alla Serbia. In Europa "no" al riconoscimento del Kosovo come stato indipendente e sovrano è arrivato dalla Spagna (che teme un effetto domino interno a partire dai Paesi Baschi), dalla Grecia (che deve ancora risolvere la questione della Macedonia), Cipro (per via della repubblica turca di Cipro nord), Bosnia Erzegovina (alle prese con quanti vorrebbero la nascita della Srpska, la repubblica serba di Bosnia-Erzegovina) e Slovacchia (per il contenzioso in atto con l'Ungheria sulle minoranze). La Francia, che pure si è schierata con Pristina, dovrà però ora fare i conti con le spinte degli indipendesti corsi. Proprio per evitare le spinte indipendentiste interne, sono in molti in giro per il mondo a non aver gradito il pronunciamento della Corte internazionale di Giustizia. Hanno detto "no" al Kosovo indipendente, tra gli altri, Cina (per via di Taiwan, Tibet e Xinjang), Russia (Cecenia), India (Kashmir), Sri Lanka (per la lotta Tamil), Georgia (Ossezia del sud). In tutto sono 42 i paesi che negano lo status di paese indipendente e sovrano al Kosovo: almeno altrettante sono le situazioni di instabilità interna ai paesi. Se aggiungiamo le instabilità regionali, allora abbiamo una cartina dell'instabilità mondiale.
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