Friday, 8 October 2010

La confessione di un criminale degli squadroni della morte: tornavamo e li giustiziavamo…

di Anna Politkovskaja (27 maggio 2004, traduzione di F. Giovannelli per peacelink)
Il nostro giornale ha scritto più volte dell'ondata di rapimenti che quest'anno si è abbattuta sull'Inguscezia, compiuti, come ritenevamo, con la partecipazione della direzione dell'FSB della repubblica. Ecco ora un documento che, da una parte, si potrebbe ritenere un falso, non fosse altro perché si ha tanta voglia di prenderlo per un falso. Dall'altra però ci sono le prove – di cui la redazione è in possesso – che il documento è autentico.
«Alla procura generale della Russia, da Oniščenko Igor N.
Si rivolge a voi un collaboratore dell'FSB RF (i servizi segreti della Repubblica Federale russa N.d.T.) per la regione di Stavropol'skij, che ha lavorato nell'FSB per l'Inguscezia con un incarico speciale. Finito il periodo della trasferta, sono tornato a casa. La coscienza mi tormenta. Sono operativo negli organi dell'FSB da quasi 12 anni, e non pensavo che avrei sofferto tanto.
Il capo dell'FSB per Inguscezia, Korjakov, è una persona terribile nel nostro sistema. Benché dica di essere stato mandato a lavorare niente di meno che da Patruševij e Putin, questa disgustosa canaglia elimina gli uomini solo in quanto ingusci o ceceni. Nella vita ha ricevuto una qualche offesa, e per questo li odia.
Korakov ha costretto me e i miei colleghi (eravamo 5 in tutto a lavorare per lui) a picchiare sistematicamente tutti quelli che arrestavamo, sotto le mentite spoglie di collaboratori del ROŠ (il quartier generale regionale N.d.T.).
Poi, secondo lo schema: abbigliamento speciale, passamontagna, altri certificati, travestimenti, automobili (di regola quelle degli stessi arrestati, cambiavamo solo i numeri) pass speciali… con la scusa di una consegna oltre i confini di Magas, dopo aver fatto un giro, generalmente tornavamo di nuovo al nostro edificio con altre macchine e li giustiziavamo. Tutto il lavoro veniva svolto solo di notte. Di giorno recuperavamo il sonno.
Korjakov doveva riferire a Mosca che il lavoro procedeva bene, e dimostrarsi degno della carica di generale acquisita da poco. Per questo c'era un piano. Ogni settimana almeno 5 persone. All'inizio del 2003, quando ero appena stato assegnato all'incarico, arrestavamo davvero solo quelli che vi avevano preso parte (intende: preso parte alle bande armate - A.P.), ma dopo settembre, quando Korjakov si è inferocito con un certo procuratore, come diceva, abbiamo iniziato a catturare tutti, senza selezione, solo a basandoci sull'aspetto. Come diceva Korjakov, che differenza c'è, sono tutte carogne. Io personalmente con Sergej ho mutilato più di 50 persone e ne ho seppellite 35.
Oggi sono arrivato a casa. Mi hanno premiato per aver prestato servizio in modo impeccabile. Grazie all'ultima operazione che ha portato alla rimozione del procuratore locale, in possesso di materiale compromettente su Korjakov (intende Rašid Ozdoev, sostituto procuratore della procura della Repubblica di Inguscezia, rapito l'11 marzo 2004 – A.P.). Il generale da tempo gli dava la caccia. Io ho distrutto la sua arma di ordinanza e i suoi documenti, ho frantumato tutte le certezze. Quella stessa notte Korjakov ha dato l'ordine ad altri di liberarsi di lui.
Sono colpevole. Scrivo perché ho timore di Dio. Sono pentito. Questa è la pura verità, un giorno lo sapranno tutti comunque. Non so se potrò lavare i miei peccati davanti a Dio con questa lettera.
Oniščenko Igor' N.».
In basso, il timbro: “Direzione della Procura Generale della Federazione Russa nel Distretto Federale del Sud. 16.04.2004 registrazione N°1556.
Non c'è niente né da aggiungere né da commentare. Vivere in un paese con tali reparti speciali e continuare a far finta che vada tutto bene, è già un crimine.

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