Friday, 7 January 2011

Lula dice "no": Battisti resta in Brasile

Negata l'estradizione all'ex-terrorista, sit-in di protesta (con celtiche e saluti romani) in Italia.

di Emiliano Biaggio

Cesare Battisti non sarà estradato in Italia: lo ha deciso il presidente uscente del Brasile, Luiz Ignacio Lula da Silva, prima di lasciare il Planalto a Dilma Rousseff. Le autorità italiane, da destra a sinistra, hanno accolto la decisione con disappunto: «Addolora e sorprende che una figura politica che ha ben meritato per il suo Paese come il presidente Lula chiuda la sua carriera con una macchia tanto grande e incancellabile», commenta Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. «La mancata estradizione in Italia di Cesare Battisti è da parte del Brasile un gesto molto grave e profondamente sbagliato», sostiene Walter Veltroni, del Pd. «Profonda amarezza e rammarico» esprime il capo del Governo, Silvio Berlusconi, «profonda delusione, amarezza e contrarietà» invece dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Il mondo politico organizza sit-in di protesta per la decisione presa in Brasile e chiedere la revisione di tale decisione. Fin qui niente di male. Peccato però che spuntano anche le celtiche e le braccia tese al sit-in organizzato dal centrodestra di fronte all'ambasciata del Brasile. Un uomo ha esposto un manifesto che recita "Acca Larenzia presente" (in via Acca Larenzia, a Roma, il 7 gennaio 1978 si consumò il pluriomicidio a sfondo politico ai danni di tre giovani attivisti del Fronte della Gioventù. Due di loro erano appena usciti dalla sede del Movimento sociale italiano sito proprio in via Acca Larenzia). Sotto l'ambasciata del Brasile una dozzina di militanti di destra hanno fanno il saluto romano, e si è vista anche una croce celtica. E' l'Italia legal-democratica che protesta o è l'Italia neo-fascista che, ancora una volta, si manifesta?

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