Sarkozy e Berlusconi "uniti" dalla stretta sull'immigrazione e dalle politiche dei rimpatri. Ed entrambi trovano le critiche di Bruxelles
di Marianna Quatraro
E’ scontro aperto tra l’Eliseo e l’Ue: la Francia espelle rom e immigrati, smantella i loro campi e l’Unione Europea apre una procedura di infrazione contro il governo guidato da Nicolas Sarkozy, sostenendo che si tratta di una violazione della Carta europea sui diritti fondamentali. La vice presidente Viviane Reding ha detto: “Sarò molto chiara: non c'è posto in Europa per la discriminazione basata sulle origini etniche o di razza. E' incompatibile con i valori su cui si fonda l'Unione europea. Le autorità nazionali che discriminano gruppi etnici violano anche la Carta europea dei diritti fondamentali, che tutti gli Stati membri, compresa la Francia, hanno firmato”. Sarkozy ha definito le critiche del commissario alla sua politica inaccettabili e se inizialmente aveva invitato tutti a moderare i toni ed evitare di alimentare ‘una sterile controversia’, poi ha provocato il commissario Reding dicendo “Che faccia venire i rom nel suo Paese, che li accolga nel Lussemburgo”.
La posizione di Sarkozy incontra la piena approvazione del premier italiano, Silvio Berlusconi: “Sostengo Nicolas Sarkozy. L'Europa non ha ancora compreso affatto che quello dei rom non è un problema unicamente francese o italiano, greco o spagnolo. Il presidente Sarkozy ne è invece pienamente cosciente. La Reding avrebbe fatto meglio a trattare la questione in privato con i dirigenti francesi prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto”. Si oppone, invece, l’Ue, difendendo la posizione della Reding e spiegando che le sue parole sono a nome di tutta la commissione. Dalla Francia all’Italia, la questione rom si fa di portata sempre più rilevante. Mentre a Venezia sono stati sgombrati alcuni campi e dati alloggi fissi, a Milano è stata avviata una campagna di sgomberi da due anni: ogni settimana viene cancellato un insediamento abusivo, con conseguente transumanza da un campo all'altro. Dal 2007 ci sono stati 315 sgomberi e la settimana scorsa è stato chiuso il più grande campo abusivo in città: quello in via Rubattino, Lambrate, dove vivevano 200 rom in condizioni igieniche disastrose. Nella Capitale, invece, la prefettura ha censito circa 200 insediamenti abusivi, alcuni dei quali si stanno smantellando. Ai rom vengono offerti alloggi temporanei in residence, ma i capifamiglia temendo la disgregazione dei nuclei familiari preferiscono trasferirsi in altri campi. Il sindaco Gianni Alemanno prevede la costruzione dai 10 ai 12 campi attrezzati fuori dal raccordo anulare per un massimo di 6mila posti. Il progetto del comune è costruire degli alloggi con la collaborazione dei capifamiglia. (fonte: businessonline.it del 16 settembre 2010)
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