Thursday, 2 September 2010

Acqua, come renderla sostenibile. E di tutti.

In Svezia la "World water week", contro sprechi e utilizzo irrazionale.

di Emiliano Biaggio
Prevenzione, riduzione degli sprechi, uso oculato e sostenibile della risorsa, disponibilità e accesso al bene: tutto questo è al centro della "World water week", la Settimana mondiale dell'acqua in programma dal 5 all'11 settembre a Stoccolma. La capitale svedese sarà il luogo d'incontro annuale per le questioni più urgenti riguardanti le risorse idriche del pianeta, e il summit - spiega l'Unesco, che ospita il Programma di valutazione delle risorse idriche mondiali dell'Onu - «vuole definire questioni chiave e punti di discussione» legati al tema dell'edizione 2010, che è "Le sfide relative alla qualità dell'acqua - Prevenzione, adeguato utilizzo e riduzione". Organizzata dallo Stockholm international water institute (Siwi), raduna esperti, tecnici, politici, opinionisti e leader da tutto il mondo. Scopo del meeting è «approfondire la conoscenza, stimolare idee e coinvolgere la comunità dell'acqua nelle sfide relative alla qualità di questa risorsa».
Seminari, dibattiti e tavole rotonde tra le inziative in programma: tra questi spiccano "La capacità delle Nazioni unite di sviluppo idrico e gestione dell'inquinamento nelle aree costiere", in programma domenica, "La gestione idrica urbana: problemi e priorità", in programma martedì, e "La siccità che mette a rischio gli obiettivi del Millennio", organizzato per l'8 settembre. Ma al di là delle varie singole tematiche legate a quello che sempre più è considerato vero e proprio "oro blu", la Settimana mondiale dell'acqua si concentra sulle prospettiva di lungo periodo, e per il periodo 2009-2012 il tema su cui concentrarsi è quello dell'"Acqua - Risposta ai cambiamenti climatici". All'interno del dibattito - scientifico e politico - le questioni delll'accesso all'acqua per uso comune, la qualità dell'acqua, sicurezza alimentare mondiale. Tutti temi da non sottovalutare, perchè l'uso (e l'abuso) di acqua incide a livello globale. Un esempio, in tal senso, l'ha fornito il Wwf durante la "World water week" del 2008. In quell'occasione l'associazione del Panda rilevò che «ogni italiano usa in media 215 litri di acqua reale al giorno, per bere e per lavarsi, ma il consumo è 30 volte superiore se consideriamo anche l'acqua virtuale impiegata per produrre ciò che mangiamo e indossiamo». In totale, «fanno più di 6.500 litri a testa, ogni giorno». Il valore «più alto al mondo dopo quello degli Stati Uniti». Non solo: nel 2008 risultò che l'Italia era il quinto importatore d'acqua del pianeta.
Insomma, l'acqua a disposizione si spreca e si finisce col prelevarla altrove sottraendola a qualcun altro. E ciò non va bene, visto che la scarsità d'acqua è uno dei problemi più gravi con cui l'uomo dovrà presto fare i conti: la popolazione mondiale raggiungerà infatti 9 miliardi di individui nel 2040. E a una domanda crescente d'acqua farà riscontro una riduzione della disponibilità' della risorsa. Per questo a Stoccolma si cerca di capire come iniziare a comportarsi.

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